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Sinner “stende” anche Lehecka: è di nuovo in "semi" contro Alcaraz!

Il gran momento di Jannik prosegue anche ad Indian Wells nel primo Masters 1000 della stagione: l’azzurro liquida in due set anche il ceco (n.32), protagonista fin qui di un gran torneo. L’altoatesino, arrivato a 16 match vinti di fila, con l’obiettivo del secondo posto del ranking quasi a portata di mano, ritroverà proprio "Carlitos"

di | 14 marzo 2024

Jannik Sinner esulta (foto Getty Images)

Jannik Sinner esulta (foto Getty Images)

Sono 16 successi, dall’inizio di un 2024 che lo vede imbattuto…and counting! Ma quel che impressiona forse di più sono i soli quattro set concessi agli avversari tra Melbourne (tre) e Rotterdam (uno). E sì perché nel deserto californiano il suo ruolino di marcia è assolutamente immacolato. Seconda semifinale consecutiva per Jannik Sinner al “BNP Paribas Open”, primo ATP Masters 1000 della stagione che si sta disputando sul cemento dell’Indian Wells Tennis Garden. E sesta complessiva nella categoria di tornei seconda solo agli Slam.

Nei quarti il 22enne di Sesto Pusteria, n.3 del ranking e del seeding, ha sconfitto per 63 63, in un’ora e 24 minuti di partita, il ceco Jiri Lehecka, n.32 ATP e 32esima testa di serie, vincitore in gennaio ad Adelaide del suo primo titolo ATP, che nel torneo aveva fatto fuori - per giunta in due set - prima il russo Rublev (n.5) e poi il greco Tsitsipas (n.11) centrando per la prima volta un posto tra i migliori otto in un “1000”.

Per l’altoatesino 3 ace e 2 doppi falli, il 53% di prime in capo con l’85% dei punti conquistati ed un 63% di punti vinti anche con la seconda di servizio. Una palla-break concessa ed annullata (nell’ottavo gioco nel primo set) quando peraltro era già in vantaggio di un break. A referto 12 vincenti a fronte di soli 5 gratuiti (8 contro 14 il bilancio di Lehecka.

Temperatura decisamente più bassa rispetto alle giornate precedenti: c’è vento con anche una minaccia incombente di pioggia. Sta di fatto che Sinner decide di scendere in campo con la maglia a maniche lunghe sotto la t-shirt (per proteggere un po’ anche il gomito?).

Il match. Tra i due c’era un solo precedente, favorevole all’altoatesino che si era imposto sul 22enne di Mlada Boleslav in due set negli ottavi del Challenger di Ostrava (terra rossa) nel 2019. Jannik centra il break con un passante di rovescio lungolinea, alla quarta palla utile (le prime tre il ceco le cancella grazie al servizio), già nel terzo gioco del primo set.

L’azzurro consolida il vantaggio (3-1): Lehecka continua a restare in scia (3-2). Nell’ottavo game Sinner si complica inaspettatamente la vita offrendo una chance di contro-break al suo avversario, cancellata subito però con una prima più che robusta (5-3).

Il ceco va fuori giri tentando di tenere molto alto il ritmo: nel nono gioco annulla con un ace il primo set-point e con una prima robusta al corpo il secondo ma sul terzo il rovescio incrociato di Lehecka termina in corridoio e l’azzurro incamera il 6-3.

Nella seconda frazione Lehecka (su consiglio di coach Tomas Berdych?) prova ad usare un po’ più il campo senza picchiare come un fabbro su ogni palla. Sinner però non si scompone e continua a governare gli scambi con estrema decisione (2-1).

Nel quarto game il ceco annulla una prima palla-break ma sulla seconda la sua stop-volley non è efficace mentre il passante dell’azzurro invece sì (3-1). Jannik conferma il vantaggio (4-1): Jiri, nonostante non sia proprio mentalmente lucidissimo, prova a restare attaccato (4-2) nella speranza di qualche regalo tricolore.

Che però non arriva, perché Sinner supplisce con un paio di recuperi in corsa a due doppi falli e ad una prima che non ne vuole sapere di funzionare (5-2). Poco dopo con un rovescio incrociato stretto si procura due match-point che Lehecka annulla con altrettante prime prima di portare a casa un altro gioco (5-3). Nel nono game Jannik si procura altri tre match-point (consecutivi): sul primo “stecca” il diritto ma sul secondo (il quarto complessivo) il diritto incrociato non perdona (6-3).

Un recupero di diritto in allungo di Jannik Sinner (foto Getty Images)

Sabato in semifinale - la sesta in carriera a livello “1000” - Sinner dovrà vedersela di nuovo con lo spagnolo Carlos Alcaraz, n.2 del ranking e del seeding nonché campione in carica, nella rivincita di dodici mesi fa (una sfida che potrebbe valere la seconda piazza mondiale). Nella notte il 20ene di El Palmar (Murcia) ha regolato 63 61, in poco meno di un’ora e mezza di partita (interrotta da un lungo stop per l’invasione di uno sciame d’api), il tedesco Alexander Zverev, n.6 ATP e sesta testa di serie. In parità (4-4) il bilancio dei precedenti tra Jannik e “Carlitos” ma l’azzurro ha vinto gli ultimi due: in semifinale a Miami ed in semifinale a Pechino lo scorso anno.

Indian Wells potrebbe rappresentare una tappa importante nella scalata dell’azzurro al vertice del ranking. Jannik, attualmente n.3 ATP, può infatti puntare alla seconda posizione (sarebbe un altro record per il tennis tricolore), occupata dallo spagnolo Alcaraz, campione in carica: se sabato lo batterà in "semi" centrerà l'obiettivo. Per Sinner è la quarta partecipazione al Masters 1000 californiano dove dodici mesi fa è stato stoppato in semifinale proprio dallo spagnolo.

Iniziato l’anno col botto, cioè il primo trofeo Slam conquistato all’Australian Open di Melbourne, Jannik è andato a segno anche sul veloce indoor di Rotterdam a metà febbraio portando a 12 il numero dei trofei in bacheca. La serie positiva di Sinner in effetti è ancora più lunga (19 successi complessivi) perché parte dalla fine del 2023 con le tre vittorie alle Davis Cup Finals di Malaga, dove l’Italia ha conquistato il secondo titolo della sua storia, a 47 anni di distanza dal primo.

L’ultimo giocatore capace di battere l’azzurro è stato Novak Djokovic nella sfida per il trofeo delle Nitto ATP Final di Torino lo scorso novembre. Negli ultimi sei mesi (post Us Open) l’altoatesino ha giocato 38 partite perdendone due soltanto: la già menzionata finale torinese contro Nole e in precedenza il match degli ottavi del “1000” di Shanghai contro Ben Shelton, sconfitto martedì proprio negli ottavi in California. Di contro a vinto quattro titoli: tre “500” ed uno Slam. Ma soprattutto in questo arco di tempo ha firmato un fantastico 12 su 13 nelle sfide contro top ten (4 successi contro Medvedev, 3 contro Djokovic, 2 contro Rublev ed 1 contro Alcaraz, Rune e Tsitsipas).

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