Federer è…un’opera d’arte! Preliminari Davis Cup: Usa no problem, la Svizzera elimina la Germania, Argentina ko con la Finlandia. A Cordoba vince Baez: Wu Yibing “rompe il ghiaccio” a Dallas. Rientro vincente per Alcaraz a Buenos Aires: Fritz “profeta in patria” a Delray Beach. Medvedev firma anche Doha, Hurkacz detta legge a Marsiglia: a Rio la rivincita di Norrie. Nole da record
di Tiziana Tricarico | 19 dicembre 2023
Federer come opera d'arte! - "Una versione contemporanea del sublime. Una profonda riflessione sulle meraviglie e i misteri della vita". Così l’artista svizzero Ugo Rondinone definiva la mostra “Burn Shine Fly” ospitata alla Scuola Grande San Giovanni Evangelista a Venezia da aprile a settembre 2022, in occasione della 59ma Biennale. Solo ora, però, si scopre che uno dei modelli per l’installazione era Roger Federer. "Credo che far parte del processo mi abbia davvero emozionato", dice il 20 volte campione Slam, che racconta come si è svolto il percorso creativo e in che modo è stato coinvolto in un documentario, “Portrait of a Champion”, diffuso attraverso il canale YouTube di Credit Suisse. Nell’installazione 7 sagome sospese come altrettante nuvole che, una volta superata la soglia della chiesa, sembrano sfidare la gravità, in ascesa verso la cupola, verso il dipinto degli angeli volanti di Jacopo Tintoretto. Federer è la sesta di queste “nuvole”, Cloud Six.
SORPRESE NEI PRELIMINARI DI DAVIS
Gioie e delusioni nel turno preliminare di Davis Cup. Gli Stati Uniti, la squadra più titolata e la prima ad aver giocato più di 300 sfide tra nazioni nella manifestazione, sono anche il primo team a qualificarsi per la fase a gironi delle Finals 2023. Gli “yankee” chiudono la sfida di Tashkent contro l’Uzbekistan già dopo il doppio. Insieme agli USA passano il turno Serbia, Svezia, Francia, Svizzera (che supera al quinto match la Germania di Zverev) e Gran Bretagna.
A questi (che sono scesi in campo il venerdì e il sabato) si aggiungono quelli impegnati il sabato e la domenica: Repubblica Ceca, Cile, Croazia, Finlandia (che elimina l’Argentina), Olanda e Corea del Sud. Le 12 squadre “qualifiers” si uniscono a Canada, Australia, Italia e Spagna, già qualificate di diritto, per la fase a gironi.
LA “PRIMA” DI DARDERI
Finisce contro la wild card Guido Pella, n.1018 ATP, l’avventura di Andrea Vavassori nel “Cordoba Open” (ATP 250 - montepremi 642.735 dollari) sulla terra rossa argentina, torneo che apre lo swing sudamericano: il 27enne torinese, n.221 del ranking, promosso dalle qualificazioni, cede 62 62 all’argentino in appena ottanta minuti, complice la difficoltà a tenere propri i turni di battuta. Prima qualificazione per un main draw ATP e prima vittoria: Luciano Darderi, n.200 del ranking, fa un altro passo importante in una carriera in continua ascesa battendo il mancino francese Gaston, n.101 ATP. Al secondo turno, però, il 20enne argentino di nascita (Villa Gesell) ma italiano per scelta, cede 63 64 all’argentino Baez, n.47 del ranking e quarto favorito del seeding.
Con una prestazione maiuscola Marco Cecchinato, n.93 ATP, supera l’argentino Bagnis, n.88 del ranking: al secondo turno, però, il siciliano si ritira sul punteggio di 63 3-1 per il suo avversario, l’altro argentino Federico Coria, n.67 ATP, fratello di quel Guillermo ex finalista al Roland Garros e agli Internazionali d’Italia.
A CORDOBA “RINASCE” BAEZ
Continua il legame speciale tra Albert Ramos Vinolas e il Cordoba Open: il mancino spagnolo, n.54 ATP e terza testa di serie, campione in carica, batte in tre set nei quarti il portoghese Sousa, n.162 del ranking, e torna in semifinale dove affronta Coria. Nell’altra semifinale Baez trova dall’altra parte della rete il boliviano Dellien, n.138 del ranking, mai così avanti in un torneo del circuito maggiore. Grazie alla vittoria per 64 76(2) su Ramos, Coria festeggia la sua seconda finale ATP in carriera, si assicura l’ingresso in top 50 per la prima volta in carriera e si prepara al derby per il trofeo contro il connazionale Baez, che s’impone con un periodico 6-4 su Dellien.
Baez riscopre la forza della tenacia e il valore della speranza. E festeggia il primo titolo in casa. Sebastian aveva perso 15 delle ultime 16 partite giocate prima del Cordoba Open: ma improvvisamente qualcosa cambia. La sua settimana speciale si conclude con il secondo titolo ATP in quattro finali disputate: Baez sconfigge infatti 61 36 63 Federico Coria nella ventinovesima sfida per il titolo tutta “albiceleste” nel circuito, la settima in un torneo giocato in Argentina.
MONTPELLIER: SINNER AL SETTIMO CIELO
Supera Janvier e Paire e centra la qualificazione al main draw dell’”Open Sud de France” (ATP 250 - montepremi 562.815 euro) sul veloce indoor dell’omonima Arena di Montpellier, Luca Nardi, n.164 del ranking, ma rimedia subito un doppio 6-4 dall’ennesimo tennista di casa in tabellone, Rinderknech, n.68 ATP. Lorenzo Sonego, n.56 ATP, all’esordio elimina in due set il francese Bonzi, n.42 del ranking ed 8 del seeding, si ripete al secondo turno contro il serbo Krajinovic, n.71 ATP, ma nel suo diciottesimo quarto di finale esce sconfitto nel derby contro Jannik Sinner.
Nei quarti, infatti, con una prestazione estremamente concreta e ordinata l’altoatesino riesce a debuttare (finalmente!) nel torneo. Il 21enne di Sesto Pusteria, n.17 del ranking e secondo favorito del seeding, si aggiudica per 64 62 la sfida tricolore contro Sonego, per la seconda volta costretto a fermarsi nei quarti a Montpellier (era già accaduto nel 2021). “Certo è curioso giocare come primo match di un torneo un quarto di finale…”. L’altoatesino, infatti, come tutte le prime quattro teste di serie, doveva entrare in gara direttamente al secondo turno contro l’ungherese Fucsovics, n.69 del ranking, costretto però al forfait per un problema al piede.
Sul veloce indoor il tennista allenato da Simone Vagnozzi e Darren Cahill è una certezza e lo conferma centrando la sua ottava finale ATP. In semifinale il numero uno d’Italia sconfigge 75 62 il francese Arthur Fils, n.163 del ranking, in tabellone grazie ad una wild card e rivelazione del torneo e in finale suona la settima, con un’esecuzione senza sbavature, regalandosi il primo titolo del 2023: batte 76(3) 63 lo statunitense Maxime Cressy, n.51 ATP, diventando il primo azzurro ad iscrivere il proprio nome nell’albo d’oro del torneo. Per Sinner, che nel nuovo ranking risale al n.14, è il settimo titolo ATP su otto finali disputate, il primo dopo il trofeo vinto ad Umago lo scorso luglio. L’altoatesino ha perso una sola finale, quella del Masters 1000 di Miami 2021 contro il polacco Hurkacz. Nella classifica degli azzurri più vincenti nell’Era Open, raggiunge Berrettini sul terzo gradino del podio alle spalle di Panatta (10) e Fognini (9). Jannik è il primo azzurro a vincere un torneo nel 2023 e porta ad 82 il totale complessivo per il tennis tricolore.
C’ERA UN CINESE IN…TEXAS
"Quest'anno posso entrare in Top 30": è ambizioso l’obiettivo di Wu Yibing, n.97 ATP e secondo cinese entrato il top 100 da quando esiste il ranking computerizzato (1973) dopo Zhang Zhizhen, che si appresta a diventare numero uno di Cina. La certezza gliela danno i quarti nel “Dallas Open” (ATP 250 - montepremi 737.170 dollari) sul veloce indoor della metropoli texana, prima volta per i tra i migliori otto in un torneo del circuito maggiore. Tutto questo grazie al successo in due set del 23enne di Hangzhou sul canadese Shapovalov, n.27 del ranking e 3 del seeding. Solo ad aprile di un anno fa Wu era n.1.869: campione agli US Open junior 2017, non ha giocato nel circuito da marzo 2019 a gennaio 2022 a causa di una serie di infortuni (gomito, schiena, spalla, polso), limitandosi, anche a causa della pandemia, a competere in Cina.
Tre americani per un cinese non è la fotografia del mondo di oggi ma di quello del tennis sì. Ed il torneo di Dallas lo rappresenta con due semifinali che testimoniano le realtà più eclatanti di questo inizio di 2023: il boom del tennis USA (13 giocatori tra i primi 60 del mondo) e di quello cinese (per la prima volta 2 tennisti tra i primi 100). Nella sua settimana perfetta, però, Wu non conosce ostacoli; in “semi” elimina 67(3) 75 64 Fritz, n.8 ATP e primo favorito del seeding, ottenendo così la sua prima vittoria in carriera contro un top ten e diventando il primo cinese finalista in un torneo ATP nell’Era Open (1968). Nella sfida per il titolo affronta John Isner, che batte in rimonta 36 75 76(4) J.J.Wolf 36 75 76(4), arrivando così a 501 tie-break vinti in carriera. Per il 37enne recordman di ace nella storia dell’ATP (dal 1991), attuale n.39 del ranking salito fino al n.8, è la 31ma finale nel circuito maggiore con l’obiettivo di festeggiare il diciassettesimo titolo.
WU FIRMA DALLAS
Non c’è prato più dolce dove sdraiarsi per Wu Yibing del cemento blu della Southern Methodist University di Dallas. Ci si stende felice dopo aver battuto 67(4) 76(3) 76(12) Isner festeggiando il primo titolo in carriera e l’ingresso nella top 60 nel ranking. Il 23enne di Hangzhou non rinuncia al sogno nemmeno quando arriva ad un punto dalla sconfitta, nemmeno se deve giocare tre tie-break contro l’unico giocatore ad averne vinti più di 500 in carriera, che peraltro quando non è in viaggio per tornei vive proprio a Dallas. Ad Isner, che manca un match-point sul 6-5 30-40 del secondo set e altri tre nel tie-break conclusivo, non basta servire 44 ace e dominare gli scambi brevi.
LA STAGIONE DEI “500” INIZIA A ROTTERDAM
Finisce subito l’avventura di Lorenzo Sonego nell’”ABN AMRO Open” (ATP 500 - montepremi 2.074.205 euro) veloce indoor di Rotterdam, in Olanda. Il 27enne torinese, n.60 ATP, reduce dai quarti a Montpellier (stoppato da Sinner), cede 62 63 al canadese Auger-Aliassime, n.8 del ranking e 3 del seeding, nonché campione in carica. Troppa la differenza in termina di potenza e continuità.
Jannik Sinner, risalito al n.14 del ranking dopo il trionfo a Montpellier (settimo titolo in carriera), debutta battendo in tre set il francese Bonzi, n.48 ATP. Semplicemente perfetto sotto ogni punto di vista il match di secondo turno con il successo per 63 64 sul greco Tsitsipas, n.3 del ranking e primo favorito del seeding, finalista nel 2020. Cambia l’avversario ma non cambia il mood vincente. Anzi, se possibile, migliora: nei quarti arriva la netta vittoria sull’elvetico Wawrinka, n.130 ATP (ma top 3 nel 2014), in gara con il ranking protetto, che a Rotterdam ha trionfato nel 2015 (battendo Berdych) ed è stato ancora finalista nel 2019 (stoppato da Monfils).
In semifinale non è tutto perfetto ma poco importa. Anzi, vincere così dà ancora più fiducia. Batte 75 76(5) l’olandese Griekspoor, n.61 ATP, in tabellone grazie ad una wild card, vincitore a inizio stagione a Pune del suo primo titolo ATP. Per Jannik, in serie positiva da 7 partite, si tratta della nona finale in carriera (seconda consecutiva), la seconda in un “500”, categoria di tornei nella quale vanta il trofeo conquistato a Washington nel 2021. Ne ha vinte sette Sinner (l’unica sconfitta è arrivata nel “1000” di Miami 2021 contro Hurkacz) e punta deciso all’ottavo trofeo contro Medvedev.
Nell’altra semifinale il russo, n.11 del ranking e sesto favorito del seeding, per la seconda volta al penultimo atto a Rotterdam (nel 2019 era stato fermato da Monfils), si impone 61 62 sul bulgaro Grigor Dimitrov, n.28 ATP, alla sua terza “semi” in Olanda (nel 2013 è stato battuto da Del Potro, nel 2018 è arrivato in finale arrendendosi poi a Federer).
SINNER E’ BRAVO, MEDVEDEV DI PIU’
Il 27enne moscovita, n.11 del ranking e 6 del seeding, si è aggiudicato tutti e quattro i precedenti con l’azzurro: il 21enne di sesto Pusteria in stagione ha un bilancio di 12 vittorie e 2 sconfitte. Un set del Sinner migliore di sempre, poi due del Medvedev versione trasformista di lusso. La cinquantesima finale di Rotterdam è uno spettacolo per intenditori. Pur con evidenti e innegabili progressi, finisce ancora con una vittoria di Daniil, la quinta in cinque partite: il russo chiude 57 62 62 contro uno Jannik per la prima volta arrivato in finale in due settimane di fila. E festeggiando il 16esimo trofeo Atp in carriera si assicura anche il ritorno nell’élite mondiale.
A BUENOS AIRES RIENTRA ALCARAZ
Termina subito l’avventura di Fabio Fognini nell’”Argentina Open” (ATP 250 - montepremi 711.600 dollari) sulla terra rossa sudamericana: al rientro nel tour dopo un mese, il ligure, n.66 ATP, cede con un doppio 6-4 al serbo Djere, n.57 del ranking e nel finale di partita si fa anche male al piede sinistro. Lorenzo Musetti si impantana nel freddo di Buenos Aires. Il carrarino, n.20 ATP e terza testa di serie, dopo il successo in due set al secondo turno (per lui l’esordio) sull’argentino Cachin, n.68 ATP, si arrende nei quarti con un periodico 6-4 al peruviano Varillas (che ha eliminato Thiem), n.101 ATP.
In attesa che scendano in campo i pezzi da novanta fa notizia la prima partita vinta in stagione dall’austriaco Thiem, ex n.3 del mondo, oggi n.99 e in tabellone grazie a una wild card, che elimina in due set lo slovacco Molcan, n.51 ATP e settima testa di serie. Dominic, che in questo torneo ha trionfato due volte, nel 2016 e nel 2018, prima dell’operazione al polso del 2021 che l’ha costretto a ricominciare daccapo, aveva perso tutti e quattro gli incontri disputati in stagione.
"Vincere ancora è una grande sensazione". Parola di Carlos Alcaraz, n.2 del ranking e prima testa di serie, che inizia il suo 2023 con un successo sul serbo Djere, n.57 ATP. Nel primo match dal ritiro contro Rune al Masters 1000 di Parigi-Bercy lo spagnolo si impone 62 46 62 e centra i quarti. L’ex numero uno del mondo sciorina tutto il suo repertorio: colpi carichi e potenti da fondo, palle corte improvvise e discese a rete per prendere il comando degli scambi fin dai primi game.
E CARLOS FA SUBITO CENTRO
Sul campo intitolato a Guillermo Vilas, nei quarti Alcaraz lascia sei game al serbo Lajovic, n.90 ATP, ed in semifinale domina 62 62 il connazionale Zapata Miralles, n.74 del ranking, mai così avanti in un torneo ATP. Dall’altra parte del draw il britannico Norrie, n.12 del ranking e secondo favorito del seeding, si impone 76(5) 64 sul peruviano Varillas. Carlos fa centro al primo colpo: il 19enne di Murcia conclude con una vittoria il suo primo torneo dopo lo stop, conquistando il suo settimo trofeo in carriera. In finale piega 63 75 Norrie, chiudendo il match con due drop-shot, il colpo più iconico del suo considerevole bagaglio tecnico.
Simone Bolelli e Fabio Fognini con il titolo dell'ATP 250 Buenos Aires (foto Twitter @ArgentinaOpen)
FABIO & SIMONE FIRMANO BAIRES
A Buenos Aires sembrano respirare aria di casa Bolelli e Fognini che giocano sempre piuttosto bene: i “Chicchi”, terzi favoriti del seeding, conquistano il titolo bis (a dieci anni esatti dal primo) grazie alla vittoria in finale per 62 64 sul colombiano Nicolas Barrientos e sull’uruguaiano Ariel Behar, che mai erano arrivati insieme all’ultimo atto in un torneo del circuito maggiore. L’incontro non è praticamente mai in discussione, con gli azzurri ad annullare tutte le sei palle break concesse.
Si tratta del sesto trofeo in coppia per Simone & Fabio che hanno trionfato anche a Umago nel 2011 e nel 2022, agli Australian Open nel 2015 (il primo Slam per una coppia tutta italiana dal Roland Garros di Pietrangeli/Sirola del 1959), a Rio de Janeiro nel 2022 e proprio a Buenos Aires nel 2013. Il bolognese e il ligure hanno disputato altre sette finali, tra cui quelle nei Masters 1000 di Indian Wells, Montecarlo e Shanghai nel 2015.
RISCATTO YANKEE A DELRAY BEACH
Gli statunitensi ci riprovano: in cinque sbarcano nei quarti del “Delray Beach Open” (ATP 250 - montepremi 642.735 dollari) sul cemento della Florida. Fritz, n.7 del ranking e primo favorito del seeding, supera in scioltezza l’ecuadoregno Gomez, n.94 ATP, Mmoh, n.87, approfitta della luna storta di del canadese Shapovalov, n.27 del ranking e 3 del seeding, McDonald, n.56 ATP, elimina il giapponese Nishioka, n.34 del ranking e 5 del seeding, Giron, n.55 ATP, mette la parola fine alla bella favola del croato Pecotic, n.784 ATP, dirigente finanziario a tempo pieno e qualificato in un tabellone ATP per hobby, mentre Paul, n.18 del ranking e secondo favorito del torneo, che abita a 15 minuti dal circolo, batte il compagno di nazionale Kudla, n.95 ATP, disponibile come lui a sorbirsi dopo gli Australian Open una scomoda trasferta in Uzbekistan per garantire agli Usa la qualificazione alle Davis Cup Finals.
In un quarto di finale più volte interrotto dalla pioggia, il serbo Kecmanovic, n.33 del ranking e 4 del seeding, piega Giron e centra la nona semifinale ATP in carriera dove poi si impone in tre set sul moldavo Albot, n.113 ATP (ma n.39 nel 2019, l’anno in cui vinse a Delray Beach), protagonista dell’eliminazione del semifinalista degli ultimi Australian Open Paul. Nell’altra semifinale Fritz vince il derby americano contro McDonald. Il titolo se lo giocano due ex numeri uno del mondo junior (Taylor nel 2015, Miomir nel 2016).
Per il serbo è la terza finale su tre superfici diverse: nel 2019 ha mancato un match-point sull’erba di Antalya contro Sonego, nel 2020 ha vinto il suo primo - e finora unico - titolo sulla terra rossa di Kitzbuhel. Per lo statunitense è la decima sfida per il titolo. Fritz perde il primo set del torneo ma supera 60 57 62 Kecmanovic e festeggia il quinto trofeo ATP, diventando pure il campione con la miglior classifica (n.7) nei 31 anni di storia dell’ATP 250 della Florida.
BRAVEHART MURRAY
Tre match-point (nel decimo gioco del terzo set) non bastano. Manca un pizzico di fortuna, forse anche un filo di convinzione al momento di chiudere. Sta di fatto che è davvero con tanti rimpianti che Lorenzo Sonego esce di scena al primo turno del “Qatar ExxonMobil Open” (ATP 250 - montepremi 1.377.025 dollari) sul cemento del Khalifa International Tennis & Squash Complex di Doha. Il 27enne torinese, n.71 ATP, cede 46 61 76(4) al britannico Murray, numero uno del mondo nel 2016 e attualmente n.70 nel ranking, vincitore del torneo per due anni di fila (2008 e 2009).
L’indomito scozzese supera in una battaglia di quasi tre ore il tedesco Zverev, n.16 del ranking e 4 del seeding, per (76 26 75 lo score) qualificandosi per i quarti. Sul 4-5 del set decisivo Murray si ritrova a due punti dalla sconfitta, ma si tira fuori dalla buca con la sua infinita classe, poi strappa la battuta al tedesco, reo di sbagliare un rovescio interlocutorio, e firma l’ennesima impresa di una carriera leggendaria. La stella di Andy continua a brillare: approda in semifinale dopo un’altra vittoria in rimonta (46 61 62), stavolta ai danni del qualificato francese Muller, n.170 del ranking. Ancora un successo in tre set per il 35enne di Dunblane che affronta sempre la partita come se fosse l’ultima della carriera e soprattutto come se fosse questione di vita o di morte.
Con un’anca di metallo e il fuoco dentro, Murray in semifinale cancella cinque match-point anche a Lehecka (protagonista nei quarti dell’eliminazione del russo Rublev, n.5 ATP e prima testa di serie) e chiude 60 36 76(6), tornando in una finale ATP a otto mesi dall’ultima volta. Andy in versione “Braveheart” vince la sesta partita del 2023, sempre al set decisivo, e festeggia la 71ma finale, la prima dalla sconfitta contro Berrettini sull’erba di Stoccarda a giugno 2022, la quinta in sette partecipazioni a Doha. Nella semifinale della parte bassa invece il russo Medvedev, n.8 del ranking e 3 del seeding, supera 64 76(7) il canadese Auger-Aliassime, n.2 ATP e seconda testa di serie, centrando la 29esima finale.
MA A DOHA VINCE DANIIL
Un Medvedev molto concentrato e molto ispirato conquista il titolo dominando in finale 64 64 Murray. Lo scozzese paga la fatica accumulata nei giorni precedenti per superare, sempre in tre set, Sonego (3 match-point annullati), Zverev, Muller e Lehecka (5 match-point salvati) impedisce ad Andy di avere la freschezza necessaria per provare a mettere alle corde un avversario decisamente più forte e più in forma, che ha il merito di giocare sempre molto bene i punti importanti. Per il 27enne moscovita il 17esimo titolo della carriera, il secondo di fila dopo Rotterdam.
HURKACZ DETTA LEGGE A MARSIGLIA
Sinner dà forfait nell’”Open 13 Provence” (ATP 250 - montepremi 707.510 euro) sul veloce indoor del Palais des Sports di Marsiglia, nel sud della Francia. A causa di un attacco influenzale Jannik, n.12 del ranking e secondo favorito del seeding, si ritira a pochi minuti dall'ingresso in campo per il match di secondo turno (per lui l'esordio) contro il giovane francese Fils, n.118 ATP, in tabellone grazie ad una wild card. L’altoatesino, che ha vinto sette delle ultime otto partite (titolo nel “250” di Montpellier e finale nel “500” di Rotterdam), è costretto per il secondo anno di fila a rinunciare al torneo in Provenza.
Strada spianata, sembrerebbe, per Hubert Hurkacz, n.11 del ranking e primo favorito del seeding: il polacco però lascia un set al secondo turno (per lui l’esordio) all’elvetico Riedi, n.133 ATP, annulla un match-point nei quarti allo svedese Mikael Ymer, n.69 ATP, e poi supera in semifinale in due set tirati il kazako Bublik, n.50 del ranking, che a sua volta nei quarti ha cancellato due match-point al bulgaro Dimitrov, n.25 ATP e quarta testa di serie.
Nella sua settima finale in carriera Hurkacz trova dall’altra parte della rete il francese Bonzi, n.60 ATP, che si è aggiudicato con un periodico 6-4 il derby di “semi” contro la giovane wild card Fils, n.118 ATP. Hurkacz lo batte 63 76(4), mette in bacheca il suo sesto trofeo (ha perso solo la finale del Masters 1000 di Montreal del 2022 contro Carreno Busta) e chiude la settimana con 72 ace.
FABIO, LAMPI DI GRANDEZZA
Dopo il netto successo sul qualificato Barrios Vera, n.196 ATP, Fognini accarezza il sogno di una rivincita contro Alcaraz al “Rio Open” (ATP 500 - 2.013.940 dollari) sulla terra rossa brasiliana. Ma dopo un gran primo set, subisce il ritorno dello spagnolo, n.2 del ranking e primo favorito del seeding, che nella riedizione della semifinale del 2022 chiude 67(5) 62 64. "E' stata una partita molto dura, io e Fabio abbiamo giocato a un livello altissimo, con grandi colpi, grandi punti - dice il 19enne di Murcia -. E' straordinario giocare match così". Primo turno fatale, invece, per Musetti, n.18 del ranking e 3 del seeding, che raccoglie solo cinque giochi contro Jarry.
Carlos, campione in carica, non brilla ma vince. Batte anche il serbo Lajovic, n.80 ATP, nei quarti ed il qualificato cileno Jarry, n.139 ATP, in semifinale (perdendo il primo set e nonostante due interventi del trainer per un problema alla coscia), centrando l’ottava vittoria in otto partite. Nell’altra “semi” il britannico Cameron Norrie, n.13 ATP e seconda testa di serie, si impone al tie-break del set decisivo sullo spagnolo Zapata Miralles, n.63, bravo a sfruttare il corridoio apertosi dopo il successo sull’argentino Francisco Cerundolo, n.33 ATP e quarta testa di serie.
RIO: LA RIVINCITA DI NORRIE
Ad una settimana dalla finale di Baires il britannico Norrie si prende la rivincita battendo in rimonta 57 63 75, dopo una battaglia di due ore e 40 minuti, lo spagnolo Alcaraz. E’ una partita dai mille volti: l'inizio è a fari spenti per entrambi, ma l’esperienza dell’ex n.1 del mondo pesa di più fino al 75 3-0. Poi c’è il primo ribaltone di Cameron e il momento nero di Carlos. Nel terzo set, nonostante la vistosa fasciatura alla coscia destra, c’è la riscossa di Alcaraz ma, puntuale, arriva anche il secondo recupero di Norrie. Sul 5 pari lo spagnolo annulla tre palle-break consecutive (l’ultima con un dritto lungolinea da fantascienza) ma non la quarta ed il britannico può servire per il titolo: Alcaraz annulla un primo match-point ma Norrie non trema e chiude con un ace, assicurandosi il quinto titolo della carriera.
NOLE DA RECORD
Lunedì 27 febbraio Djokovic inizia la sua 378ma settimana in vetta alla classifica staccando Steffi Graf. Da quando esistono i ranking computerizzati nessuno, uomo o donna, ha trascorso più settimane in prima posizione, tutte concentrate nelle ultime 587, esclusa la sospensione forzata a causa della pandemia da Covid-19 del 2020.
Diventato numero 1 per la prima volta a 24 anni e 43 giorni il 4 luglio 2011, Novak è uno dei soli 28 giocatori capaci di raggiungere la posizione più ambita nel ranking ATP dal 1973. E' il più anziano ad aver chiuso un anno da n.1 del mondo e l’unico ad aver concluso ben sette stagioni in vetta.