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Carballes Baena conquista Marrakech dove Vavassori va a segno in doppio. All’Estoril Ruud torna al successo. Tiafoe impiega solo due giorni per giocare e vincere il “250” di Houston! La terra del Principato è azzurra con Musetti che elimina Nole e Sinner che arriva in semifinale, ma il trofeo parla russo. Fognini saluta la top 100. Rune si ripete a Monaco, Alcaraz a Barcellona (dove Musetti arriva in semifinale). A Banja Luka brilla Lajovic che batte sia Djokovic che Rublev vincendo il titolo. Niente Roma per Berrettini
di Tiziana Tricarico | 21 dicembre 2023
Nel “Grand Prix Hassan II” (ATP 250 - montepremi 562.815 euro) sulla terra rossa di Marrakech, in Marocco, subito fuori Riccardo Bonadio, bravo comunque a passare le qualificazioni, battuto dall’australiano O’Connell, n.87 ATP. Supera un turno, invece, Francesco Passaro, n.115 del ranking, che sconfigge in tre set il russo Karatsev, n.124 ATP (ma n.14 solo poco più di un anno fa), centrando la sua seconda vittoria a livello di main draw di circuito maggiore dopo quella dello scorso anno a Firenze sul cinese Zhang, prima di cedere con un doppio 64 al francese Muller, n.126 ATP. Non contento, il 26enne di Poissy gioca un brutto tiro anche a Lorenzo Musetti: il 21enne di Carrara, n.21 ATP e prima testa di serie del torneo, entrato in gara direttamente al secondo turno battendo l’altro francese Gaston, n.104 ATP, nei quarti manca una chance per il 4-1 con doppio break nel set decisivo e finisce per cedere 36 61 64. A conferma di una prima parte di stagione tutt’altro che brillante per il Next Gen toscano.
Si ferma nei quarti - che per lui rappresentano però il miglior risultato in carriera a livello di tour maggiore - anche Andrea Vavassori: il 27enne torinese, n.201 ATP, promosso dalle qualificazioni, elimina all’esordio nel main draw il cileno Jarry, n.51 del ranking ed 8 del seeding, ottenendo il suo secondo successo a livello di main draw ATP dopo quello a Stoccolma 2021 (quando superò le “quali” e batté il russo Kotov). Poi si ripete, sempre in tre set, ai danni dello spagnolo Munar, n.83 ATP, prima di cedere 63 75 al britannico Evans, n.30 del ranking.
CARBALLES BAENA CONQUISTA MARRAKECH
C’è un feeling speciale tra lo spagnolo, n.82 ATP, e la terra marocchina. Semifinalista nel 2014, nei quarti lo scorso anno, stavolta il 30enne di Tenerife arriva fino in fondo, centrando la sua seconda finale ATP in carriera grazie alla vittoria in rimonta per 26 64 62 nella semifinale con il britannico Evans. “Non so perché, ma ogni volta che vengo qui gioco il mio tennis migliore”, dice. Nella sfida per il titolo Carballes Baena batte 46 76(3) 62 il francese Muller (76 75 al russo Kotov, n.114 ATP, in semifinale) e, con la quarta vittoria al terzo set su cinque match disputati, si assicura il suo secondo trofeo dopo il successo a Quito, in Ecuador, nel 2018. E migliora il “best ranking” (n.71) andando ad accomodarsi sulla poltrona n.49.
ANDREA, CHE SETTIMANA!
Una prima volta da ricordare: Vavassori non aveva mai giocato in coppia con il brasiliano Marcelo Demoliner. Al primo tentativo conquistano il titolo a Marrakech: in finale sconfiggono 64 36 12-10 Alexander Erler e Lucas Miedler, coppia n.11 del ranking di specialità. I due austriaci, arrivati a un punto dalla vittoria nel match tie-break, si erano aggiudicati tutte le tre finali ATP disputate in precedenza: Kitzbuhel 2021, Vienna nel 2022 e Acapulco 2023.
Per Vavassori, n.51 del ranking di specialità, si tratta del terzo titolo ATP in doppio dopo il successo a Cagliari nel 2021 con l’amico Sonego, e a Santiago, sempre quest’anno, con Pellegrino.
CECCHINATO TORNA PROTAGONISTA
Nulla da fare per Giulio Zeppieri e Luca Nardi nel “Millennium Estoril Open” (ATP 250 - montepremi 562.815 euro) sulla terra rossa dell'Estoril, in Portogallo. Il 21enne di Latina n.121 ATP, cede 6-3 al terzo al “padrone di casa”, il portoghese Joao Sousa, n.147 del ranking, trionfatore nel 2018 e in tabellone grazie ad una wild card: il 19enne di Pesaro, n.161 del ranking, è sconfitto 64 61 dal serbo Kecmanovic, n.40 ATP e sesta testa di serie del torneo.
Avanzano invece Marco Cecchinato e Fabio Fognini. Il 30enne di Palermo, n.96 ATP, elimina 63 76(8) l’argentino Schwartzman, n.36 del ranking e settimo favorito del seeding: il 35enne di Arma di Taggia, n.97 ATP, si aggiudica in due set la sfida azzurra contro un Alessandro Giannessi, n.224 del ranking, bravo a superare le qualificazioni, ma apparso non al meglio dal punto di vista della condizione fisica. E danno vita ad un intenso derby tricolore con “Ceck” che stacca il pass per i quarti. Il siciliano vince in rimonta per 46 63 63, dopo quasi due ore di lotta, ma il match è pesantemente condizionato da un infortunio alla caviglia destra del ligure, che nei giorni successivi si rivelerà più serio del previsto.
Non contento Cecchinato si assicura un posto al penultimo atto: nei quarti il palermitano elimina 75 76(5) lo spagnolo Davidovich Fokina, n. 24 del ranking e 3 del seeding, che nelle tre precedenti partecipazioni all’Estoril vantava due semifinali (2019 e 2021) ed un altro quarto (2022). Per Marco è la decima semifinale ATP, la prima da Parma 2021. La sua corsa finisce qui perché il serbo Kecmanovic, n.40 del ranking e 6 del seeding, si impone 63 61: Cecchinato appare lento e un po’ stanco, dopo un buon inizio regala letteralmente il break ed esce dal match.
ALL’ESTORIL RUUD TORNA AL SUCCESSO
In finale il serbo trova il norvegese Casper Ruud, n.5 del ranking e primo favorito del seeding, che nell’altra “semi” si impone 64 36 76(2) sul francese Halys, n.80 ATP. A ripartire dal Portogallo con l’assegno del vincitore è Ruud che nella sfida per il titolo supera 62 76(3) Kecmanovic, approdato all’ultimo atto senza perdere nemmeno un set.
Il 24enne di Oslo mette così in bacheca il decimo trofeo (tutti di categoria "250") su 16 finali disputate, il primo in una stagione fin qui piuttosto avara di risultati dove non era mai arrivato nemmeno in finale.
“HOUSTON, ABBIAMO UN PROBLEMA…PIOVE SEMPRE!”
Il maltempo si trasforma in un incubo per i tennisti in gara nel “Fayez Sarofim & Co. U.S. Men’s Clay Court Championships” (ATP 250 - montepremi 642.735 dollari) che si gioca sulla terra di Houston, in Texas. Anzi non si gioca quasi per niente a causa della pioggia: al venerdì c’è ancora un match di primo turno da concludere e per i giocatori si prospetta un week-end di straordinari che la metà basta.
Frances Tiafoe, n.15 del ranking e primo favorito del seeding, vince ottavi e quarti sabato: semifinali e finale domenica. Il 25enne di Hyattsville, Maryland, dopo quattro sconfitte consecutive nel match-clou, riesce a conquistare il suo secondo trofeo ATP. A cinque anni dal trionfo a Delray Beach 2018, batte 76(1) 76(6) l’argentino Tomas Martin Etcheverry, n.73 ATP ed ottava testa di serie, che perde la sua seconda finale stagionale, e in carriera, dopo Santiago. Grazie al successo di Huston, siglato da un ace al centro a 198 chilometri orari, Tiafoe migliora il “best ranking”, andando ad occupare la poltrona al n.11.
MONTE-CARLO E’ TANTO AZZURRA
Sono 5 gli azzurri al via nel tabellone principale del “Rolex Monte-Carlo Masters”, terzo Masters 1000 stagionale (montepremi 5.779.335 euro) sulla terra rossa del Country Club di Monte-Carlo, nel Principato di Monaco. Non c’è però Fabio Fognini, campione nell’edizione del 2019, che a causa dell’infortunio al piede destro rimediato all’Estoril è costretto a rinunciare alla wild card. Tutti sono sorteggiati nella parte alta del tabellone, quella presidiata da Djokovic, appena tornato sul trono mondiale, e da Medvedev, il giocatore più in forma del momento.
E sono sempre in 5 anche al secondo turno, anche se qui si fermano sia Lorenzo Sonego che Luca Nardi. Il 27enne piemontese, n.47 del ranking - che a nel Principato nel 2019 raggiunse il suo primo quarto di finale in un Masters 1000, per giunta partendo dalle qualificazioni - annulla 4 match-point all’esordio al francese Humbert, n.79 ATP, proveniente dalle qualificazioni, ma poi va a sbattere contro il russo Medvedev, n.4 del ranking e 3 del seeding, reduce dal successo di Miami e che negli ultimi cinque tornei disputati ha totalizzato quattro titoli ed una finale. E poco cambia che si giochi sulla terra (63 62 lo score). Il 19enne pesarese, n.159 del ranking, promosso dalle qualificazioni (annullando due match-point al tedesco Otte, n.93 ATP, nel turno decisivo), supera all’esordio la wild card monegasca Vacherot, n.357, firmando la prima vittoria in un main draw “1000”, ottenuta alla seconda presenza dopo quella agli Internazionali BNL d’Italia dello scorso anno. Poi però paga tutta la sua inesperienza uscendo dal campo “in bicicletta” nel derby tricolore con Musetti.
MATTEO, LA SOLITA SFIGA!
Prima il netto successo sullo statunitense Cressy, n.40 ATP, non troppo a suo agio sul “rosso”. Poi con la grinta e con il cuore, rimettendo in piedi una partita che ad un certo punto sembrava stregata, Matteo Berrettini, n.22 ATP, riesce ad approdare agli ottavi: batte in rimonta l’argentino Francisco Cerundolo, n.33 del ranking, evitando almeno di rovinarsi il compleanno (27 anni il 12 aprile). Giusto quello però, perché neanche 24 ore più tardi arriva il forfait contro il danese Rune.
Proprio nel match contro Cerundolo, infatti, Matteo ha accusato un problema (sembrava alla schiena) chiedendo l’intervento del trainer per un antidolorifico, poi però in conferenza stampa ha tranquillizzato tutti sulle sue condizioni fisiche. Ed invece: “Il dolore è peggiorato significativamente durante la notte. Dopo aver consultato il mio team medico, questa mattina abbiamo deciso che mi sarei sottoposto ad una risonanza magnetica. Ho uno strappo di grado 2 nel mio muscolo obliquo interno…”, posta su Instagram.
MUSETTI ELIMINA NOLE!
A Lorenzo Musetti, n.21 del ranking e 16 del seeding, aver acchiappato in extremis l’ultima testa di serie non porta poi gran fortuna. Il 21enne di Carrara deve infatti vedersela subito con il serbo Kecmanovic, n.40 ATP, finalista all’Estoril: il Next Gen toscano, però, dopo aver dominato il tie-break del primo set dilaga nel secondo. Quindi rifila un doppio “bagel” a Nardi (tre 6-0 di fila non si vedono frequentemente) che manca la chance del contro-break in avvio e subito smette di crederci.
Negli ottavi “Muso” firma la nona vittoria italiana su un n.1 del mondo in carica (la seconda del 2023 dopo quella di Sinner su Alcaraz nelle “semi” di Miami) eliminando Djokovic (con un problema a gomito destro). In una giornata disturbata non poco dalla pioggia, che sull’1-1 del set decisivo rispedisce i giocatori negli spogliatoi per un bel pezzo, il carrarino si impone in rimonta 46 75 64. E poi scrive polemicamente “Supercoach?” sull’obiettivo della telecamera
IL GIORNO PIU’ LUNGO
Il più lungo giovedì nella storia del torneo di Monte-Carlo dura fino alle 23.13 con la qualificazione in extremis per i quarti di Medvedev che annulla due match-point e batte 36 75 76(7) Alexander Zverev, n.16 ATP e 13esima testa di serie, al termine di una sfida rocambolesca durata oltre tre ore. Nel tie-break decisivo il russo vola sul 5-2, il tedesco non molla (5-5) e arriva ad un punto dalla vittoria sia sul 6-5 che sul 7-6, ma è Daniil a chiudere per 9 a 7 al suo primo match-point con una prima ad uscire che “Sacha” non controlla.
Guadagnano un posto tra i migliori otto anche Tsitsipas, che regola in due set il cileno Jarry, n.58 ATP, il tedesco Struff, che a sorpresa elimina il norvegese Ruud, n.4 del ranking e del seeding, Rublev che si aggiudica il derby russo contro Khachanov, n.12 ATP e nona testa di serie, e lo statunitense Fritz, che batte in rimonta il ceco Lehecka, n.42 ATP.
UN AMERICANO IN COSTA AZZURRA
Nei quarti Rublev stoppa la corsa di Struff, n.100 ATP, partito dalle qualificazioni, come da copione. Tutt’altro che scontato il successo di Fritz, che sgambetta Tsitsipas, n.3 del ranking e 2 del seeding nonché bi-campione in carica, riportando la bandiera a stelle e strisce al penultimo atto nel Principato (non accadeva dall’edizione del 2003 con Vincent Spadea): con la sua prima vittoria in carriera contro un top-ten sul “rosso”, il 25enne californiano di Rancho Santa Fe diventa il terzo statunitense di sempre in semifinale al Masters di Monte-Carlo dall'introduzione del formato “1000” (nel 1990).
Purtroppo per lui, Taylor non riesce a diventare il primo tennista made in USA in finale dal 1992, quando Krickstein perse contro l’austriaco Muster (l’ultimo statunitense campione nel Principato rimane Hugh Stewart nel 1956, l’ultimo a vincere un “1000” sulla terra Agassi agli Internazionali BNL d’Italia 2002). A distruggere i suoi sogni di gloria ci pensa Rublev, che si impone 57 61 63 in un pomeriggio di pioggia, urlando al cielo tutta la sua gioia.
SINNER FIRMA UN ALTRO RECORD…
Jannik, n.9 ATP e settima testa di serie, a Monte-Carlo ha i quarti dello scorso anno da confermare e se possibile migliorare. E lo fa. Entra in gara direttamente al secondo turno contro l’argentino Schwartzman, n.36 ATP, e quest’ultimo si ritira dopo un set a mezzo a senso unico. Decisamente più complicata la sfida contro il polacco Hurkacz, n.12 del ranking e 10 del seeding, suo migliore amico nel tour, che riesce a portare a casa solo dopo aver annullato un match-point nel dodicesimo gioco del secondo set: 36 76(6) 61 lo score. Nei quarti è protagonista assoluto nel derby azzurro contro Musetti - ancora con la testa al successo su Nole - al quale concede solo quattro giochi. L’altoatesino raggiunge così la sua quarta semifinale in un “1000” (la terza nel 2023 in altrettanti Masters) superando Fognini fermo a quota tre: nessun italiano meglio di lui. Ma proprio quando la seconda finale 1000 consecutiva sembra a portata di mano arriva la doccia fredda.
…MA IN FINALE CI VA RUNE
Sinner domina il primo set contro Rune, n.9 del ranking e 6 del seeding, che nei quarti ha approfittato (63 64 lo score) di un Medvedev stremato dal match precedente contro Zverev. Poi si lascia distrarre dalla pioggia e dallo show da ragazzino viziato del 19enne di Gentofte (“No comment”, dirà poi l’azzurro a proposito dell’atteggiamento del suo avversario). Il danese chiude 16 75 75 e centra la sua seconda finale in un Masters 1000 dopo Parigi-Bercy a novembre 2022 (quando poi ha vinto il titolo battendo Djokovic). “Sono molto dispiaciuto per questa sconfitta - ammette Jannik -. All’inizio c’era molto vento ma avevo gestito bene la situazione. Poi quando siamo entrati di nuovo dopo la pausa per pioggia ho avuto qualche difficoltà a stare nel match”.
RUBLEV, NUOVO PRINCIPE DI MONACO
Uno, Andrey, cerca il primo successo in carriera in un “1000” dopo cinque “500” e sette “250”. L’altro, Holger, vuole il secondo titolo Masters dopo Parigi-Bercy 2022. È finita che a prevalere è stata la maggiore esperienza di Rublev che chiude 57 62 75, recuperando da 1-4 nel set decisivo, e conquista il trofeo più importante in carriera. Sulla carta, secondo la classifica, è un match in equilibrio. Anzi, con una leggera prevalenza di Rublev sia nel ranking Atp (6 contro 9), sia nella Race verso Torino (7 contro 11). Ma i numeri non raccontano le sensazioni, e allora un po’ per tutti stavolta il favorito è Rune, che coi suoi 19 anni si porta in dote anche maggiori ambizioni rispetto al 25enne di Mosca, di cui si conoscono bene qualità e limiti. Nemmeno i precedenti aiutano: a Bercy lo scorso anno ha vinto il danese in settimana di grazia, a Melbourne a gennaio il russo si è imposto al termine di un tie-break al quinto set chiuso 11-9.
Dopo tante occasioni importanti perse per un carattere non esattamente freddo, stavolta Andrey non molla, neppure dopo aver perso un primo set lottato: tiene duro e si gode fino alle lacrime il suo successo più prestigioso. “E’ bello che facciate il tifo per me visto il Paese da dove provengo”, dice ringraziando il pubblico, lui che ha sempre dichiarato apertamente di essere contro l’aggressione della Russia all’Ucraina. Rublev a Monte-Carlo è seguito in panchina da Alberto Martin, entrato nel team a inizio anno come consigliere, vice di Fernando Vicente e pure - all'occorrenza - come psicologo.
FABIO SALUTA LA TOP 100 DOPO 14 ANNI
La rinuncia di Fognini alla wild card per il torneo di Monte-Carlo, a causa dell’infortunio alla caviglia destra rimediato all’Estoril, e la semifinale raggiunta dal colombiano Galan nel Challenger di Sarasota (poi stoppato in finale dal tedesco Altmaier) determinano - lunedì 17 - l’uscita del ligure dai primi 100 giocatori del mondo per la prima volta dal 20 aprile 2009.
Per 14 anni ininterrotti pari a 708 settimane di fila (senza considerare le 22 congelate per Covid del 2020) il 35enne di Arma di Taggia, ora n.103, ha fatto parte di un club esclusivo.
QUANTO FA FREDDO IN BAVIERA!
Esordio complicato e faticoso ma positivo per Lorenzo Sonego nel “BMW Open” (ATP 250 - montepremi 562.815 euro) sulla terra di Monaco di Baviera, in Germania. Il 27enne torinese, n.45 del ranking e sesto favorito del seeding, batte in rimonta il francese Halys, n.65 ATP. Al secondo turno, però, “Sonny” va a sbattere contro il cileno Garin, n.86 del ranking, che vince 63 76(3) dopo aver recuperato da 2-4 nel secondo set.
In tabellone c’è anche Flavo Cobolli, protagonista di una settimana indimenticabile. Il 20enne romano, n.208 del ranking, promosso dalle qualificazioni, dopo aver sconfitto all’esordio nel main draw l’australiano Thompson, n.91 ATP (terzo successo per il “figlio d’arte” in un tabellone del circuito maggiore), centra l’ingresso nei quarti - i primi in carriera a livello ATP - grazie al successo per 60 36 63 sul tedesco Otte, n.94 ATP, semifinalista nel 2022. La favola del Nex Gen azzurro termina sul più bello con la sconfitta contro l’australiano O’Connell, n.82 ATP, protagonista del ko dell’idolo di casa “Sascha” Zverev, n.16 ATP e terza testa di serie: 76(5) 46 63 lo score per il 28enne di Sydney, con il 20enne romano che non sfrutta tre set-point nel primo parziale.
Tutto secondo pronostico nella prima semifinale con il successo del campione in carica Rune su O’Connell (63 62). Decisamente meno attesa la vittoria di Van de Zandschulp (64 76) sullo statunitense Fritz, n.10 del ranking e 2 del seeding, la sesta in carriera su un top ten.
MONACO: PAGANINI NON SI RIPETEVA, RUNE SI’
Un anno dopo Holger Rune, n.7 del ranking e primo favorito del torneo, e Botic Van de Zandschulp, n.29 del ranking e 4 del seeding, si rigiocano il titolo in Baviera. Nel 2022 la finale durò appena 7 game: l’olandese si ritirò sotto 4-3 per forti dolori al petto, il danese conquistò il suo primo trofeo ATP.
Benché nel finale sia acciaccato (spalla destra, caviglia destra) e sempre più nervoso, il 19enne di Gentofte si conferma campione superando 64 16 76(3) il 27enne di Wageningen che pure arriva tre volte a servire per il titolo e che non trasforma ben quattro match-point. Sdraiandosi sulla terra bavarese Rune festeggia il quarto titolo ATP in carriera su sette finali giocate, il primo del 2023.
LA CATALOGNA DIVENTA TRICOLORE
Lorenzo Giustino, n.233 del ranking, passato attraverso le qualificazioni, cede in due set al russo Shevchenko, n.98 ATP (prima vittoria in un main draw ATP per lui), all’esordio nel “Barcelona Open Banc Sabadell” (ATP 500 - montepremi 2.722.480 euro) sulla terra rossa del Real Club de Tenis Barcelona-1899, il più antico circolo della capitale della Catalogna. Un altro qualificato, Matteo Arnaldi, n.105 del ranking, si leva la soddisfazione di battere all’esordio lo spagnolo Munar, n.83 ATP (primo match vinto in un main draw del circuito maggiore per il ligure), prima di cedere al secondo turno 64 63 al britannico Evans, n.26 del ranking e 12 del seeding. Finisce al secondo turno anche l’avventura di Francesco Passaro, n.125 del ranking, che dopo la netta vittoria sul veterano spagnolo Verdasco, n.244 del ranking, in gara con una wild card, perde contro l’argentino Francisco Cerundolo, n.32 ATP e 15esima testa di serie (62 62 lo score).
Ingresso in gara direttamente al secondo turno per Jannik Sinner, n.8 del ranking e quarto favorito del seeding, semifinalista a Monte-Carlo, che batte per la seconda volta nel giro di una settimana l’argentino Schwartzman, n.48 ATP. Poi il 21enne di Sesto Pusteria dà fondo a tutte le sue energie e supera anche il giapponese Nishioka, n.35 ATP e 16esima testa di serie. Un match duro (61 46 63 lo score) nel quale l’altoatesino deve lottare anche con un accenno di crampi alla gamba sinistra nel set decisivo. E si prepara al derby con Musetti.
Stesso discorso per Lorenzo Musetti, n.20 del ranking e nona testa di serie, reduce dai quarti sulla terra del Principato (dove ha battuto Djokovic prima di perdere proprio da Sinner): liquida in due set l’australiano Kubler, n.66 ATP, e poi supera in rimonta 36 64 61 il britannico Norrie, n.13 del ranking e 7 del seeding, assicurandosi un posto nei quarti contro Sinner.
SALTA IL DERBY AZZURRO
Niente rivincita! Salta la sfida tricolore dei quarti tra Sinner e Musetti. A meno di un’ora dall’ingresso in campo arriva il forfait dell’altoatesino: i due giovani azzurri si erano affrontati esattamente una settimana prima nei quarti del “1000” di Monte-Carlo quando Jannik aveva lasciato appena quattro giochi ad un Lorenzo ancora con la testa al successo su Nole del giorno prima. Musetti si ritrova dunque in semifinale, l’ottava in carriera a livello ATP la terza in un “500” dopo Acapulco 2021 (cemento) ed Amburgo 2022 (terra) quando ha poi conquistato il suo primo trofeo nel tour maggiore superando Alcaraz in finale.
Ma non va oltre perché è Stefanos Tsitsipas, n.5 del ranking e seconda testa di serie, finalista nel 2018 e nel 2021 (sempre stoppato da Nadal), ad imporsi 64 57 63. Lorenzo, però, offre un’altra bella prestazione anche se non sfrutta due break di vantaggio nel primo set ed uno nella seconda frazione dove peraltro annulla un match-point. Nell’altra semifinale Alcaraz regola con un doppio 62 il britannico Evans, che nei quarti batte in rimonta l’argentino Cerundolo che sul 5 pari non sfrutta quattro palle-break per andare a servire per il match finendo per perdere sette giochi consecutivi rendendo poi inutile il tentativo di recupero.
BARCELLONA RESTA DI CARLOS
Semplicemente ingiocabile! Con una prestazione devastante, e disarmante, Alcaraz conquista per il secondo anno consecutivo il trofeo. In finale sconfigge 63 64 Tsitsipas, costretto per la terza volta ad accontentarsi della piazza d’onore. Per Carlos è il nono trofeo ATP su 12 finali disputate, il terzo in un 2023 dove ha giocato appena cinque tornei. “E’ un’emozione speciale vincere davanti alla mia gente, alla mia famiglia, ai miei amici che sono venuti qui a vedermi - le parole di un Alcaraz davvero soddisfatto, che durante la premiazione (con la colonna sonora che spazia da “Nessun dorma” dalla Turandot di Puccini a “We are the champions” dei Queen) non la finisce di ringraziare il suo coach, Juan Carlos Ferrero -. La maggior parte del mio team vive a Barcellona: quindi riuscire ad alzare il livello del mio tennis proprio qui mi rende felice anche per loro”, sottolinea il giovane spagnolo, che ha già provato la soddisfazione di sedersi sul trono mondiale (per 22 settimane: 16 la passata stagione e 6 quest’anno).
QUANTE SORPRESE IN TERRA BOSNIACA
Salta, sorride, si porta la mano al petto e ai polpacci, lancia baci ai tifosi. L’esultanza di Djokovic racconta un successo molto meno scontato del previsto nel torneo di casa, diretto dal fratello Djordje, spostato per un anno da Belgrado a Banja Luka, capitale de facto della Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina. Nole impiega due ore e tre quarti per piegare 67(4) 63 62 il francese Van Assche, n.87 ATP ed unico top cento a non aver ancora compiuto 19 anni, nell’esordio nell’”Srpska Open” (ATP 250 - montepremi 562.815 euro).
La sorpresa, però, è solo rimandata. Nei quarti, infatti, è il serbo Lajovic, n.70 del ranking, a sbattere fuori il suo illustre connazionale. Il 32enne di Belgrado, che al massimo è stato n.23, si impone 64 76(6) sul detentore del record di settimane totali in vetta alla classifica e vincitore di 93 titoli ATP di cui 22 Slam. Dopo aver raccolto appena quattro game in totale nei due precedenti, stavolta è lui a prendersi la scena: "Nole è un buon amico ed è un eroe del nostro Paese: batterlo è qualcosa che non pensavo sarebbe stato possibile, ma è successo".
BANJA LUKA: VINCE IL SERBO CHE NON TI ASPETTI
Rublev ci ha preso gusto. Dopo il primo trofeo da “1000” conquistato a Monte-Carlo, il russo, n.6 del ranking e 2 del seeding, grazie all’ottava vittoria di fila (62 64 in “semi” allo slovacco Molcan, n.73 ATP) è di nuovo in finale, la ventesima in carriera. Dall’altra parte della rete trova quel Lajovic che sta vivendo la settimana della vita e che in semifinale ha battuto in rimonta un altro connazionale Kecmanovic, n.33 del ranking e quarto favorito del seeding.
In finale Dusan supera la seconda “prova del nove”: dopo aver fatto fuori nei quarti Djokovic e in semifinale Kecmanovic, conquista il titolo di Banja Luka battendo 63 46 64 Rublev. Per tutto il match Lajovic colpisce la palla sempre in modo molto aggressivo, ma vince soprattutto perché mantiene i nervi saldi quando serve per la seconda volta per chiudere l’incontro. “L’ultima volta che avevo giocato una finale, ad Umago, era stata quattro anni fa…ma dentro di me ho sempre creduto di poter vincere un altro torneo”.
NIENTE ROMA PER MATTEO
Agli Internazionali BNL d’Italia 2023 al Foro Italico Berrettini non ci sarà. Il 27enne romano ci spera fino all’ultimo ma non recupera dall’infortunio di Monte-Carlo (lesione agli addominali obliqui) che lo ha già obbligato a rinunciare al “1000” di Madid. "Mi sono aggrappato alla speranza di poter giocare a Roma, un torneo che per me significa molto e dove, probabilmente, sono iniziati tutti i miei sogni. Purtroppo però, i risultati dell’ultima risonanza mostrano che ho bisogno di almeno un’altra settimana prima di poter ricominciare ad allenarmi fisicamente”, posta Matteo su Instagram annunciando il forfait.