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In questa storia di promesse mancate Roger Federer c'entra, come c'entrano pure Rafael Nadal e Novak Djokovic. I tre che insieme contano 66 Slam in bacheca, i tre che insieme hanno monopolizzato ormai quasi 20 anni di tennis mondiale, dando vita ad almeno un paio (se non di più) di generazioni perdute
di Cristian Sonzogni | 06 novembre 2023
Forse il 'Re degli incompiuti' è proprio lui, Grigor Dimitrov detto Grisha, 32 anni e un numero 3 del mondo da sventolare come bandiera (insieme a un titolo delle Finals) ma con tre semifinali Slam come primato nei Major. Che sarebbero una benedizione per tanti, ma diventano una delusione se fin dall'inizio della carriera ti avevano etichettato come il nuovo Roger Federer. Ecco, in questa storia di promesse mancate Roger c'entra, come c'entrano pure Rafael Nadal e Novak Djokovic. I tre che insieme contano 66 Slam in bacheca, i tre che insieme hanno monopolizzato ormai quasi 20 anni di tennis mondiale, dando vita ad almeno un paio (se non di più) di generazioni perdute.
Dimitrov è il primo che viene in mente, se questo è il tema del discorso, e a rinvigorire la sua candidatura come primo dei secondi ci sono quelle lacrime versate alla fine del match decisivo di Parigi Bercy, mentre Novak Djokovic stava raccontando alla televisione il suo trionfo numero 40 nei Masters 1000. Il bilancio di Grisha coi Big 3? Eccolo: 1-7 con Federer, 1-14 con Nadal, 1-12 con Nole.
Gli incompiuti
Chi potrebbe contendere al bulgaro la poco ambita leadership in questo settore è uno che il circo lo ha già abbandonato. Lui è Tomas Berdych, è stato numero 4 e ha pure raggiunto quello che a Grisha non è mai riuscito, una finale Slam. Solo che poi, a Wimbledon nel 2010, a vincere fu Rafael Nadal. Anche il bilancio del ceco coi fenomeni è certamente migliore di quello del collega. Contro Roger, per esempio, Tomas ha vinto 6 volte (contro 20 sconfitte), contro Rafa 4 volte (a fronte ugualmente di 20 partite perse), contro Nole 3 volte (per 25 sconfitte). Insomma, materiale per incubi vari nel post carriera ce n'è comunque abbastanza. Restando fra i giocatori dotati di talento, come non citare David Goffin: un ultimo atto delle Finals (nel 2017, sconfitta con Dimitrov che grida ancora vendetta) e poco più. Anche il belga ha battuto tutti i Big 3, ma prima e dopo è rimasto profondamente scottato dalla loro superiorità. Il bilancio? 1-7 con Nole, 2-5 con Rafa, 1-10 con Roger.
In questa lista di incompiuti c'è tanta Francia, e non poteva essere altrimenti. Vanno citati almeno quattro personaggi che pur facendo la storia del tennis dentro al loro Paese, sono sempre andati a un passo dai trionfi che contano senza però arrivare in fondo. Parliamo di Jo-Wilfried Tsonga, Gael Monfils, Richard Gasquet e Gilles Simon. Con Jo che è stato l'unico a prendersi una finale Slam, nel 2008 in Australia (sconfitta contro Nadal), punto più alto di una carriera che poi è scivolata verso troppi dubbi e qualche acciacco. Ancora peggio è andata agli altri tre, tanto che alla conta dei risultati siamo poco distanti dalla generazione dei Grosjean e dei Clement. Di certo, Oltralpe si aspettavano qualcosa di meglio.
Lo stesso vale per diversi giocatori spagnoli, anche se in questo caso la Spagna non ne ha risentito particolarmente, considerato che Nadal era parte del 'problema'. Quanti 1000 e Slam sul rosso avrebbe vinto uno come David Ferrer, se non avesse incrociato Rafa sulla sua strada? E ancora: il talento di personaggi come Fernando Verdasco e Feliciano Lopez sarebbe esploso a livelli più alti, senza quella sensazione di impotenza che li prendeva spesso e volentieri di fronte ai 3 fenomeni? Non lo sapremo mai. Come non potremo mai sapere quanto avrebbero vinto quelli che comunque, in un modo o nell'altro, un Major lo hanno portato a casa: Thiem, Del Potro, Cilic. E non potremo mai sapere come si sarebbero evolute le carriere dei Nishikori, dei Raonic, dei Kevin Anderson. Quelli che oggi cataloghiamo nella categoria 'buoni giocatori' e che invece in un universo parallelo senza Rafa, Roger e Nole si sarebbero meritati l'appellativo di campioni.
Il problema delle 'lost generation' non è soltanto degli Over 30. Perché pure tra gli ultimi protagonisti ci sono diversi giocatori che fin qui sono stati bruciati dalle troppe attese, scontratesi con la cocciutaggine di coloro che non vogliono muoversi dalla vetta. Fino all'altroieri Rafael Nadal, oggi Novak Djokovic. Parlare di incompiuti per gente come Tsitsipas, Zverev, Rublev, Shapovalov o Kyrgios, forse sarebbe poco coerente, vista la loro età e visto che le rispettive carriere sono ben lontane dalla conclusione. Ma per evitare di fare la fine di chi la ha preceduti, sarebbe meglio che tutti quanti smettessero di chiedersi quando si ritirerà Djokovic e cominciassero a trovare la chiave per batterlo. E dunque spingerlo al ritiro prima che punti deciso verso i 30 Slam.