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Zverev, la serenità come chiave per un grande 2024?

L’approccio disteso e rilassato della United Cup ha aiutato Alexander Zverev a giocare il suo miglior tennis, trasformandolo nel trascinatore della nazionale tedesca. E se fosse proprio quella la chiave per guidarlo a esprimere finalmente il cento per cento delle sue potenzialità? A Melbourne il primo test

13 gennaio 2024

Il 2023 l’ha rilanciato col ritorno in top-10 e la sua nuova stagione è iniziata alla grandissima, col successo – da trascinatore – alla United Cup con la Germania che alimenta ambizioni importanti per l’Australian Open. Dunque la domanda sorge spontanea: il 2024 può essere anche l’anno di Alexander Zverev? Sono passati i tempi nei quali erano quasi tutti convinti che il futuro numero uno dopo l’addio dei Big Three sarebbe stato lui, anche perché uno di quei tre continua a collezionare Slam ed è ancora in testa al ranking mondiale, mentre col tempo sono arrivati giocatori dalle qualità superiori a quelle del tedesco. Ma Zverev rimane uno dei big del tennis contemporaneo, capace – Slam esclusi – di vincere i titoli che contano, e sulla singola partita non parte battuto contro nessuno.

Come detto, la sua stagione non poteva iniziare meglio: ha traghettato la Germania al successo nella United Cup, in un clima più disteso e rilassato rispetto a quello che generalmente capita di trovare nei tornei. L’ha aiutato a esprimersi al meglio e fa pensare che proprio questa possa essere per lui la chiave per spingersi dove sin qui non è mai arrivato. L’hanno detto anche Sinner e Alcaraz: trovare leggerezza aiuta a far andare il braccio e fa giocare meglio a tennis, mentre Zverev è sempre stato un giocatore molto autocritico e fin troppo severo con sé stesso, malgrado viaggi nei piani alti(ssimi) della classifica mondiale ormai da otto anni, conditi da vari successi contro i fenomeni.

Chissà che l’approccio a mo’ di United Cup, ora che Sascha va per i 27 anni e ha capito che il futuro – e pure il presente – sarà di altri e non suo, non possa sul serio aprire nuovi orizzonti nella propria carriera e nel suo modo di interpretare la professione. Qualche margine per fare grandi cose c’è ancora.

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Il primo test per capire le possibilità del “nuovo” Zverev sarà all’Australian Open, dove esordirà contro il connazionale Dominik Koepfer e l’urna gli ha riservato un buon tabellone, nell’ottavo di Casper Ruud. Poi ai quarti si potrebbe trovare di fronte Carlos Alcaraz e il discorso si farebbe molto più complesso (anche se nei precedenti conduce Zverev per 4-3 e ha vinto anche il più recente a Torino), ma di certo sul piatto del tedesco ci sono ottime possibilità per fare meglio del 2023, quando all’esordio si salvò in cinque set contro Varillas prima di arrendersi due giorni più tardi a Michael Mmoh.

In generale, dopo la semifinale del 2020 il primo Slam dell’anno gli è stato gradualmente sempre meno amico, ma sembrano esserci tutti i presupposti per invertire la tendenza e tornare a tenere anche in Australia un rendimento degno di Roland Garros e Us Open, che nelle ultime sei partecipazioni – tre a Parigi, tre a New York – l’hanno visto arrivare per ben cinque volte almeno in semifinale. Intanto, il tedesco è tornato al numero sei del mondo dove mancava da un pezzo (nel 2023 era scivolato addirittura fuori dai primi 25 del ranking) e soprattutto ha capito di poter ancora fare molto, aspetto che non era scontato dopo qualche stagione così così e soprattutto il brutto infortunio alla caviglia rimediato nel 2022 al Roland Garros, che lo obbligò a lasciare il campo in sedia a rotelle e terminare la stagione con sei mesi d’anticipo.

Per il tennista nativo di Amburgo c’è ancora spazio per le soddisfazioni, c’è ancora spazio per prendersi un po’ di ciò che doveva essere e non è stato, a patto di affrontare il tutto con un pizzico di spensieratezza in più. Oggi le attenzioni sono rivolte ad altri mentre su lui non pesano più particolari attese. È la condizione giusta per vivere il circuito e la professione con maggiore serenità, arma preziosissima per vincere di più.

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