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Fritz, elogio alla terra: "Necessaria per essere top 10"

"So bene - dice Taylor - che nelle generazioni precedenti alla mia, diversi americani giocavano poco su questi campi, ma sul rosso ci sono 3 Masters 1000 e uno Slam: come potrei dirmi un top player se non produco buoni risultati su terra?"

14 maggio 2024

Taylor Fritz (FITP)

Taylor Fritz (FITP)

Finale a Monaco di Baviera, semi a Madrid, ora i quarti a Roma. Se non è ancora amore, il rapporto tra Taylor Fritz e la terra battuta sta almeno virando verso l'amicizia. E la vittoria contro Grigor Dimitrov, in particolare per il modo in cui è stata ottenuta, rappresenta una dimostrazione ulteriore dell'ottima condizione dell'americano. 

“Ho dovuto dimenticare il tie-break del secondo set – spiega Fritz alla stampa – perché l'ho giocato bene ma l'ho perso. Avrei potuto pensarci a lungo, capire come avrei potuto giocare un paio di punti in particolare, invece l'ho accettato e sono andato avanti. Altrimenti avrei perso il match, senza dubbio”.

Fritz si sta rivelando un americano anomalo. Al contrario di tanti delle generazioni passate, la stagione su terra per lui rappresenta un must. “Per me è stata decisamente una bella partenza su terra battuta quest'anno, sono concentrato sul giocarmi ogni evento al meglio delle mie possibilità. So bene che nelle generazioni precedenti alla mia, diversi americani giocavano poco su questi campi, ma sul rosso ci sono 3 Masters 1000 e uno Slam: come potrei dirmi un top player se non produco buoni risultati su terra? Se voglio tornare nei top 10 devo giocare bene qui, e inoltre mi piace sfruttare tutta la stagione usando quelle caratteristiche del mio gioco che si adattano alla superficie. È divertente provarci”.

Il rovescio di Taylor Fritz (foto Getty Images)

Taylor è in sostanza un abitudinario. Sia nei comportamenti sul campo, sia in quelli nei momenti di relax. “Quando avevo 18 o 19 anni – spiega – avevo pensato di aggiungere 5 grammi alla mia racchetta, che non sono nulla, e già mi sembrava troppo pesante. Non mi sono trovato a mio agio, quindi sono tornato indietro e non ho più fatto grandi cambiamenti. Forse col tempo ho messo qualche chilo in meno di tensione. Se vedo che qualcosa non funziona, posso cercare di cambiare atteggiamento anche in mezzo alla stagione, ma se proseguo così non ci sono ragioni per fare qualcosa di diverso. Sono soddisfatto del mio tennis. I videogames? Sì, mi piacciono e ho provato anche quelli di tennis. Ma il punto è che questa passione per me è un modo per staccare: ci gioco per stare lontano dal tennis, non voglio stare sempre sullo stesso tema, il mio lavoro, anche quando mi rilasso. Quando sto bene in campo e mantengo un atteggiamento positivo, solitamente gioco anche bene ai videogames. Ma non so se ci sia qualche legame o sia una coincidenza”.

Il 2024 è anno olimpico, e per tutti il doppio passaggio terra-erba sarà una sfida particolare e complicata. “Per me la programmazione non cambia, rimane uguale, anche con le Olimpiadi di mezzo. Da Monte-Carlo in avanti ho messo tanti tornei in programma e mi sto trovando bene. Parigi? Sarà strano tornare a giocare su terra dopo Wimbledon e l'erba, ancora di più perché mi sento bene e mi sarebbe piaciuto continuare senza cambiare superficie. L'obiettivo sarà arrivare a Parigi un po' prima per adattarsi alle condizioni di gioco. Ci sarebbe anche l'opzione di disputare un torneo prima delle Olimpiadi, ma non credo che la sfrutterò”.

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