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Che caos la Race to Torino dopo i primi 4: da Rune con la schiena rotta a Ruud che non convince, da De Minaur che scivola ai poco convincenti Rublev e Fritz, agli altri americani che sono fermi da un po’
di Vincenzo Martucci | 06 ottobre 2023
Tutti guardano a Jannik Sinner, ed è giusto così, visto che è italiano e, dopo la qualificazione da riserva che entra poi in gioco per l’infortunio di Matteo Berrettini nel 2021, quest’anno sta per qualificarsi direttamente fra i magnifici 8 del Masters del 12-19 novembre a Torino. “Jan” il rosso è a quota 4865 punti, a 30 appena dalla fatidica soglia di 4895 che promuove alla passerella finale stagionale al PalaAlpitour, insieme a Novak Djokovic (8945), Carlos Alcaraz (6365) e Daniil Medvedev (6900). Ma alla spalle dell’altoatesino la situazione si fa di giorno in giorno più incerta ed ingarbugliata.
CRISI RUNE
Il ventenne danese che, dopo l’acuto di 12 mesi fa a Parigi Bercy, dov’aveva infilato una serie di top ten, Hurkacz (10), Rublev (9), Alcaraz (1), Auger Aliassime (8) e Djokovic (7) in finale, sembrava lanciato verso un 2023 da favola, non ha raggiunto i risultati sperati soprattutto nei grandi tornei. Anzi, proprio per forzarsi, a dispetto di evidenti problemi alla schiena che si irradiano alle gambe e alla spalla sin da maggio a Roma, ha continuato a giocare col dolore. Con la conseguenza che, dai quarti di Wimbledon, ha perso 6 delle ultime 7 partite, inclusa quella troppo netta - 60 62 - all’esordio al Masters 1000 di Shanghai contro il muscolare Nakashima, scaduto al 122 ATP e al primo successo contro un top 10. Vedendo quindi diminuire notevolmente le chances di qualificarsi al Super8, da ottavo al momento nella Race to Torino, a 3110 punti.
Al di là dell’onere di impegni economici e quindi di tornei da disputare per contratto e bonus degli sponsor in base alla classifica, Rune dovrebbe semplicemente fermarsi fino alla campagna australiana di gennaio, per fortificare la muscolatura ed evitare pericolose compensazioni sulle altre articolazioni, e quindi anche repentine e pericolose innovazioni tecno-tattiche (come sistematici attacchi all’arma bianca a rete come s’è visto a Shanghai per evitare lunghi scambi da fondo).
E se non si fermerà al più presto rischia di compromettere anche l’inizio della prossima stagione.
RUUD & DE MINAUR
Se Atene piange, Sparta non ride. Un altro atteso protagonista, peraltro un altro scandinavo, il norvegese Casper Ruud, che non poteva confermarsi ai livelli di eccellenza del 2022 - con due finali Slam più quella del Masters e il numero 2 del mondo -, sta stentando su qualsiasi superficie, anche se ha bissato la finale sulla terra rossa di Parigi. Per cui è disperatamente agganciato a Shanghai. Al momento è decimo della Race con 2795 punti con un obiettivo massimo di 3705, che comunque lo terrebbe ancora lontano dalla soglia-promozione.
Anche se in Cina sta già ricevendo qualche aiutino, a cominciare dall’inatteso ko precoce di Alex De Minaur contro Fabian Marozsan, appena al secondo scalpo di un top 20 in carriera, dopo quello ancor più clamoroso di Carlos Alcaraz (allora 2) a Roma. Ma lo spagnolo s’era presentato per onor di firma, schiacciato dai troppi tornei in casa e dall’imminente scommessa-Roland Garros, mentre l’australiano era motivatissimo nella corsa verso Torino, al numero 11 della classifica specifica, con 2515 punti che attendono al più presto di essere rimpinguati.
RUBLEV & FRITZ
Subito dietro Sinner, al quinto posto della Race per il Masters, a quota 3685 punti, c’è il russo Andrey Rublev, anche lui non in grande spolvero dopo la delusione dei quarti di New York contro l’amico Medvedev, che comunque può al massimo aspirare dopo Shanghai ad arrivare a 4675 punti. Quindi c’è Stefanos Tsitsipas, a 3580 punti, in crisi senza fine, e subito dopo Sasha Zverev, al settimo posto, con 3415, che forse è il più positivo del lotto, sicuramente in crescita e sicuramente favorito col tennis-bazooka sulle superfici indoor di fine stagione, ma che comunque contro i big e nei grandi tornei non è ancora riuscito a lasciare un segno davvero decisivo che lo rilanci al top.
Così come Taylor Fritz, nono, con 2930 punti, quest’anno ha sorriso solo sul cemento di casa di Delray Beach ed Atlanta, mancando anche lui lo sprint una volta entrato fra i top ten. Un po’ come gli amici yankees, Tommy Paul, 12° con 2445 punti e Frances Tiafoe 13° con 2175. Tutti in campo in Cina sognando un posto a Torino, ma lontanissimi dai primi 4, il trio già qualificato aritmeticamente e il nostro Sinner, virtualmente già all’AlpiTour.