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Arnaldi guarda in alto, coach Petrone a Tennis Talk: "Deve consolidare l'identità di gioco"

Alessandro Petrone, coach di Matteo Arnaldi, ha raccontanto obiettivi e focus del lavoro per il 2024 del sanremese a Tennis Talk, l'approfondimento settimanale di SuperTennis

di | 21 febbraio 2024

Coach Alessandro Petrone (a destra) al tavolo di Tennis Talk. Nella foto si riconoscono Diego Nargiso e Giorgio Spalluto

Coach Alessandro Petrone (a destra) al tavolo di Tennis Talk. Nella foto si riconoscono Diego Nargiso e Giorgio Spalluto

"Quest'anno dobbiamo consolidare l'identità di gioco". Alessandro Petrone, coach di Matteo Arnaldi, ha spiegato così le linee guida del lavoro impostato nella preparazione invernale e l'obiettivo principale per il 2024 del sanremese. "Il main topic della pre-season è stato il servizio. Abbiamo lavorato anche tanto sulla seconda e siamo arrivati a una media di 160 km/h" ha spiegato Petrone, ospite di Tennis Talk, l'approfondimento settimanale in onda ogni lunedì sera alle 22.30 su SuperTennis. Gli effetti si sono visti. A Delray Beach, all'esordio contro Yoshihito Nishioka, per la prima volta ha messo a segno più di venti ace (21) in un singolo incontro.

"A livello tattico deve migliorare, imparare a essere meno frettoloso. Sotto pressione gli viene da accorciare dai tempi di gioco" ha aggiunto coach Petrone che ha accompagnato tutta la scalata di Arnaldi: numero 998 nel ranking ATP a fine 2020, 363 a fine 2021, 134 a fine 2022 e 44 a fine 2023. Poi dopo l'Australian Open 2024 l'ingresso in Top 40 e il best ranking fissato alla posizione numero 38.

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"Ho investito sulla carriera di Matteo quando era 950 del mondo e non era mai andato oltre i quarti nei Future - ha detto Petrone -. Avevo visto in lui qualità mentali, di professionalità e dedizione. Viveva per il tennis, forse anche troppo: poi ha dovuto trovare un equilibrio fuori dal campo. Aveva tante aspettative, e ne ha ancora come è giusto che sia". 

La svolta, dal punto di vista della consapevolezza, è maturata con la vittoria su Casper Ruud a Madrid l'anno scorso, la sua prima contro un Top 10. "Il 2023 è stata la prima stagione in cui ha giocato con continuità nel circuito ATP. La vittoria con Ruud gli ha dato la consapevolezza di poter vincere con giocatore molto forti. C'è anche un effetto negativo, però, di quel match. Prestazioni così succedono una volta l'anno e invece a volte Matteo vorrebbe giocare ancora quella partita lì". E darsi uno standard così alto è sintomo di ambizione ma non sempre utile a vincere con continuità, visto che nella maggior parte dei giorni non si esprime in campo quel livello di perfezione e bisogna fare il meglio con quello che si ha. 

Guardare in alto, essere esigenti con se stessi è un fuoco che alimenta lo spirito competitivo ma col fuoco ci si può anche bruciare. Non è il caso di Arnaldi, da sempre consapevole di tutto quel che serve per rendere solide le basi da cui spiccare il volo, per non trasformare l'ambizione in un sogno senza possibilità di realizzazione.

"A volte devo frenarlo un po' in allenamento - spiega Petrone -. A Brisbane faceva le navette sul campo in erba a brisbane con 40 gradi alle due del pomeriggio...".  Con la sua dedizione, la sua costanza e professionalità negli allenamenti, puntare in alto smette di essere un'effimera espressione dell'ottimismo della volontà.

L'ascesa di Arnaldi ha basi solide e concrete. Il 2024 sarà un anno chiave, il primo in cui sarà chiamato a conferme importanti. Ma è insieme un anno in cui potrà giocare in tabellone tutti i grandi tornei in calendario e accumulare così un decisivo bagaglio di esperienze e di match contro i top player, quelli che per dirla con Petrone "ti mettono a nudo e ti fanno capire dove migliorare". Nel tennis non c'è niente di più utile dell'esperienza, che nessun allenamento può ricreare, per pavimentare la strada verso la realizzazione dei sogni.

"Obiettivi di classifica non ce ne mettiamo - ha concluso Petrone -. Devo dire che io sono sempre stato più conservativo di Matteo. Nel 2022 avevo detto: 'Se finiamo top 200 va benissimo'. Lui si era dato come obiettivo di finire in Top 150 e ha chiuso da numero 134. A inizio 2023 per me l'obiettivo era finire la stagione da Top 70, il suo era la Top 50. E ha avuto ancora una volta ragione lui. C'è solo un traguardo che si era dato e non ha raggiunto l'anno scorso, vincere un 250. Per il 2024, per me, se si consolida nei prima 50 per me è fantastico. Lui ancora una volta si è dato un obiettivo più alto". E chissà che non abbia di nuovo ragione lui...

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