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Verso Torino: 1973, lo Slam rosso di Nastase e il boicottaggio

E' l'anno dei record di Ilie Nastase che vince 16 tornei tra cui Barcellona, Monte Carlo, Madrid, Roma, il Roland Garros, il Queen's, Cincinnati e il Masters di fine anno. Ma è anche l'anno del boicottaggio di Wimbledon.

di | 05 ottobre 2023

Il 1973 è una delle stagioni più ricche, intense, particolari, ma anche scandalose e sconvolgenti della storia del tennis. E' l'anno del boicottaggio di Wimbledon, della battaglia dei sessi, dello Slam rosso di Ilie Nastase, della prima super-sfida tra Borg e Connors e della nascita delle classifiche mondiali redatte dal computer.
La guerra tra federazione internazionale e Wct è sempre all'ordine del giorno. Preoccupata per la firma che l'organizzazione texana di Lamar Hunt strappa a Cliff Richey, all'epoca uno dei tennisti di punta e membro della squadra americana di coppa Davis, l'Itf cerca di porre rimedio stringendo un accordo con il Wct e consegnandoli di fatto quattro mesi del suo calendario: dall'Open d'Australia, il Grand Prix ripropone tornei soltanto da maggio in poi, lasciando per quattro mesi spazio alla spietata concorrenza.
Tuttavia, appena composta su questo fronte, la guerra scoppia in un altro settore molto delicato, quello della neonata Associazione giocatori, ovvero l'Atp. Il sindacato dei tennisti, un'idea che Jack Kramer trasforma in realtà solo un anno prima, non ha ancora i meccanismi ben oliati e non pare in grado di darsi un'organizzazione efficiente. Ma a giugno del 1973 si verifica un episodio che dà forza e unità ai giocatori. La goccia che fa traboccare il vaso è il provvedimento di squalifica inflitto dalla federazione jugoslava a Nikola Pilic, che rifiuta la convocazione per un incontro di Coppa Davis, preferendo disputare un altro torneo. La squalifica (originariamente di tre mesi, ridotti poi a uno) viene ratificata dalla Itf e dagli organizzatori di Wimbledon che quindi non accettano l'iscrizione di Pilic ai Championships.
Di fronte a questo affronto, i giocatori reagiscono con grande determinazione e sorprendente compattezza. Settantanove degli ottantatré membri dell'Atp decidono di non disputare Wimbledon. Pochissime le eccezioni: il rumeno Nastase che è il più forte del mondo, l'inglese Roger Taylor e tutti i giocatori dell'Europa dell'Est che non solo non sono iscritti all'Atp, ma devono seguire alla lettera gli ordini delle loro federazioni. Comunque sia, il torneo non ne risente, ha tantissimo pubblico e sono proprio due giocatori dell'Est, il cecoslovacco Jan Kodes e il georgiano Alex Metreveli, a qualificarsi per la finale, vinta in tre facili set da Kodes. Il boicottaggio di Wimbledon segna sul piano pratico la nascita dell'Atp - Cliff Drysdale è il primo presidente e Jack Kramer il primo direttore esecutivo -  che da quel momento diviene una componente fondamentale dell'organizzazione tennistica.

Ma facciamo un passo indietro. L'anno inizia con la vittoria di John Newcombe all'Open d'Australia, conquistato a mani basse, battendo in finale il neozelandese Onny Parun. Stan Smith poi impone la sua legge nel Wct, conquistando 6 tappe su 11, più le finali di Dallas su Arthur Ashe. Ma il dominatore assoluto della stagione risponde al nome di Ilie Nastase che arriva a Wimbledon con in tasca già 10 tornei. Tre se li aggiudica nel circuito di Bill Riordan, utilizzato da Connors per farsi le ossa (a Omaha e Washington Nastase vince in finale proprio su Jimbo). Poi sbarca in Europa nel circuito del Mediterraneo imponendosi a Barcellona, Madrid e Firenze, battendo sempre in finale l'ottimo Adriano Panatta che si vendica il 12 maggio quando supera Nastase in finale sulla terra di Bournemouth. E' un grande successo per il romano che poche settimane dopo gioca la sua prima semifinale a Parigi, dopo aver fatto fuori negli ottavi l'astro nascente Bjorn Borg, perdendo però malamente da Pilic.
Ma l'impresa delle imprese del rumeno è quella di diventare il primo giocatore della storia a conquistare in meno di due mesi i tre tornei sul rosso più importanti di tutto il circuito. Sbanca Monte Carlo sul giovanissimo Bjorn Borg, vince Parigi senza perdere set su Nikola Pilic e infine (quell'anno Parigi precede Roma) fa terra bruciata anche al Foro Italico seppellendo con un triplice 6-1 Manuel Orantes in finale. A Wimbledon il rumeno è di gran lunga il favorito numero 1: vuoi per la rinuncia di tutti i più forti, vuoi perché la finale persa l'anno prima con Smith grida ancora vendetta e vuoi perché domina il torneo del Queen's. A Church Road vince i primi tre turni molto facilmente su Plotz, Molina e Sakai, ma agli ottavi non riesce a controllare le traiettorie maligne di Sandy Mayer che lo attacca dalla prima all'ultima palla eliminandolo in quattro set.

La delusione, in un animo guascone come il suo, svanisce presto. Vince ancora sei tornei, stabilendo un record mai più superato di 16 titoli in stagione. Il 23 agosto, quando l'Atp pubblica per la prima volta le classifiche computerizzate, Nastase è il primo numero 1 della storia. L'Italia sorride con i suoi pupilli: Adriano Panatta è numero 8 e Paolo Bertolucci 12.
Ma prima che la stagione vada in archivio, tra ottobre e la fine di novembre, altri tre appuntamenti risultano d'importanza storica: il 20 ottobre all'Astrodome di Houston, davanti a 30.472 spettatori, va in scena la più sensazionale battaglia dei sessi della storia dello sport. Da una parte la leggendaria Billie Jean King, numero 1 del mondo a fine 1972, e dall'altra Bobby Riggs, 55enne ex numero 1 del mondo e vincitore nel 1939 dell'ultima edizione di Wimbledon prima della Guerra. Battendosi come una leonessa, Billie Jean King sconfigge in tre set (6-4 6-3 6-3) Riggs, noto anche per la sua passione per le scommesse. Non sapremo mai se Riggs abbia puntato qualche biglietto verde sulla propria sconfitta, ma rimane il fatto incredibile dell'impatto che quell'avvenimento ha sulla storia del tennis e soprattutto sulla storia del tennis femminile.
Il 10 novembre a Stoccolma va in scena il primo testa a testa tra Bjorn Borg e Jimmy Connors, la coppia di rampolli che scalpita alle spalle dei più forti, pronti al salto di qualità che sarebbe avvenuto pochi mesi dopo. I due si affrontano in semifinale e vince Borg al tie-break del terzo set dopo essere stato sotto di un break (4-3 e servizio Connors) nel set decisivo. Il 30 novembre, a Cleveland, inizia una storica finale di coppa Davis che l'Australia vince di schianto per 5-0 sugli Stati Uniti schierando la più forte formazione di sempre: Rod Laver e John Newcombe (vincitore a settembre dell'Open degli Stati Uniti) titolari in singolare e doppio, Ken Rosewall e Mal Anderson in panchina.
La stagione dei tornei si conclude all'Hynes Auditorium di Boston per la quarta edizione del Masters che celebra il terzo successo consecutivo di Nastase. Il rumeno inizia male, perde il match inaugurale contro Tom Gorman ma viene graziato nell'ultima giornata da Kodes. La vittoria del ceco promuove alle semifinali Nastase che poi sconfigge Connors e Okker in una finale risolta in quattro set.
Il 17 dicembre l'Atp pubblica il primo ranking di fine anno della sua storia. Ilie Nastase è primo con una media punti a torneo pari a 10,41, secondo è John Newcombe con 8,29, terzo Jimmy Connors con 7.35, quarto Tom Okker con 6,98. Che guarda caso sono anche i quattro semifinalisti dell'appena concluso Masters. Gli altri top 10 sono Smith, Rosewall, Orantes, Laver, Kodes e Ashe. Panatta è numero 14, Bertolucci 20, Zugarelli 69 e Barazzutti 76.

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