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Baez cala il tris a Kitzbuhel, Tsitsipas balla ad Acapulco: Washington è di Evans. In Canada Medvedev fa fuori prima Arnaldi e poi Musetti: Alcaraz scivola di nuovo contro Paul. Niente Us Open per Kyrgios. A Cincinnati Djokovic si prende la rivincita su Alcaraz nel match dell’anno. Baez vola anche a Winston-Salem. Jeddah si prende le Next Gen Finals
di Tiziana Tricarico | 25 dicembre 2023
A volte ritornano…. Secondo il media greco SDNA Stefanos Tsitsipas e Mark Philippoussis stanno lavorando di nuovo insieme, due mesi dopo aver interrotto la loro collaborazione iniziata a metà del 2022. Per evitare “intralci e sovrapposizioni” con papà Apostolos, stavolta il finalista di Wimbledon (2003) e Us Open (1998) e Tsitsipas padre si alterneranno nel seguire “Stef” nei tornei. Philippoussis è con il 24enne di Atene a Los Cabos dove Stefanos, n.5 ATP è il primo favorito del seeding. L’australiano dovrebbe essere presente anche ai Masters 1000 di Toronto e Cincinnati: Apostolos tornerà invece per gli US Open.
KITZBUHEL: THIEM CI PROVA MA VINCE BAEZ
Semaforo rosso per Marco Cecchinato, l’unico azzurro ai nastri di partenza del “Generali Open” (ATP 250 - montepremi 562.815 euro) sulla terra rossa di Kitzbuhel, in Austria. Il 30enne di Palermo, n.108 del ranking, raccoglie quattro giochi al primo turno con il colombiano Galan, n.76 ATP. In finale approdano l’argentino Sebastian Baez, n.72 del ranking, che in semifinale si aggiudica 76(5) 36 64 il derby contro il connazionale Etcheverry, n.34 del ranking e primo favorito del seeding, e, per la gioia del pubblico di casa, l’austriaco Dominic Thiem, n.116 del ranking, in tabellone grazie ad una wild card, che elimina 67(3) 75 76(8) il serbo Djere, n.38 ATP e quinta testa di serie.
Un torneo duro che la metà basta taglia le gambe all’idolo di casa, che dopo tre maratone micidiali non è ha più da spendere. Kitzbuhel incorona così Baez che supera 63 61 Thiem conquistando il suo terzo titolo in carriera dopo Estoril 2022 e Cordoba in avvio di stagione. "So che tutti qui volevano che Dominic vincesse, e mi dispiace - si schernisce il 22enne di Baires - ma sono contento per quanto fatto durante questa settimana, e anche se il clima non sempre è stato bello questo resta un luogo stupendo in cui sono stato proprio bene".
TSITSIPAS BALLA AD ACAPULCO
Il “dio greco del tennis” tiene fede al suo ruolo di principale favorito e, lasciando per strada un solo set, nei quarti al cileno Jarry, n.29 ATP e sesta testa di serie, riparte dal Messico con il coloratissimo trofeo ed il cappellone tipico. Nella finale del “Mifel Tennis Open” (ATP 250 - montepremi 852.480 dollari) sul cemento di Los Cabos, Stefanos Tsitsipas, n.5 del ranking e primo favorito del seeding, supera 63 64 l’australiano Alex De Minaur, n.19 ATP e quinta testa di serie, imponendosi per la decima volta in altrettanti confronti. In semifinale il 24enne di Atene aveva battuto in due set il croato Coric, n.16 ATP e quarta testa di serie, mentre la 24enne di Sydney si era imposto 6-1 al terzo sul tedesco Koepfer, n.84 ATP e settima testa di serie.
Tsitsipas in stagione vanta un bilancio di 39 vittorie e 13 sconfitte: il greco sale in doppia cifra con i trofei vinti, 10, su 27 finali disputate in carriera. "Penso sia stata un gran match, sentivo che volevamo entrambi dare spettacolo. Alex ha giocato alla grande, io ho provato a farlo al suo livello e sono felice che alla fine la partita sia stata così avvincente: è la cosa che conta di più, il pubblico era lì e ha partecipato con entusiasmo - dice Stefanos -. Porto via tante cose positive da questa settimana: ho giocato delle belle partite, e penso sia un buon avvio per lo swing americano”.
WASHINGTON E’ DI EVANS
Cemento bollente quello statunitense. Durante la prima giornata del main draw del “Mubadala Citi DC Open” (ATP 500 - montepremi 2.013.940) di Washington a farne le spese è il cinese Yibing Wu. Il pubblico assiste ad una scena agghiacciante: nel match d’esordio il 23enne di Hangzhou, n.90 del ranking, al cambio campo avanti 4-1 nel primo set sul giapponese Watanuki, n.99 ATP, nel prendere l’asciugamani dalla sedia inizia a barcollare. Complici le temperature molto alte e la forte umidità Wu crolla, accasciandosi per terra: prova a rialzarsi, ma con grande fatica. Immediatamente interviene l’assistenza medica e fortunatamente la situazione rientra ma ovviamente arriva il ritiro.
A 20 anni dal successo di Henman, un altro britannico firma l’albo d’oro. E’ Daniel Evans, n.30 ATP e nono favorito del seeding, vittorioso in finale per 75 63 sull’olandese Tallon Griekspoor, n.37 del ranking e 12esima testa di serie. Per il 33enne di Birmingham è il più importante titolo della carriera, il secondo in assoluto che giunge a due anni e mezzo di distanza da quello vinto a Melbourne 2021. La finale è sostanzialmente equilibrata. A decidere il primo set è il quarto break-point che Evans sfrutta per chiudere 7-5. Nel secondo parziale, sul 2 pari, arriva la pioggia e la partita è sospesa per oltre un’ora e mezza. Durante la pausa il britannico non perde la concentrazione: alla ripresa riesce a resistere alle cannonate di servizio dell’olandese, poi fa il break e lo mantiene nonostante l’ultimo drammatico game dove è costretto a fronteggiare le prime palle-break della partita, quattro, prima di poter alzare le braccia al cielo in segno di trionfo. L’inglese, che prima di Washington era reduce da sei sconfitte di fila al primo turno, sale al n.21 (“best”).
A TORONTO DI NUOVO I BIG IN CAMPO
L'ostacolo Andy Murray si conferma ancora una volta insuperabile per Lorenzo Sonego. Il 28enne torinese, ancora più nettamente di quanto accaduto a gennaio a Doha, è battuto dallo scozzese per 76(3) 60 all’esordio del “National Bank Open”, sesto ATP Masters 1000 stagionale (montepremi 6.660.975 dollari) sul cemento di Toronto (dove si disputa ad anni alterni con Montreal), in Canada. Anche stavolta l'azzurro ha le chance per mettere alle corde il suo avversario ma non le sfrutta, come i due set-point sul servizio del britannico nel primo parziale. Dopo un lungo “toilet break”, quasi necessario dopo l’ora e mezza quasi di durata del set d’apertura Sonego non combina più nulla di buono: Murray, tre volte campione dell’Open canadese (2009, 2010 e 2015) gioca alla grande.
Passa un turno Matteo Arnaldi, n.66 ATP, promosso dalle qualificazioni, cha debutta nel main draw superando 64 64 il canadese Pospisil, 33enne di Vernon, n.165 del ranking, in gara grazie ad una wild card. Il 22enne sanremese si ferma però contro il russo Medvedev, n.3 del ranking e 2 del seeding (62 75 lo score). La partita del ligure però è ampiamente positiva. Arnaldi fa sempre la scelta giusta: si inventa palle corte, varia i tagli, alza la traiettoria per difendersi e poi spara missili lungolinea e incrociati per provare a destabilizzare il russo. Ma gli errori gratuiti lo condannano, le accelerazioni escono di poco e Medvedev vince.
Ne supera due Lorenzo Musetti, n.19 del ranking e 16 del seeding, che prima lascia cinque game a Nishioka, n.45 ATP, e poi batte in rimonta il qualificato australiano Kokkinakis, n.86 ATP, prima di andare a sbattere al terzo turno anche lui contro Medvedev (64 64 lo score).
BRIVIDI CANADESI
Notte complicata per i numeri uno del mondo. Dopo quella di Swiatek nel contemporaneo WTA 1000 in quel di Montreal, vittoria col brivido anche per Alcaraz negli ottavi: lo spagnolo, numero uno del mondo, batte 36 76(2) 76(3) il polacco Hurkacz, n.17 del ranking e 15 del seeding. Ma vincere la 14esima partita consecutiva non è una faccenda semplice per il 20enne di El Palmar (Murcia).
Carlos deve recuperare un set ed un break di svantaggio e nella frazione decisiva, nonostante un vantaggio di 5-2 con doppio break (e due match-point nell’ottavo game), riesce ad imporsi solo per 7 punti a 3 nel tie-break, al terzo match-point (il quinto complessivo).“Onestamente, non so cosa sia successo - ammette a proposito della rimonta subìta nel set decisivo -. Ho iniziato a sentirmi male in quel momento: non riuscivo ad imprimere la giusta direzione ai miei scatti. Ho cercato solo di mantenere la calma, di trovare un modo per superare i problemi e di ritrovare di nuovo le giuste sensazioni. Sotto 5-6 ho iniziato a sentirmi meglio”.
JANNIK, PRINCIPE DEI DERBY
E’ una sfida azzurra intensa per un set. Poi l’equilibrio si interrompe improvvisamente: il più giovane cambia passo e l’altro non riesce a stargli dietro. Esordio incoraggiante per Sinner: il 21enne di Sesto Pusteria, n.8 del ranking e 7 del seeding (“bye” al primo turno), fa il suo ingresso nel torneo direttamente al secondo turno aggiudicandosi per 64 63 il derby tricolore contro Matteo Berrettini, n.38 ATP, che aveva invece già preso contatto con il cemento canadese superando in due set al debutto il francese Barrere, n.58 del ranking. Bravo Jannik a sfruttare il primo passaggio a vuoto del romano, alla fine di un primo set in cui è Matteo ad avere le chance migliori: dal 4 pari 0-30 con l’altoatesino al servizio c’è un parziale di 21 punti a 5 per Sinner che cambia il copione. “E’ stata una partita molto difficile. Sia io che lui abbiamo servito molto bene: ogni punto nei game di servizio era importante. Nel primo set lui forse ha avuto qualche chance in più: nel secondo ho provato a restare lì, e lui mi ha regalato qualcosa. Buona partita da parte mia - dice Jannik -. Comunque è bello vedere Matteo di nuovo sano e pronto a competere”.
I numeri dicono che il servizio di Matteo non è riuscito a fare la differenza: sia lui che Jannik mettono a referto 10 ace contro 2 doppi falli. Anzi, Sinner raccoglie qualcosa in più sia con la prima di servizio (83% contro 79%) che con la seconda (55% contro 47%). Ma soprattutto Jannik salva tutte le 7 palle-break che concede e con la risposta è nettamente superiore. Per Sinner a referto 23 vincenti a fronte di 7 errori gratuiti: 21 contro 11 il bilancio di Berrettini.
Ottavi di tutto riposo per Jannik: il britannico Murray, che impiega oltre due ore e tre quarti per avere ragione del qualificato australiano Purcell, n.78 del ranking, paga dazio e dà forfait. In compenso Sinner recupera nei quarti dove deve lottare per quasi due ore e mezza per vincere la resistenza del francese Monfils (64 46 63 lo score) e centrare per la prima volta le semifinali nell’Open del Canada.
OOPS, HE DID IT AGAIN!
E al penultimo atto l’altoatesino trova non il re del tennis mondiale bensì lo statunitense Tommy Paul, n.14 del ranking e 12 del seeding, capace per il secondo anno di fila di estromettere dal torneo Alcaraz. E’ una versione irriconoscibile quella dello spagnolo - reduce da ben 14 vittore consecutive - che perde 63 46 63 con il 26enne di Voorhees, New Jersey, che si era imposto anche al secondo turno a Montreal nel 2022. Falloso, in preda alla frustrazione (da registrare anche un lancio di racchetta verso il proprio angolo), “Carlitos” cede subito la battuta nel game d’apertura rendendosi conto di dover affrontare un match simile a quello vinto con Hurkacz, ma non è la serata giusta.
“SEMI” A SENSO UNICO
Semifinale lampo a Toronto e prima finale da “1000” per Alex De Minaur: l’australiano, n.18 del ranking, supera 61 63 lo spagnolo Davidovich Fokina, n.37 ATP, che in pratica non entra mai in partita. "C'era molto vento - racconta il 24enne di Sydney - e non è facile in queste condizioni. Ho cercato di giocare un punto alla volta, ho tenuto alto il mio livello di gioco: il mio obiettivo ora è vincere questo tipo di tornei. E voglio raggiungere la top ten, è sempre stato il mio sogno".
E semifinale a senso unico anche per Sinner che batte 64 64 lo statunitense Paul, mai così avanti in un “1000”, centrando l’undicesima finale in carriera (7 i trofei già messi in bacheca), la terza in un Maters 1000, sempre sul cemento e sempre in Nord America, dopo Miami 2021 (battuto da Hurkacz) e ancora a Miami 2023 (stoppato da Medvedev).
E’ UN SINNER DA “1000” E UNA NOTTE
Sembrava diventata quasi una maledizione, un traguardo mancato sempre all’ultimo sprint. E invece la terza finale 1000 è quella buona. Jannik vince il “National Bank Open”, aggiudicandosi quel trofeo prestigioso che gli era sfuggito per due volte a Miami, e come regalo anticipato di compleanno ecco anche un bel “best ranking” (n.6 ATP). Il tennista di Sesto Pusteria (che compirà 22 anni mercoledì) si impone 64 61 sull’australiano De Minaur, n.18 ATP, mai così avanti in un torneo di questa categoria (in precedenza si era fermato per ben dieci volte negli ottavi). Quattro anni e mezzo dopo Monte-Carlo 2019, quando Fognini mise a segno uno storico successo battendo Lajovic, ecco che arriva il secondo trofeo da 1000 per il tennis tricolore, e porta la firma di Jannik. Toronto è l’83esimo titolo azzurro nell’Era Open.
“E’ un grande risultato, che posso condividere con tutta la mia squadra per tutto l’impegno che ci mettiamo, con tutte le persone che mi sono vicine, anche se non sono qui fisicamente. Sono molto felice per tutto il torneo. E’ davvero un bel momento della mia carriera”. E’ entusiasta Sinner, e si vede. “Quando giochi per un trofeo così importante l’esperienza è fondamentale. Stavolta è andata molto meglio rispetto alle mie prime due prime finali Masters: ero molto concentrato sul mio gioco, su quello che dovevo fare e sentivo che lo stavo eseguendo nel modo giusto”. Ancora una volta a fare la differenza è soprattutto la micidiale risposta di Jannik (con una percentuale superiore al 55% è il giocatore ad aver vinto più punti sulla seconda dell’avversario in questa stagione), che gli permette di conquistare l’ottavo titolo, il più prestigioso, in undici finali disputate.
NIENTE US OPEN PER KYRGIOS
Un’altro forfait, l'ennesimo di una stagione da dimenticare per Nick Kyrgios. L'australiano, che nel 2022 aveva vissuto il suo anno migliore, illuminato dalla finale a Wimbledon (persa contro Djokovic), in questo 2023 fin qui ha giocato un solo match, sull’erba di Stoccarda, cedendo al cinese Wu. Poi in campo non lo si è più visto.
Ora il 28enne di Canberra annuncia che non prenderà parte all'ultimo Slam dell'anno sui campi in cemento di Flushing Meadows, New York. Proprio agli Us Open dello scorso anno Kyrgios, sceso al n.92 del ranking, aveva raggiunto i quarti (fermato da Khachanov) e quando gli scadranno i punti di quel piazzamento uscirà dalla top 300. Con il rischio piuttosto concreto di chiudere la stagione con un solo match all'attivo.
CINCY…TENNIS!
Matteo Berrettini convince poco all’esordio nel “Western & Southern Open”, settimo Masters 1000 stagionale (montepremi 6.600.000 dollari), sul cemento di Cincinnati, Ohio. Il 27enne romano, n.38 ATP, si fa rimontare dall’amico Auger Aliassime, n.14 del ranking e 12 del seeding: il giovane canadese, tutt’altro che in versione irresistibile, vince 46 62 63.
Parte forte, cade e si rialza Lorenzo Sonego. Il 28enne torinese, n. 39 del ranking, batte 63 36 63 il qualificato russo Alexander Shevchenko, n.88 ATP. Il piemontese sfodera un tennis ordinato ed efficiente soprattutto nel primo e nel terzo set: è sicuro nei colpi di inizio gioco, più freddo nella gestione dei punti caldi, più continuo nella spinta con il diritto. Tutto questo non basta, però, per superare lo statunitense Fritz, n.9 del ranking e del seeding, che s’impone 64 76(1).
Anche Lorenzo Musetti inizia al meglio il percorso in Ohio: il 21enne di Carrara, n.18 ATP, regola in due set il britannico Evans, n.28 del ranking, ma poi va a sbattere di nuovo contro Medvedev, n.3 ATP e terzo favorito del torneo. Cambia la location ma non il risultato: il russo vince 63 62 che per “Muso” significa ottava sconfitta su nove partite contro un top ten. Del resto appena il 21% di punti vinti con la seconda di servizio sono un peso troppo grande da portare per sperare di sovvertire i pronostici contro un avversario come il moscovita. "Le condizioni sono difficili, credo che abbiano cambiato i campi ed è difficile sentirsi a proprio agio per chiunque - dice Medvedev -. Entrambi abbiamo commesso errori, doppi falli, ma io ho giocato meglio i punti importanti".
UN BIRTHDAY POCO HAPPY
Dopo il trionfo a Toronto, Sinner si era detto contento che l’esordio a Cincinnati capitasse nel giorno del suo compleanno. Ma probabilmente Jannik sperava in un regalo un tantino diverso per i suoi 22 anni. Invece a Cincinnati per la prima volta in stagione esce di scena all’esordio (seppure al secondo turno): il “rosso” di Sesto Pusteria, n.6 ATP ed ottava testa di serie, cede 64 76(4) al serbo Lajovic, n.66 del ranking, che firma il decimo successo in carriera contro un top ten, il quarto in questo 2023.
"Ho cambiato molte cose nell'ultimo periodo - spiega Dusan -. Quest'anno ho iniziato a lavorare molto sulla salute mentale con uno psicologo. Ho cominciato a modificare qualcosa di me, e non è mai facile soprattutto se hai più di trent'anni".
FIRST SERVICE SHOW
Due tie-break decidono la sfida di secondo turno tra Tsitsipas, n.4 del ranking e del seeding, e Shelton, n.40 ATP. Per due volte, dopo dodici game senza l’ombra di una palla-break, la maggiore esperienza del greco viene fuori nei tie-break.
Così Stefanos si impone 76(3) 76(2) e raggiunge gli ottavi. Entrambi danno sfoggio di un ottimo servizio: Shelton vince l’84% di punti con la prima (36/43), Tsitsipas il 93% (37/40). Il greco si lamenta a metà del secondo set perché una signora nelle prime file alle sue spalle fa un verso ogni volta che si appresta a servire: "Portatela via, non mi era mai successo niente di simile in carriera", dice. Ma riesce a non disunirsi.
ANCORA TU…
Paul capita sulla strada del numero uno del mondo Alcaraz per la seconda settimana consecutiva. Lo statunitense, dopo aver eliminato lo spagnolo nei quarti di Toronto prima di perdere con il futuro vincitore del titolo Sinner, lo affronta di nuovo negli ottavi a Cincinnati. Il 26enne del New Jersey, n.13 ATP e 14esima testa di serie (“best ranking”), che supera in due set il francese Humbert, n.33 del ranking, non riesce a ripetersi contro “Carlitos” che si impone 76(6) 67(0) 63, centrando l’undicesimo quarto di finale in carriera in un “1000”, il quinto in stagione. Paul salva tre match-point nel dodicesimo game del secondo parziale, durato 24 punti e allunga la partita al set decisivo.
Poi arriva la pioggia sul 4-3 15-15 e servizio Alcaraz. La pausa dura circa 90 minuti, i giocatori tornano in campo, lo spagnolo tiene il servizio poi viene a piovere di nuovo. Al rientro, Carlos metta a segno il break che vale la 21esima vittoria stagionale in 24 partite nei Masters 1000.
"E' stata una partita molto dura, era davvero lottata quando è venuta giù la pioggia - dice Alcaraz -. Penso di aver gestito bene l’attesa in palestra, tenendomi caldo. Avevo detto a tutti che volevo vincere questo match dopo la sconfitta di Toronto”.
ZVEREV FERMA MEDVEDEV
Dopo tre sconfitte di fila, “Sascha” il tedesco riesce a battere Daniil il russo per la prima volta nel 2023. Quello di Cincinnati per Zverev, n.17 ATP e 16esima testa di serie, è il settimo successo in sedici confronti diretti contro il numero 3 del ranking e del seeding, che ha vinto più partite di tutti nei “1000” quest’anno (23). Campione nel 2021, Alexander chiude 64 57 64 interrompendo così una serie di nove sconfitte di fila contro top ten.
DJOKOVIC BATTE ANCORA MONFILS
Djokovic porta sul 19-0 il bilancio degli scontri diretti nel circuito ATP (esclusi Challenger, Futures e tornei junior) con Gael Monfils. E nell'Era Open nessuno aveva mai vinto tutte le prime 19 partite giocate nel tour maggiore contro lo stesso avversario. Negli ottavi Novak sconfigge il francese 63 62 e conquista il 17esimo successo stagionale in 18 partite sul duro.
Poi il fuoriclasse di Belgrado batte per la settima volta in sette sfide lo statunitense Fritz (60 64) centrando la 75esima semifinale in un “1000”, una meno del primatista Nadal. Vincendo questo match Nole diventa anche il secondo tennista, dopo Alcaraz, ad assicurarsi il pass per Torino.
LA RIVINCITA DI NOLE
La sfida dei sogni, la battaglia tra i primi due giocatori del mondo con in palio il titolo di Cincinnati va a Djokovic che annulla un match-point e supera al termine di un incontro da leggenda Alcaraz: 57 76(7) 76(4) lo score. Quasi quattro ore di spettacolo e di altissimo tennis rendono la finale la partita dell'anno, una delle più belle nella storia recente dei Masters 1000, forse addirittura la più intensa ed emozionante dal 2007 in avanti e cioè da quando l'ATP ha abbandonato i match tre set su cinque. Una carrellata di emozioni infinita, con il punteggio sempre in bilico e con Nole capace di prevalere dopo essere stato sotto set e break, match-point a parte.
"E’ stata una finale pazzesca, difficile da descrivere - le parole di Nole -. E' stata una delle partite più difficili da giocare e vincere in tutta la mia lunga carriera, indipendentemente dal torneo, dalla categoria e dalla qualità del mio avversario. Dall'inizio alla fine abbiamo giocato punti eccezionali esprimendo un tennis di altissimo livello. Non ho mai avuto dubbi sul fatto di poter giocare e vincere match del genere. Sono semplicemente entusiasta del mio tennis". Carlos è in controllo del match quasi per le prime due ore, nonostante il break iniziale che manda Novak avanti 4-2. Il tennis del numero uno del mondo è più ricco e spumeggiante di quello del serbo fino al break nel cuore del secondo set.
Ma quando lo spagnolo si appresta a servire per il match avanti 75 4-3, ecco che attivano i primi errori gratuiti, è così Djokovic gli toglie il fiato, la lucidità necessaria per portare a casa la partita. Il serbo è abile nel rientrare in corsa, nel sopraffare il rivale mentalmente, nel cancellare il match-point sul 6-5 con la combinazione servizio-dritto, nel vincere l’asfissiante tie-break del secondo set per 9 punti a 7 e poi nel frustrarne le ambizioni con il magistrale tie-break conclusivo, vinto per 7 punti a 4, al quinto match-point utile. Per Djokovic è il terzo titolo a Cincinnati dopo quello del 2018 su Federer e quello del 2020 su Raonic. Ma soprattutto il 39esimo Masters 1000 e il 95 esimo torneo vinto in carriera, uno in più di Lendl. Ora è solo all’inseguimento dei 103 di Federer e dei 109 di Connors. E sa che gli basta vincere una partita a Flushing Meadows per tornare nuovamente numero uno del mondo.
BAEZ VINCE A WINSTON-SALEM
Marco Cecchinato, n.109 ATP, è eliminato dall’australiano Purcell, n.47 del ranking, nel primo turno del “Winston-Salem Open” (ATP 250 - montepremi 760.930 dollari), ultimo torneo prima dello US Open, di scena sul cemento del Wake Forest Tennis Complex in North Carolina. Purcell, reduce dalla gran corsa di Cincinnati, culminata nel primo quarto in carriera in un “1000” dove ha pure tolto un set ad Alcaraz, supera anche il lucky loser russo Kuznetsov, senza ranking, e l’olandese Griekspoor, n.25 ATP e seconda testa di serie, prima di arrendersi in due set lottati nei quarti al ceco Lehecka, n.35 del ranking e quinta testa di serie.
Annulla un match-point, batte Gasquet ma poi alza bandiera bianca. Sebastian Korda, n.33 ATP e terza testa di serie, vive una giornata di emozioni intense: lo statunitense cade a metà del terzo set del match vinto 46 61 76(7) contro il francese e poco dopo la conclusione della partita annuncia il forfait per la “semi” contro Lehecka. “Ho preso la difficile decisione di abbandonare il torneo perché la caviglia non migliorava - dice il “figlio d’arte”-. Spero che le cose cambino nei prossimi due giorni". Nell’altra semifinale l’argentino Baez, n.42 ATP e sesta testa di serie, si impone 63 67(4) 76(2) sul croato Coric, n.13 del ranking e primo favorito del seeding. E si conclude con un successo la miglior settimana in carriera sul cemento di Baez: il 22enne di Buenos Aires si impone per 64 63 su Lehecka conquistando il terzo trofeo del 2033 dopo Cordoba e Kitzbuhel (entrambi sulla terra), il quarto in carriera su sei finali disputate.
L’ARABIA SAUDITA SI PRENDE LE NEXT GEN FINALS
L'Arabia Saudita entra nella geografia del grande tennis: Jeddah ospiterà infatti l'edizione 2023 delle Next Gen ATP Finals. Il torneo si giocherà dal 28 novembre al 2 dicembre sul veloce indoor del King Abdullah Sports City e metterà in palio un montepremi record di due milioni di dollari, e resterà in Arabia Saudita fino al 2027. Le Next Gen ATP Finals saranno il primo evento in Arabia Saudita nel circuito ATP. "Il circuito ATP è sempre più globale, esplorare nuovi mercati è essenziale per la crescita del gioco - sottolinea il presidente dell'ATP Andrea Gaudenzi -. Portare le Next Gen ATP Finals a Jeddah è la nostra occasione per ispirare nuovi tifosi in una regione con una vasta popolazione giovane".
QUALIFICAZIONI US OPEN
Sono ben 15 i tennisti italiani a caccia di un posto nel tabellone principale dello Us Open, ultimo Slam dell’anno, di scena sul cemento di Flushing Meadows, a New York. Finisce subito l’avventura per Fognini, Bellucci, Bonadio (che cede a Zeppieri), Passaro, Agamenonr, Cobolli, Lavagno, Nardi e Gigante: secondo turno fatale, invece, per Giannessi, Gaio Brancaccio e Vavassori. Al turno decisivo approdano Zeppieri (che cede al francese Couacaud) e Travaglia: proprio quest’ultimo centra la qualificazione grazie al successo in rimonta sul francese Cazaux.