
Chiudi
Slitta ancora il rientro di Nadal, che saluta la top ten dopo quasi 18 anni. A Dubai Medvedev vince il terzo torneo di fila. Sorpresa De Minaur ad Acapulco: Jarry rinasce a Santiago. Niente California per Nole: ne approfitta Carlos che vince il titolo e torna in vetta al ranking. Jannik centra la semifinale in California e la finale in Florida. Wimbledon riammette tennisti russi e bielorussi
di Tiziana Tricarico | 20 dicembre 2023
Mancava solo l’ufficialità, ora c’è: Nadal non sarà al via nei due Masters 1000 sul cemento statunitense Rafa si era già cancellato dall’esibizione di Las Vegas del 5 marzo per l’infortunio contro McDonald al secondo turno degli Australian Open (gli esami avevano evidenziato una lesione di secondo grado all’ileo-psoas della gamba sinistra, ovvero il muscolo che agisce come flessore dell’anca: i tempi di recupero per questo tipo di infortunio vanno in genere dalle sei alle otto settimane).
Il maiorchino potrebbe tornare in campo a Monte-Carlo e da lì iniziare la stagione sul “rosso” che lo porterà al Roland Garros, teatro dello scontro con Djokovic che a Melbourne ha eguagliato il suo record Slam (22 titoli). Non potendo confermare o migliorare i 600 punti della finale persa a Indian Wells l’anno scorso (a Miami non giocò perché infortunato), Nadal sa già che lunedì 20 marzo uscirà dalla top ten dopo 913 settimane, un record. Ci era entrato il 25 aprile 2005 dopo il successo su Ferrero nella finale di Barcellona.
GLI EMIRATI ARABI SORRIDONO SOLO A “SONNY”
Subito fuori i due giovani azzurri in campo nel primo turno del “Duty Free Tennis Championships” (ATP 500 - montepremi 2.855.495 dollari) sul cemento di Dubai, negli Emirati Arabi Uniti. Contro un giocatore che più “on-fire” non si può, è praticamente una “mission impossible” quella di Matteo Arnaldi, che però non ha sfigura affatto. Il 22enne sanremese, n.111 ATP, arrivato a Dubai con i postumi di un virus influenzale, ripescato in tabellone come lucky loser, cede 64 62 al russo Medvedev, n.7 del ranking e 3 del seeding, reduce dai trionfi back-to-back di Rotterdam e Doha. Fuori anche Francesco Passaro, 22enne perugino, n. 110 ATP, anche lui lucky loser, sconfitto 62 63 dallo svedese Mikael Ymer, n.59 ATP.
Parte bene e prosegue meglio Lorenzo Sonego: il 27enne torinese, n.67 ATP, dopo il successo in due set sull’elvetico Huesler, n.51 del ranking, elimina al secondo turno 76(4) 64 il canadese Auger-Aliassime, n.9 del ranking e 4 del seeding, firmando il quinto successo in carriera contro un top ten. Nei quarti, però, va sbattere contro Alexander Zverev, n.16 del ranking e settimo favorito del seeding: il tedesco, nella miglior versione vista dal rientro nel tour dopo il grave infortunio alla caviglia destra nelle semifinali del Roland Garros 2022, s’impone 75 64.
NOLE MARCIA SPEDITO, DANIIL DI PIU’
A un mese dalla vittoria a Melbourne, Djokovic torna in campo e batte solo al tie-break del terzo set il qualificato ceco Machac, n.130 ATP: poi però concede solo cinque giochi all’olandese Griekspoor, n.39 ATP, e supera ancora in due set il polacco Hurkacz, n.11 del ranking e 5 del seeding, reduce dal successo di Marsiglia. Medvedev va come un treno. Il 27enne moscovita dopo Arnaldi liquida in due set anche il kazako Bublik, n.46 ATP, ed io croato Coric, n.20 del ranking ed ottavo favorito del seeding. Dopo 15 match su 15 vinti da inizio stagione, però, Nole lascia via libera a Medvedev (64 64 lo score): dopo la storica finale degli US Open 2021, in cui il russo aveva impedito al serbo di completare il Grande Slam, Djokovic non ci aveva più perso.
Dall’altra parte del tabellone c’è un altro russo che si fa largo prepotentemente. Rublev, n.6 del ranking e secondo favorito del seeding, è il campione in carica: al secondo turno però rischia di brutto contro Davidovich Fokina, n.29 ATP. Andrey dopo aver perso il primo set si ritrova indietro 6 a 1 nel tie-break della seconda frazione prima di annullare 5 match-point infilando 7 punti consecutivi (con doppio fallo finale dello spagnolo) e rinviando il discorso al terzo, dove finisce per imporsi 16 76(6) 76(3). In semifinale il russo frena la corsa di Zverev, battuto 63 76(9) ma ha bisogno di 6 match-point per riuscire a chiudere.
URAGANO MEDVEDEV SU DUBAI
Come un uragano Medvedev si abbatte sul connazionale Rublev, lo straccia con un netto 62 62 in appena 68 minuti di gioco. Uno strapotere assoluto quello di Daniil: inutilmente Andrey tenta di variare il più possibile, fa qualche sortita a rete, spinge ora con l’incrociato ora con il lungolinea, ma inutilmente. Per Medvedev è la 14esima vittoria consecutiva e del terzo centro in tre settimane (Rotterdam e Doha i precedenti): in queste 14 partite ha perso appena 3 set. Daniil firma il 18° titolo in carriera, il primo a Dubai.
AD ACAPULCO I BERRETTINI…SONO DUE!
Doppio ritiro, doppio sorriso. I fratelli Berrettini avanzano agli ottavi dell’“Abierto Mexicano Telcel” (ATP 500 - montepremi 2.013.940 dollari) sul cemento di Acapulco, agevolati entrambi dal forfait degli avversari a partita in corso. Matteo, n.24 ATP, gioca e vince 7 game prima che lo slovacco Molcan, n.57 ATP, abbandoni per un infortunio al polso: per il romano è la sua prima vittoria stagionale dopo quelle in United Cup. Festeggia anche Jacopo, n.852 del ranking, promosso dalle qualificazioni, che ottiene la sua prima vittoria ATP in carriera superando Otte, n.78 ATP: il tedesco si ritira con l’italiano in vantaggio 36 76(3) 2-1.
Matteo prosegue e centra i quarti grazie al doppio 6-3 rifilato allo svedese Elias Ymer, n.178 ATP. Finisce invece il sogno di Jacopo, che comunque si assicura il ritorno nei primi 500 anche se strappa un game soltanto all’australiano De Minaur, n.22 ATP ed ottava testa di serie. Per “Demon” si tratta della terza volta tra i migliori otto negli ultimi tre tornei disputati (Rotterdam, battuto poi da Dimitrov, e Marsiglia, fermato da Bonzi le precedenti).
Sette punti in sette game, poi il ritiro: finisce così nei quarti il torneo di Matteo, che stringe la mano al danese Rune, n.10 del ranking e quarto favorito del seeding, quando è sotto 60 1-0. Un problema al polpaccio destro, la motivazione che si scoprirà in seguito. Fin da inizio match si vede che l’azzurro è in difficoltà: Rune serve benissimo da destra e da sinistra, rispondendo con altrettanta efficacia, e soprattutto è molto più agile e reattivo.
Sul 4-0, Berrettini fa cenno al giudice di sedia come per chiedere l’intervento del fisioterapista ma arriva un temporale tanto forte quanto inatteso. Alla ripresa della partita un Berrettini imballato, pesante, nervoso, incassa il primo “bagel” in oltre quattro anni, spacca una racchetta nel primo game del secondo set e poi si ritira.
MA IL SOMBRERO LO INDOSSA DE MINAUR
Il torneo lo vince l’australiano Alex De Minaur, che festeggiare il titolo più prestigioso della sua carriera, il primo ATP 500: in finale di Acapulco piega in rimonta 36 64 61 lo statunitense Paul, n.23 ATP e settima testa di serie, mette in bacheca il settimo trofeo e risale al n.18 in classifica, avvicinandosi al “best ranking” (n.15).
NON E’ MAI TROPPO TARDI
“Magic moment” per Riccardo Bonadio nel “Movistar Chile Open” (ATP 250 - montepremi 642.735) sulla terra rossa di Santiago del Cile. Il 29enne di San Vito al Tagliamento, n.182 ATP, promosso dalle qualificazioni nel suo primo main draw del circuito maggiore, batte al primo turno per 63 76(5), il colombiano Galan, n.83 del ranking, confermando quella solidità messa in mostra anche nelle “quali”. Per lui tre successi in due set, non male come prima esperienza.
Al secondo turno però la favola si interrompe, anche se la sconfitta per 75 75 contro il serbo Djere, n.55 del ranking e due titoli vinti in carriera proprio sul “rosso” (Rio de Janeiro 2019 e Sardegna Open 2020), è tutt’altro che negativa, anche a prescindere dalle cinque palle-break avute dal friulano.
Parte bene anche Marco Cecchinato, n.91 del ranking, che supera in tre set il mancino argentino Bagnis, n.94 ATP: pure lui, però, si ferma al secondo turno dove cede 36 63 62 al brasiliano Monteiro, n.84 ATP. Subito fuori, invece, Fabio Fognini, n.82 del ranking, chiamato a confermare il livello di gioco da applausi espresso contro Alcaraz a Rio (secondo turno): il 35enne di Arma di Taggia lascia via libera all’argentino Etcheverry, n.76 ATP, arrivato nei quarti a Buenos Aires. Ancora una prestazione insufficiente Lorenzo Musetti, n.18 del ranking e primo favorito del seeding, eliminato al secondo turno dallo spagnolo Munar, n.66 ATP. Da dimenticare il più in fretta possibile lo swing sudamericano per il 20enne di Carrara, con un solo match vinto in tre tornei.
JARRY RINASCE A SANTIAGO
É al settimo cielo Nicolas Jarry, n.87 ATP (in tabellone come “special exempt” dopo la “semi” raggiunta a Rio), che a distanza di quasi quattro anni torna a disputare una finale ATP e lo fa sulla terra della sua città natale. Ci riesce grazie alla vittoria in rimonta per 16 76(4) 61 nella semifinale contro lo spagnolo Munar. Dall’altra parte della rete, per provare a negargli il suo secondo titolo, il 27enne di Santiago trova Tomas Martin Etcheverry, approdato per la prima volta all’ultimo atto in un torneo del circuito maggiore grazie al successo per 75 63 nel derby tutto argentino contro Baez, n.35 del ranking e terzo favorito del seeding.
Nicolas, che sta ricostruendo la sua carriera e la sua reputazione dopo gli undici mesi di squalifica per doping nel 2020, prova a ripartire da Santiago. Jarry conquista il suo secondo trofeo in carriera battendo in rimonta 67(5) 76(5) 62 Etcheverry. Grazie al trionfo nel torneo di casa il cileno guadagna 35 posizioni risalendo al n.52 del ranking, lui che vanta un “best” di n.38 siglato a luglio del 2019. Da inizio stagione ha già guadagnato 100 posizioni in classifica. "E' incredibile, significa davvero tanto per me", dice durante la premiazione con il figlioletto in braccio che tenta di mangiarsi il microfono.
Andrea Vavassori e Andrea Pellegrino con il trofeo di doppio del Movistar Chile Open 2023 (foto Twitter)
IN CILE BRILLA UN NUOVO DOPPIO AZZURRO
Per la prima volta, Andrea Pellegrino e Andrea Vavassori conquistano un titolo ATP di doppio insieme. Succede al “Movistar Chile Open” (ATP 250 - montepremi 642.735) sulla terra rossa di Santiago del Cile. In finale il 25enne di Bisceglie ed il 27enne di Torino superano 64 36 12-10 il brasiliano Thiago Seyboth Wild e il cileno Matias Soto, entrambi alla prima finale ATP in doppio, dopo aver annullato un match-point nel super tie-break.
“Vincere il titolo con uno dei miei più grandi amici è incredibile - dice Vavassori -. Io e Andrea siamo come fratelli, questo risultato è davvero speciale”. E Pellegrino gli fa eco: “Sono molto felice…. Alla fine siamo stati anche un po' fortunati”. Per Vavassori, n.58 della classifica di specialità, è il secondo trofeo dopo quello vinto a Cagliari nel 2021 in coppia con Lorenzo Sonego (su tre finali disputate).
NIENTE INDIAN WELLS PER DJOKOVIC
E’ ufficiale: Nole non giocherà il Masters 1000 di Indian Wells. Il numero uno del mondo, si legge in una breve nota diffusa dagli organizzatori del “BNP Paribas Open”, "si è cancellato dal tabellone dell’edizione del 2023. Al suo posto entra nel main draw Nikoloz Basilashvili". Confermata dunque l’indiscrezione dell’ex governatore della Florida Rick Scott: il senatore repubblicano, infatti, aveva scritto sui suoi profili social che il governo USA avrebbe deciso di non concedere un permesso speciale al serbo. E Nole ha bisogno di questa esenzione per entrare negli Stati Uniti in quanto il governo ha confermato l’obbligo vaccinale per i viaggiatori in arrivo dall’estero fino all’11 maggio.
IN CALIFORNIA PARTONO I “1000”
Esordio amaro per Lorenzo Sonego nel “BNP Paribas Open”, primo ATP Masters 1000 stagionale (montepremi 10.143.750 dollari) sul cemento di Indian Wells. Il 27enne torinese, n.60 ATP, conferma la tradizione negativa nel deserto californiano perdendo per la terza volta al primo turno in altrettante partecipazioni: il piemontese cede 64 76(4) all’australiano Kubler, n.75 del ranking. Dopo oltre un mese, Ben Shelton ritrova il gusto per la vittoria: il 20 di Atlanta, Georgia, n.41 del ranking, ferma all’esordio per 64 61 Fabio Fognini, n.88 ATP. All’inizio il ligure riesce a incontrare al meglio la palla e a far valere la sua esplosività in risposta (2-0), ma dopo il contro-break nel quarto game non c’è più storia. La continuità è ancora lontana e Matteo Berrettini, n.23 del ranking e 20 del seeding, paga ancora una volta le poche partite giocate dopo gli Australian Open: davvero troppi i 50 gratuiti al secondo turno (per lui l’esordio) contro il giapponese Taro Daniel, n.103 ATP, che si impone 76(5) 06 63.
Con una prestazione convincente e ordinata, ed un tie-break giocato da campione, Jannik Sinner approda per la terza volta consecutiva al terzo turno. Il 21enne di Sesto Pusteria, n.13 del ranking ed 11 del seeding, entra in gara direttamente al secondo turno battendo 63 76(2) il francese Gasquet, n.43 ATP. Dopo pochi game l’altoatesino si strappa il tape azzurro sul ginocchio sinistro: “Nulla di serio. Sto lavorando tanto fisicamente e a volte sento un po’ tanto delle parti del mio corpo…”. Poi per la terza volta di fila centra gli ottavi grazie al successo per 76(7) 64 sul francese Adrian Mannarino, n. 68 ATP, “giustiziere” di Lorenzo Musetti, n.21 del ranking e 19 del seeding. Sinner, che vince l’82% di punti quando serve la prima e il 79% con la seconda, non concede palle-break e salva un set-point sul 5-6 nel tie-break del primo set.
MEDVEDEV OK, TSITSIPAS SUBITO KO
Dal cemento di Rotterdam a quello di Doha, da Dubai a Indian Wells, stessa superficie, stesso risultato. Prosegue il momento d’oro di Daniil Medvedev, n.6 del ranking e 5 del seeding, che inizia il suo percorso nel deserto californiano - direttamente al secondo turno - ottenendo la quindicesima vittoria di fila grazie al successo per 64 63 sullo statunitense Nakashima, n.48 ATP, campione nel novembre scorso alle Next-Gen Finals di Milano, che mette comunque in mostra grandi dritti e si difende con le unghie dalle continue accelerazioni del russo.
Fuori a sorpresa, invece, Stefanos Tsitsipas, in corsa per la prima posizione mondiale: al secondo turno (per lui l’esordio) il greco, n.3 del ranking e 2 del seeding, cede 76(0) 46 76(5) all’australiano Thompson, n.87 ATP. Primo set mostruoso per il 28enne di Sydney che perde appena due (!) punti al servizio. Fa solo un po’ di strada in più Casper Ruud, n.4 del ranking e 3 del seeding, eliminato al terzo turno per 64 76(4) dal cileno Garin, n.97 ATP, che per la prima volta in carriera approda agli ottavi ad Indian Wells.
UNSTOPPABLE DANIIL
Medvedev allunga ancora l’imbattibilità, supera in un incontro combattutissimo Alexander Zverev, n.14 del ranking e 12 del seeding (67 76 75 lo score), e approda nei quarti. Ma il match-clou degli ottavi poteva interrompersi a metà del secondo per una brutta caduta del russo. Il 27enne moscovita al cambio campo inizia un monologo con l’arbitro, lamentandosi per la lentezza della superficie, ma poi si ributta nella mischia. Se ci potevano essere dei dubbi sullo stato di salute della caviglia destra di Medvedev dopo la distorsione rimediata nella sfida con il tedesco, la prestazione offerta nei quarti cancella ogni timore come dimostra il successo sullo spagnolo Davidovich Fokina, n.28 del ranking e 23 del seeding, che lo lancia per la prima volta in carriera nelle semifinali di Indian Wells, dove è atteso dallo statunitense Tiafoe, n.16 ATP e 14esima testa di serie, sempre battuto nei quattro confronti precedenti.
L’OBIETTIVO DI CARLOS
Ad Alcaraz, n.2 del ranking e primo favorito del seeding, serve il titolo a Indian Wells per scavalcare Djokovic e tornare numero uno del mondo (ma anche la conferma di quello di Miami, conquistato nel 2022, per restarci). Nei quarti deve vedersela con il canadese Auger-Aliassime, n.10 del ranking ed 8 del seeding, che negli ottavi salva 6 match-point (3 consecutivi sullo 0-40 sul 5-6 del terzo set e altri 3 di fila sotto 6-3 nel tie-break decisivo) prima di battere lo statunitense Paul, n.19 ATP e 17esima testa di serie.
JANNIK NELLA STORIA…
Sinner centra per la prima volta i quarti a Indian Wells, primo italiano di sempre tra i migliori otto nel Masters 1000 californiano, e lo fa come se fosse un risultato normale. Ma non lo è, anche se i top-player non si accontentano dei piazzamenti. Nel suo terzo ottavo di finale consecutivo in California, l’altoatesino, n.13 del ranking ed 11 del seeding, supera 61 64 Wawrinka, n.100, per la terza volta di fila dopo Wimbledon 2022 e Rotterdam a febbraio. Ma Jannik non si accontenta. Chiude con un sorriso che sa di fiducia e di ambizione ed elimina 64 46 64 il campione in carica ed idolo di casa Fritz. Il 21enne di Sesto Pusteria mette a referto 28 vincenti contro i 16 del suo avversario e 38 gratuiti contro 44. Sinner centra la seconda semifinale in un “1000” dove trova Alcaraz, che conferma il piazzamento del 2022 battendo 64 64 Auger-Aliassime, che l’aveva sempre sconfitto in tutti i tre precedenti confronti diretti.
…MA CARLOS E’ PIU’ FORTE (PER ORA)
Jannik frena ma non arretra. Ad Indian Wells è quello che strappa più game ad Alcaraz, arrivando ad un punto dal portargli via il primo set, ma non basta: lo spagnolo chiude 76(4) 63. Sinner manca un set-point nel dodicesimo gioco del primo set ma gli ultimi due punti del tie-break di Alcaraz sono da paura. Nel secondo set Carlos alza ancora il livello, si esalta tra diritti in corsa sulla riga e risposte incrociate fulminanti: firma il break nel secondo game, poi sale 3-0 e si mette nella condizione per lui ideale.
In finale Carlos trova Medvedev che lo ha dominato nell’unico precedente, a Wimbledon nel 2021. Il russo in semifinale supera 75 76(4) Tiafoe e punta al quarto titolo (il 19esimo complessivo) nelle ultime cinque settimane dopo i successi di Rotterdam, Doha e Dubai. Alcaraz, dal canto suo, è ancora in corsa per tornare numero uno del mondo, per diventare il secondo giocatore dopo Nadal a vincere almeno tre Masters 1000 prima di compiere vent'anni e il primo a trionfare qui dopo Rafa nel 2007 vincendo sei partite su sei senza cedere nemmeno un set.
ALCARAZ PIGLIATUTTO
Il trofeo di Indian Wells finisce nelle mani dello spagnolo che in appena 70 minuti di partita strapazza il russo Medvedev 63 62 e torna in vetta al ranking scavalcando l’assente Djokovic. Chi attendeva una battaglia epica rimane deluso dalla prestazione impeccabile del giovane spagnolo che ha sempre in mano le redini del gioco impedendo al suo rivale la benché minima reazione. Così Alcaraz si congeda dal pubblico con 10 giorni perfetti e 6 match vinti in due set, ponendo fine alla striscia di 19 vittorie consecutive inanellate dal russo tra Rotterdam, Doha, Dubai e Indian Wells.
"E' una vittoria - dice Carlos - che per me significa moltissimo. Recuperare anche la prima posizione mondiale mi dà una carica pazzesca. Ma soprattutto alzare il trofeo qui è molto significativo, adoro questo torneo e mi diverto molto a giocare Indian Wells. Sento l'amore dei tifosi che mi spingono sempre a dare il massimo". Per lo spagnolo è il terzo titolo Masters 1000 in carriera dopo Miami e Madrid 2022.
BERRETTINI DELUDE ANCHE A PHOENIX
Matteo, eliminato subito ad Indian Wells dal giapponese Daniel, accetta una wild card per l’”Arizona Tennis Classic”, ricchissimo torneo Challenger 175 (nuova categoria introdotta per il 2023) dotato di un montepremi di 220mila dollari sui campi in cemento del Phoenix Country Club della capitale dell’Arizona. Proprio qui, nel 2019, il 26enne romano aveva conquistato l’ultimo dei tre trofei Challenger vinti in carriera su otto finali disputate.
Una brutta versione, davvero troppo lontana dall’originale. Che nei primi due match è sufficiente, nel terzo no. Berrettini, n.23 ATP e prima testa di serie (wild card), dopo il successo nel derby d’esordio contro Bellucci, n.150 ATP, ripescato in tabellone come lucky loser, e quello sempre in due set sull’australiano Vukic, n.186 del ranking, promosso dalle qualificazioni, nei quarti cede 64 36 63 al russo Shevchenko, n.132 ATP, anche lui qualificato. Matteo resta in partita grazie alla prima di servizio: maluccio con la seconda e proprio male con la risposta.
TUTTI A MIAMI
Sono cinque gli azzurri ai nastri di partenza del “Miami Open”, secondo ATP Masters 1000 stagionale (montepremi di 8.800.000 - combined con il 3° WTA 1000) sui campi in cemento dell’impianto dell’Hard Rock Stadium, in Florida. Fabio Fognini, n.91 ATP, che in Florida ha raggiunto le semifinali nel 2017 (stoppato da Nadal), esce subito di scena per mano del tedesco Struff, n.103 del ranking, promosso dalle qualificazioni (64 57 64 lo score). Stesso discorso per Lorenzo Musetti, n.21 del ranking e 18 del seeding: il 21enne di Carrara, entrato in gara direttamente al secondo turno, si arrende 64 64 al ceco Lehecka, n.44 ATP. Mostra segnali di ripresa, lotta ma non basta a Matteo Berrettini: il 26enne romano, n.23 del ranking e 19 del seeding, al secondo turno (per lui l’esordio) cede 76(8) 76(5) allo statunitense McDonald, n.55 ATP, pagando carissimi un paio di errori nei momenti decisivi.
Bene, anzi benissimo Lorenzo Sonego. Il 27enne torinese, n. 59 ATP, supera all’esordio in due set l’austriaco Thiem, n.106 ATP, in tabellone grazie ad una wild card, si ripete battendo in rimonta il britannico Evans, n.29 ATP e 23esima testa di serie, e poi al terzo turno regola in due set lo statunitense Tiafoe, n.14 del ranking e 12 del seeding, raggiungendo per la seconda volta in carriera gli ottavi nel “1000” della Florida (era già accaduto nel 2021 quando poi fu fermato da Tsitsipas).
L’azzurro - che si garantisce il ritorno in top 50 (virtualmente è n.47) – si ferma contro l’argentino Francisco Cerundolo, n.31 del ranking e 25 del seeding, semifinalista in Florida lo scorso anno (quando nei quarti approfittò del ritiro per infortunio di Sinner), protagonista dell’eliminazione a sorpresa del canadese Auger-Aliassime, n.6 ATP e quinta testa di serie.
Marcia come un treno Jannik Sinner. Il 21enne di Sesto Pusteria, n.11 del ranking e 10 del seeding, dopo il successo in due set all’esordio (direttamente al secondo turno) contro il serbo Djere, n.58 ATP, e quello altrettanto netto sul bulgaro Dimitrov, n.27 del ranking e 21 del seeding, si ripete contro il russo Rublev, n.7 del ranking e 6 del seeding, negli ottavi e contro il finlandese Ruusuvuori, n.54 nei quarti, raggiungendo Fognini a quota tre semifinali 1000 (dopo Miami 2021 ed Indian Wells due settimane fa). In più si garantisce il ritorno in top ten oltre ad un giorno di riposo supplementare poiché tutti gli altri tre quarti sono rinviati di 24 ore per la pioggia.
DERBY DI RUSSIA IN SEMIFINALE
Nella parte bassa del tabellone sono Medvedev e Khachanov a giocarsi il posto in finale. L’ex numero uno del mondo supera 63 75 il qualificato statunitense Eubanks in un match tutt’altro che spettacolare vinto dal russo nonostante il bassissimo numero di vincenti e un elevato numero di errori, tra gratuiti e forzati, commessi con il dritto.
Per Daniil è la 27esima partita vinta in stagione su 30 disputate, la 22esima sulle ultime 23, che gli sono valse i titoli di Rotterdam, Doha, Dubai e la finale ad Indian Wells persa Alcaraz. Ancora più agevole il successo di Karen che liquida 63 62 l’argentino Cerundolo. Tra i due moscoviti, amici da sempre (27 anni Daniil, 26 Karen), a spuntarla - 76(5) 36 63 lo score - è Medvedev anche se Khachanov non rende semplice.
IL MATCH DELL’ANNO (ALMENO FINORA)
O vinci, o impari: o magari tutte e due le cose! Una partita incredibile per intensità e colpi pazzeschi. Che prima è sembrato dominare, poi lasciarsi sfuggire e infine riprendere in mano con autorità. Con una prestazione straordinaria per il carattere dimostrato ancora più che per il tennis espresso (guarda il secondo punto del settimo gioco del primo set: roba da fantascienza) Sinner centra la sua seconda finale a Miami dopo quella del 2021.
Jannik diventa così il primo italiano a raggiungere due finali in un Masters 1000 dal 1990.
Il 21enne di Sesto Pusteria batte in rimonta 67(4) 64 62, dopo oltre tre ore di lotta, lo spagnolo Alcaraz, tornato in vetta al ranking dopo il trionfo ad Indian Wells e campione in carica a Miami, che a causa di questa sconfitta restituirà lo scettro mondiale a Djokovic: “Una delle mie vittorie più belle”, commenta Sinner, che raggiunge così la decima finale in carriera con l’obiettivo dell’ottavo trofeo.
L’altoatesino sta vivendo il suo miglior inizio stagione di sempre: ha vinto 21 delle 25 partite giocate fin qui e 17 delle ultime 19 (in questa prima parte di 2023 solo Medvedev, con 28, ha vinto di più). Il tennista allenato da Simone Vagnozzi e Darren Cahill si è già assicurato il ritorno in top ten (virtualmente è n.9) a sei mesi di distanza dall’ultima volta.
SINNER CI PROVA MA MIAMI E’ DI MEDVEDEV
Si spegne in una domenica calda e umida il sogno di Jannik di vincere il suo primo “1000” in carriera. L’altoatesino cede ancora, per la sesta volta in sei incontri, all’avversario peggiore per uno come lui, Medvedev il trasformista. Il 27enne moscovita - il primo a raggiungere 5 finali in 5 tornei consecutivi dai tempi di Lendl (1981) e a giocare due finali in due “1000” dopo Djokovic nel 2020 - vince 75 63, trionfa per la prima volta a Miami e, al momento di stringere la mano all’azzurro, gli fa i complimenti per la straordinaria semifinale contro Alcaraz.
A Sinner sarebbe servita una maggiore brillantezza atletica, una maggiore energia: troppi i 36 gratuiti alla fine di un match in cui dimostra ancora una volta di avere una gran testa e la capacità di capire cosa fare, ma anche di dover fare i conti con i muscoli provati dalla semifinale. Il peso del percorso a Miami gli torna addosso tutto insieme. Si gioca in un catino, con più di 35 gradi percepiti e sali e pasticche non bastano all’azzurro. Soffocato sulla diagonale sinistra, imprigionato in scambi nei quali si ritrova a non decidere cosa fare e a non poter cambiare strategia, Jannik prova a dare il massimo con quello che ha. Ma non gli basta per invertire una finale ormai segnata. “Con me Jannik non riesce a picchiare”, dice il russo: “Ci vediamo sulla terra battuta”, risponde l’azzurro.
WIMBLEDON: IL RITORNO DEI RUSSI
Murray se lo aspettava, il Daily Mail lo aveva anticipato. Ma la certezza sulla riammissione di russi e bielorussi a Wimbledon nel 2023, seppur solo come atleti neutrali, arriva solo l’ultimo giorno del mese con un comunicato ufficiale congiunto dell’All England Club, che ospita il torneo, unico Slam di proprietà di un club privato e non di una federazione, e del Comitato di Gestione dei “The Championships”.
Wimbledon, si legge, accetterà atleti russi e bielorussi a determinate condizioni (oltre all'assenza di riferimenti alle bandiere nei tabelloni come già succede nei circuiti ATP e WTA): non potranno “esprimere supporto all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, non potranno ricevere fondi da questi due stati, anche nella forma di sponsorizzazioni da parte di aziende controllate o gestite da questi ultimi, in relazione alla loro partecipazione ai Championships”.
Gli atleti ed i componenti dei loro team dovranno sottoscrivere una dichiarazione per poter essere ammessi al torneo: eventuali violazioni delle condizioni previste saranno giudicate sul posto con sanzioni per i colpevoli che vanno dalle multe all'espulsione dal torneo. “Continuiamo a condannare totalmente l'invasione illegale da parte della Russia e restiamo completamente dalla parte del popolo ucraino - dice il presidente dell'All England Club -. La decisione dell'anno scorso è stata incredibilmente difficile…quest’anno crediamo che questa sia la scelta più appropriata. Se le circostanze dovessero cambiare da qui all'inizio del torneo, lo terremo in considerazione e risponderemo di conseguenza".