-
Atp

Arnaldi al primo ottavo Masters 1000, coach Petrone: “Matteo ha trovato l’equilibrio”

Il coach del 23enne sanremese Arnaldi accoglie con serenità il primo ottavo in un Masters 1000: “La sfida con Alcaraz è stata di grande aiuto, ora sa cosa serve per rimanere al top”

di | 26 marzo 2024

Matteo Arnaldi con coach Alessandro Petrone

Matteo Arnaldi con coach Alessandro Petrone

L'Hard Rock Stadium è incorniciato dalle curve del circuito che tra qualche settimana ospiterà il Gran Premio di Formula 1. Nel lungo rettilineo sono posizionati una ventina di campi di allenamento che con il passare dei giorni si svuotano, e che nella seconda settimana regalano riservatezza e serenità. Qui, sul campo numero 21, Matteo Arnaldi  ha messo il primo mattoncino sulla costruzione del suo ottavo di finale nel Masters 1000 di Miami: alle ore 13 locali, il sole e qualche goccia di pioggia hanno accompagnato il suo allenamento in vista della sfida al ceco Tomas Machac.

Sarà il primo ottavo di finale in un Masters 1000 della sua carriera, sarà un altro deciso passo verso la top 30… eppure non c’è euforia, non c’è appagamento; il team è sereno e concentrato, vive con grande naturalezza la stagione dei sogni e l'ennesimo piccolo grande traguardo di questo 2024: “Non ci facciamo caso – spiega Alessandro Petrone, storico coach di Arnaldi - pensiamo solo a lavorare e a preparare la prossima partita. La sfida con Alcaraz a Indian Wells è stata importante, sono le partite che ti fanno capire a che punto sei e cosa ti manca per arrivare e rimanere ad alto livello. L’abbiamo analizzata e Matteo è stato bravo a capire cosa gli manca, sia in allenamento sia nella gestione della partita, per rimanere a questi livelli. Ed è stato bravo a metterlo subito in pratica, qui, fin dal primo match con Fils. Ha giocato tre match solidi ed è stato bravo a chiuderli sempre in due set. Tende a perdersi a inizio set, invece è stato bravo a tenere sotto controllo questa criticità che aveva palesato nell’ultimo periodo. Questo gli ha permesso di arrivare alla seconda settimana, siamo contenti e carichi”.

L'abbraccio tra Matteo Arnaldi e il suo coach Alessandro Petrone (foto Sposito)

Con il torneo di Miami si chiude di fatto un cerchio, un anno fa Matteo perdeva al primo turno delle qualificazioni e già dalla settimana successiva (con la vittoria nel challenger di Murcia, ndr) iniziava la sua ‘nuova’ parte di carriera: “Lo scorso anno aveva appena iniziato a frequentare il circuito ATP, erano solo i primi mesi e ha avuto bisogno di un periodo di assestamento, è del tutto normale. Inoltre non era stato bene a Dubai e Doha ed era arrivato a Miami con poca fiducia e poche partite vinte. Subito dopo siamo tornati sulla terra rossa e da lì è stato bravo a trovare un equilibrio, ha vinto il challenger a Murcia e ha preso fiducia con i risultati di Madrid, Roma, Roland Garros, la vittoria con Ruud”.

Equilibrio, un termine che Petrone utilizza spesso: “Non ci sono segreti  - spiega -, Matteo ha trovato l’equilibrio nella sua vita. Ha le persone giuste nel suo team, o almeno spero…. (dice con un sorriso)… lavoriamo bene in campo e stiamo bene fuori dal campo, cosa per certi versi più importante, e i risultati sono una naturale conseguenza”.

Per regalare una nuova storia alla sua stagione dei sogni, per centrare il primo quarto in un 1000, martedì Matteo affronterà il 23enne ceco Tomas Machac: “Lo studieremo bene e ne parleremo la mattina, come facciamo di solito, il giorno del match. Proprio un anno fa ci ha giocato a Dubai ma è una partita che non fa testo. Ci siamo allenati qui con lui la scorsa settimana, lo conosciamo e di certo sarà una partita completamente diversa rispetto alle ultime due. E’ un avversario con caratteristiche diverse, tira forte, scambia tanto e sa fare tutto molto bene. La sua arma migliore è il rovescio lungolinea. Serve bene, preciso, e risponde bene. Matteo dovrà fare una partita solida, aspettando il momento giusto per fargli male e cogliere le occasioni”.

Loading...

Altri articoli che potrebbero piacerti