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Verso Torino: 2006, Nadal impedisce lo Slam a Federer, a Roma finale da leggenda

Il padrone assoluto è ancora Roger Federer, presente in tutte le finali Slam. Lo svizzero perde soltanto al Roland Garros contro Nadal. A Flsuhing Meadows c'è l'addio di Andre Agassi.

di | 08 novembre 2023

Tifosi e appassionati si interrogano: meglio Federer del 2004 o del 2005? A togliere ogni dubbio ci pensa Roger con un 2006 ricco di record che arrivano a scomodare persino il grande Rod Laver. Nessuno dal 1969 in poi gioca quattro finali Slam nello stesso anno. Trentasette anni dopo ci riesce il talentuoso campione di Basilea che rivince le tre prove a lui più congeniali arrendendosi a Rafa nella finale del Roland Garros dopo 27 successi di fila negli Slam.
Se nel 2005 Roger duella con Rafa a distanza di sicurezza, nel 2006 lo svizzero dilaga arrivando quasi a doppiare Rafa e a triplicare i punti Atp di Davydenko terzo. I tornei vinti dal numero 1 del mondo salgono da 11 a 12, compresi 4 Masters Series e le Atp Finals; le partite vinte passano da 81 a 92 e le sconfitte aumentano solo di una unità, da 4 a 5, con una percentuale di vittorie che esprime la quarta miglior annata dell'Era Open (94,8%).
La caviglia di Federer migliora, ma la condizione fisica non è il massimo e questo lo rende nervoso. L'iter è quello classico: puntata a Doha per raccogliere una vittoria scontata e poi Open d'Australia. Ad aiutarlo ci pensano gli avversari: il primo con una certa personalità, Tommy Haas, lo tiene in campo cinque set. Nei quarti contro Davydenko, Federer - sotto un set - è costretto nel secondo parziale a salvare 6 set point e in semifinale lascia come sempre un set di cortesia a Nicolas Kiefer prima di piazzare un parziale di 12 game a 2.
Senza Nadal alle prese con il piede, senza Safin fermo per il ginocchio e senza Hewitt eliminato subito dall'argentino Juan Ignacio Chela, il torneo esalta il talento e lo doti agonistiche di un ventenne cipriota, Marcos Baghdatis, che elimina tutti gli avversari più pericolosi per Federer: Roddick agli ottavi, Ljubicic in cinque set nei quarti e Nalbandian in cinque set in semifinale recuperando due set di svantaggio. La finale, per il favorito, segue lo stesso canovaccio del torneo: Federer è passivo, Baghdatis invece è un folletto: il cipriota vince il primo set 7-5 e nel secondo conquista una palla del 3-0. E' la scossa che cambia l'inerzia alla sfida. Lo svizzero recupera, vince (Slam numero 7) e piange sulle spalle di Rod Laver quando l'australiano gli porge il trofeo.
Il 19 febbraio il giovane scozzese Andy Murray vince a San Josè il primo titolo della carriera battendo Lleyton Hewitt e a inizio marzo Nadal, dopo uno stop di 4 mesi, torna in gara a Dubai per testare la condizione del piede. Federer non perde sul cemento all'aperto dalla sconfitta con Safin a Melbourne 2005, ma dopo 46 vittorie di fila Federer si arrende a uno straordinario Nadal. Nella testa del numero 1 del mondo si insinua il dubbio di non avere risorse tecniche e mentali sufficienti per battere il maiorchino. Rafa perde da Blake in semifinale a Indian Wells e Roger completa la seconda tripletta (Australian Open, Indian Wells e Key Biscayne) superando Ljubicic in finale a Miami.

La terra rossa europea infiamma la rivalità tra spagnolo e svizzero: a Monte Carlo Roger affronta per la prima volta Novak Djokovic, un giovane serbo con grandi qualità e grande carattere. Lo svizzero vince in tre set, ma in finale deve ancora chinare la testa davanti a Rafa che chiude rimontando il tie-break del quarto set da 0-3 a 7-5. A Roma i due raggiungono ancora la finale. Sono cinque ore e cinque minuti di spettacolo, sul 6-5 del quinto set Federer spreca due match point sbagliando due dritti e il trofeo finisce in mano all'insaziabile Nadal.
L'agonismo, la determinazione e la volontà del maiorchino non hanno limiti. A Parigi Rafa è un rullo compressore che evoca Bjorn Borg. Al primo turno batte Soderling togliendo a Vilas il record delle 53 vittorie di fila sulla terra. Poi lotta con il coltello tra i denti per 4 ore e 53 minuti per fermare Paul Henri Mathieu, elimina Hewitt negli ottavi, supera il novello Djokovic nei quarti e batte Ljubicic in semifinale. Anche nella parte alta le due teste di serie designate si contendono il posto in finale: Federer e Nalbandian. L'argentino è ispirato, vola 6-3 e 3-0, poi si inceppa. A Federer passa la paura, recupera e sul 5-2 del terzo Nalbandian si ritira per un problema agli addominali.
E' la prima finale a Parigi tra i due mostri. Lo svizzero, imbattuto nelle finali Slam, parte benissimo, ma dopo il 6-1 iniziale e il 40-0 del primo game del secondo set va in tilt: Nadal recupera e chiude in quattro set senza sbavature. Rafa è tatticamente insuperabile, un mostro per concentrazione e tenuta fisica.
Federer risponde presente all'erba apponendo il quarto sigillo di fila ad Halle, ma fa fatica per superare Gasquet agli ottavi, per annullare 4 match point a Olivier Rochus nei quarti, per contenere Haas in semifinale e per battere Berdych in finale. Chi invece appare in calo è Roddick: al Queen's perde in semifinale da Blake, il quale poi si arrende in finale a Hewitt.
A Wimbledon c'è fermento per il profumo di poker che sprigiona dalle giocate di Federer e curiosità per testare l'adattabilità di Nadal al verde dopo il ritiro precauzionale dal Queen's, per dolori alla schiena, nel quarto di finale con Hewitt. Roger ritrova in pieno la sicurezza, Nadal si mette a giocare bene a due punti dalla sconfitta contro il qualificato Robert Kendrick (237 Atp) in un secondo turno terribile e Roddick si perde nello scoprire il talento e la tenacia del giovane scozzee Andy Murray.
Il giorno della finale Federer scende sul Centre Court in giacca e pantaloni lunghi come i leggendari campioni dei primi decenni del 900. Dopo il 6-0 iniziale il numero 1 del mondo accetta passivamente lo scambio dal fondo permettendo a Nadal di servire per il secondo set. Ma lo spagnolo perde la battuta e poi il tie-break. Lo svizzero si rilassa nel terzo, cede il primo set del torneo, ma si riprende e dopo cinque sconfitte di fila torna a battere Nadal.

Il 23 luglio Novak Djokovic vince ad Amersfoort - vicino Amsterdam - il primo torneo della carriera superando il coetaneo Murray e pochi giorni dopo Federer sbanca l'Open del Canada. Quando Federer arriva a Cincinnati non perde prima della finale da 17 tornei di fila (dalla semifinale di Parigi 2005). La serie d'oro s'interrompe contro Murray che lo sorprende al secondo turno.
Il fulcro di un'estate scoppiettante è l'Open degli Stati Uniti, torneo scelto da Agassi per chiudere la carriera. Per il Kid, battuto da Nadal a Wimbledon, da Gonzalez a Los Angeles e dall'italiano Andrea Stoppini (n° 246 Atp) a Washington, ogni partita può essere l'ultima: soffre già al primo turno contro Pavel, recupera un break al quinto contro Baghdatis e infine cede in quattro set a Benjamin Becker. Dopo quattro minuti di standing ovation e lacrime copiose, Agassi prende il microfono in mano: "Il punteggio dice che oggi ho perso, ma quello che non dice è ciò che ho trovato. Durante questi 21 anni ho scoperto la fedeltà. Voi mi avete sostenuto in campo e nella vita. Ho trovato ispirazione. Avete sperato che io ce la facessi anche nei momenti più difficili. E ho trovato generosità. Mi avete offerto le vostre spalle su cui appoggiarmi, per raggiungere i miei sogni e non avrei mai potuto realizzarli senza di voi. In questi 21 anni, ho trovato voi e vi porterò con me per il resto della mia vita. Grazie".
Il torneo conferma lo strapotere di Federer messo sotto torchio da Blake in un quarto di finale entusiasmante: lo svizzero salva tre set point nel tie-break del primo set, serve invano per il match sul 5-3 del terzo (manca un match point nel tie-break), prima di chiudere 6-4 al quarto. Ma boccia Nadal, stoppato nei quarti dal "soldato" Youzhny, e promuove la rinascita di Roddick. A Flushing Meadows "A-Rod" vola, stende Verdasco in cinque set, vendica Agassi, strapazza Hewitt e annulla Youzhny in semifinale. L'11 settembre, a cinque anni dalla tragedia delle Torri Gemelli, Roger il meraviglioso si cuce al petto il nono Slam e il terzo US Open di fila. Il valido Roddick, che ha tutto il pubblico dalla sua tranne Tiger Woods (ospite d'onore nel box del campione svizzero), regge tre set ma schianta al quarto.
Il calendario di Federer è ancora ricco di appuntamenti: non perde da metà agosto e non perde fino a fine anno: fa nove centri a Tokyo, dieci a Madrid, undici a Basilea (è il primo titolo nella città natale) e dodici alla Tennis Masters Cup di Shanghai; salva tre match point a Roddick nel round robin, poi batte Nalbandian, Nadal e Blake per il suo terzo Masters. 

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