Lleyton Hewitt si conferma numero 1 del mondo vincendo Wimbledon, ma la finale più importante dell'anno è all'US Open. A New York Sampras vince lo Slam numero 14 battendo Agassi e poi dice addio al tennis.
di Luca Marianantoni | 03 novembre 2023
Il 10 marzo c'è ancora un successo di Sanguinetti che domina Andy Roddick sul cemento di Delray Beach; lo stesso giorno Andre Agassi firma a Scottsdale il 50° titolo della carriera. Il passo falso di Agassi a Indian Wells (battuto all'esordio da Kratochvil) lancia Hewitt verso una strameritata vittoria: l'australiano annienta Sampras in semifinale e Henman in finale. Due settimane dopo invece il Kid si fa trovare pronto e festeggia il quinto trionfo a Key Biscayne contro un Federer ancora in sofferenza sulla lunga distanza.
La Spagna monopolizza Monte Carlo con Juan Carlos Ferrero che rifila tre set a zero a Carlos Moya. Prima di Parigi la scena viene catturata dai due reduci della finale di Miami. Agassi, 13 anni dopo il match point mancato contro Mancini nel 1989, diventa gladiatore del Foro Italico distruggendo in finale Tommy Haas al termine di un torneo travolgente; la settimana dopo Roger Federer vince ad Amburgo il primo Masters Series della carriera superando Kuerten nei quarti e Safin in finale.
Il Roland Garros è tutto per le "furie rosse" che piazzano tre giocatori in semifinale: Juan Carlos Ferrero, Alex Corretja e Albert Costa. Ferrero recupera due volte uno svantaggio di due set a uno contro Coutelot e Gaudio, ma sono i limpidi successi su Agassi nei quarti e su Safin in semifinale a considerarlo il favorito della finale. Notevole anche il percorso di Albert Costa che negli ottavi stoppa il tre volte campione Kuerten e nei quarti recupera da 2-4 al quarto infilando 10 giochi di fila contro Guillermo Canas. I giorni di grazia di Albert Costa continuano: in semifinale annienta Corretja e in finale strappa a freddo due set a Ferrero (6-1 6-0) per poi annientarlo in quattro set.
Lleyton Hewitt torna a sorridere alla vista dell'erba grazie alla vittoria al Queen's su Henman, preludio alla grande cavalcata di Wimbledon. E' un torneo strano, vinto dal numero 1 del mondo, ma con molti protagonisti fuori forma. Gli spagnoli spariscono in poco tempo (Feliciano Lopez è l'unico su undici a raggiungere il "big Monday"), l'atteso Federer perde in tre al primo turno dal croato Ancic, il sette volte re Pete Sampras si fa estromettere al secondo dallo sconosciuto svizzero George Bastl (n° 145); turno fatale anche ad Agassi eliminato da Srichaphan e a Safin ridimensionato da "pollicino" Olivier Rochus, un belga di appena 1,68 m. Al taglio della prima settimana spariscono tutti gli americani e rimangono in corsa solo due (Hewitt ed Henman) delle prime sedici teste di serie. L'australiano perde gli unici due set del torneo nei quarti contro Schalken, poi batte Henman in semifinale e chiude l'avventura lasciando sei game, in un'ora e 56 minuti, a David Nalbandian, un argentino che gioca bene su tutte le superficie e in ogni zona del campo, ma che raramente dà il meglio nelle partite che contano.
Dopo Wimbledon la Spagna torna a brillare: Moya splende a Bastad, Umago e in finale a Cincinnati. A Newport vince Taylor Dent, figlio dell'australiano Phil, e all'Open del Canada trionfa l'argentino Guillermo Canas che blocca in finale l'esplosivo Roddick. Non va bene nemmeno a Hewitt che perde all'esordio in Canada da Mantilla, in finale a Cincinnati da Moya e al secondo turno a Indianapolis da Rusedski. Agassi vince a Los Angeles, ma perde da Hewitt nei quarti a Cincinnati e da Blake nei quarti a Washington. Male anche Sampras, eliminato da Haas al terzo turno in Canada e da Arthurs al secondo turno a Cincinnati.
Per la critica l'Open degli Stati Uniti 2002 è l'ultima vetrina possibile per Pistol Pete, a secco negli ultimi 8 Slam e senza più tante energie in corpo. Il sorteggio lo oppone al terzo turno a Greg Rusedski: cinque set diluiti in due "night session" per colpa della pioggia. Divampa la polemica: "Ho perso io, non ha vinto lui, mi sorprenderei se passasse un altro turno" dice l'anglo-canadese. La risposta di Sampras è secca: "Contro di lui non è stato necessario giocare meglio o essere più veloce". Il campo dà ragione all'americano che batte Haas, ridimensiona Roddick e supera Schalken in semifinale. A separarlo dal 14° Slam c'è il rivale di sempre, Andre Agassi, che impiega 3 ore per spazzare via Hewitt.
L'8 settembre 2002, a tre giorni dal primo anniversario della tragedia del World Trade Center, Pete Sampras e Andre Agassi danno vita all'ultimo atto della loro rivalità. Dal 3-3 del primo set Sampras fa il vuoto (vince 8 dei successivi 10 game) con la solita combinazione servizio-dritto. Avanti due set, Sampras si perde un po' sulla fine del terzo quando manca cinque palle per approdare al tie-break. Agassi sembra avere più birra in corpo, arriva alla doppia palla break sul 2-1 del quarto e ancora sul 4-3. Sampras sembra vacillare ma Agassi non riesce ad approfittarne. Pistol Pete resiste, fa il break e chiude con l'ultima volée di rovescio. Con 33 ace, 84 vincenti e 10 palle break annullate su 12, Sampras firma l'ultima vittoria di una carriera leggendaria.
Agassi invece si ributta nel circuito: vince il Masters Series di Madrid (posizionato in calendario al posto di Stoccarda). Hewitt limita i danni perdendo la finale di Bercy contro Safin. Quando si arriva alla Tennis Masters Cup di Shanghai, Agassi è l'unico che può insidiare Hewitt: ma dopo le due sconfitte rimediate nel round robin contro Novak e Ferrero, senza più chance, abbandona il torneo. La vittoria non scappa a Hewitt, vittorioso in finale in cinque set su Juan Carlos Ferrero. Le emozioni continuano perché la finale di Coppa Davis tra Francia e Russia si risolve all'ultimo set dell'ultima sfida. Sulla terra di Bercy tutto si decide nel match tra Paul Henri Mathieu e Mikhail Youzhny: il francese vince i primi due set, va avanti 2-1 e servizio al terzo, poi 4-2 e servizio nel quarto, ma alla fine a trionfare è il russo per 6-4 al quinto.