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Frantumando sul campo la prima racchetta, Carlitos perde la sfida del comportamento col suo idolo Rafa. D’accordo il caldo umido e i campi veloci di Cincinnati, l’imprevedibile Monfils, le pressioni, ma la continuità del campione di Murcia è sempre più in discussione
di Vincenzo Martucci | 17 agosto 2024
Non è facile essere Alcaraz. C’è una faccia della medaglia, quella più evidente di quanti lo invidiano per il talento tennistico e atletico, per la precocità, per le vittorie, per gli Slam già vinti, per il numero 1 del mondo conseguito da giovanissimo, per il futuro da ricco e famoso dello sport, magari anche per la bella famiglia appassionata e corretta che l’accompagna nei tornei. Ma poi c’è la solitudine del tennista, le ambizioni, le difficoltà di esprimersi sempre al massimo, i giorni no, le aspettative, le rivalità, l’opinione pubblica della sua Spagna, la pressione del clan, le diversità di vedute, che sono cambiate, strada facendo, col coach, Juan Carlos Ferrero (ex numero 1 della classifica ATP anche lui), l’esplosione mediatica e al pubblico.
Eppoi, comunque, ci sono gli avversari che hanno la sua faccia nel mirino come i Wanted del Far West e danno sempre quel qualcosina in più per sventolare il suo scalpo. Ma soprattutto nella testa di Carlitos c’è l’opprimente e inevitabile presenza del fenomeno Rafa Nadal che sembra proprio poter sostenere sotto il profilo dei risultati. Anzi, in certi casi, è già andato anche oltre, come completezza tennistica a pari età. Ma che fatica a sopportare come atteggiamento e comportamento sul campo, con avversari e pubblico. L’ultima conferma a Cincinnati dove - udite, udite - il ragazzo di Murcia è imploso e ha fracassato sul terreno una racchetta.
"He desperately wants to win this match" ??#CincyTennis pic.twitter.com/QkiDhvNHtw
— Tennis TV (@TennisTV) August 16, 2024