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Prendendo in considerazione solo quei tornei che ancora oggi sono presenti in calendario, il leader azzurro per vittorie negli Atp 500 è proprio lui, Jannik Sinner, a segno in tre occasioni. Poi Matteo Berrettini, vincitore per due anni di fila al Queen's. Ecco la storia azzurra in dettaglio
di Cristian Sonzogni | 13 febbraio 2024
È la terra di mezzo. Non sono gli Slam e non sono i Masters 1000, ma spesso godono del privilegio di poter ospitare alcuni dei migliori giocatori al mondo. Attratti dai punti – pur sempre 500 per chi vince, più di un quarto in un Major – quando non da un contratto ad hoc (leggi Roger Federer e Halle, quello più longevo e più eclatante). Gli Atp 500, che hanno preso il via (come sempre, negli ultimi anni) da Rotterdam, sono quei momenti della stagione che per i big sono una sorta di assaggio di grandezza, una specie di test per fare verifiche agonistiche, ben supportate da eventi di qualità. Come quello olandese, appunto, che ai partecipanti non fa mancare proprio nulla. E l'Italia di Sinner, favorito questa settimana dopo il trionfo in Australia, che storia può vantare, in questi appuntamenti?
Prendendo in considerazione solo quei tornei che ancora oggi sono presenti in calendario, partiamo da Rotterdam, perché l'evento 'Orange' ha già visto due azzurri nell'ultimo atto: lo stesso Sinner lo scorso anno (sconfitto da Daniil Medvedev) e soprattutto Omar Camporese, vincitore di un'edizione rimasta nella storia nel 1991. Di fronte, il bolognese aveva Ivan Lendl, eppure il tennis di Omar sul veloce aveva pochi rivali: finì 3-6 7-6 7-6 in favore del tennista italiano, che stava vivendo l'annata migliore della sua carriera, quella che poi – a inizio 1992 – lo portò fino al numero 18 della classifica Atp.
Se Rotterdam ha una storia lunga, nata nel 1974, è molto più recente l'altro 500 di questo periodo, quello brasiliano di Rio de Janeiro. A tenerlo a battesimo fu Rafael Nadal nel 2014, poi in seguito lo hanno conquistato pure Ferrer, Thiem, Schwartzman, Alcaraz. E il cileno Cristian Garin, che nel 2020 ebbe la meglio nell'ultimo atto sul ligure Gianluca Mager, capace di prendersi il miglior risultato della carriera in una settimana pressoché perfetta. Sempre quell'anno, raggiunsero la finale in doppio anche Salvatore Caruso e Federico Gaio.
Rotterdam story, un 500 che vale 1000
Ha un albo d'oro da Slam il torneo di Dubai, nato ufficialmente nel 1993 ma con un salto di categoria che risale al 2001 (International Series Gold, poi dal 2009 Atp 500). Le ultime tre edizioni sono andate a tre diversi russi: Karatsev, Rublev, Medvedev. Ma in precedenza Dubai è stata la patria di Federer (8 trionfi), Djokovic (5), ma pure di Murray, Wawrinka, Nadal, Roddick e Juan Carlos Ferrero.
L'unica finale tricolore risale al 1995, quando dunque il torneo non era ancora al livello attuale: a conquistarla, l'attuale presidente Atp Andrea Gaudenzi, costretto a cedere a Wayne Ferreira dopo aver battuto Goran Ivanisevic all'esordio e Petr Korda in semifinale. Sempre del 1993 è la nascita dell'evento messicano di Acapulco, divenuto 'Gold' un anno prima di Dubai e nel quale nessun azzurro è mai approdato al match decisivo.
La migliore prestazione recente è quella di Lorenzo Musetti, che nel 2021 si spinse fino alla semifinale prima di cedere a Stefanos Tsitsipas.
Arriviamo dunque alla primavera e alla terra battuta di Barcellona. Che è fra i tornei più longevi del Tour, anno di nascita 1953. Con la terra, l'Italia appare più spesso, ma in questo caso con ricordi datati, compresi tra gli anni 60 e 70 del secolo scorso. Il primo finalista azzurro fu Beppe Merlo, sconfitto nel 1960 da Andres Gimeno. Curiosa la vicenda di Martin Mulligan, che vinse due anni di fila (1967 e 1968) ma sotto due bandiere diverse, la prima volta da australiano e la seconda da italiano (in finale sul tedesco Buding). Infine, altra finale senza successo per Adriano Panatta nel 1975, quando a imporsi in rimonta fu Bjorn Borg. Il torneo è stato vinto per 12 volte da Rafael Nadal, mentre le ultime due edizioni sono andate al suo erede designato, Carlos Alcaraz.
Dopo l'unico evento primaverile sul rosso, eccoci all'erba, con la doppietta Queen's-Halle. A Londra, nell'appuntamento che fa da prologo a Wimbledon, si è cominciato a giocare un torneo addirittura nel 1890, ma per la prima finale tricolore abbiamo dovuto attendere il 1998: a raggiungerla, quel Laurence Tieleman che era un po' un cittadino del mondo, nato a Bruxelles da madre romana e padre olandese, con la nascente Europa (più che un singolo Paese) come punto di riferimento. Laurence si arrese all'australiano Scott Draper (nessuna parentela con Jack), lasciando quel titolo che sarebbe arrivato in Italia per due volte consecutive grazie a Matteo Berrettini, in trionfo sia nel 2021, sia nel 2022 (rispettivamente in finale contro Norrie e Krajinovic). Una doppietta fra le più prestigiose in assoluto per il nostro movimento. Meno bene al tennis tricolore è andata nella prova di Halle, Germania, con una sola finale: quella conquistata nel 2015 da Andreas Seppi, sconfitto da Roger Federer. Lo scorso anno, a cedere in finale nel tabellone di doppio fu invece la coppia Bolelli/Vavassori.
Restiamo in Germania per un 500 atipico, quello di Amburgo. Atipico per molti motivi, non ultimo la nuova data che lo colloca dopo Wimbledon, fuori dal contesto del rosso europeo. Nato nel 1892, il torneo tedesco ha cambiato pelle e sede più volte, anche a causa di un clima non certamente favorevole ma normale per il Nord Europa. Fausto Gardini nel 1953 e Orlando Sirola nel 1956 furono i primi finalisti azzurri, mentre per il primo successo pieno bisogna attendere il 1960: autore, Nicola Pietrangeli, a segno sullo svedese Lundquist. Altra finale nel 1972 (con Adriano Panatta), per poi arrivare ai tempi recenti: al titolo di Fabio Fognini nel 2013 (su Federico Delbonis) e a quello di Lorenzo Musetti nove anni più tardi (su Carlos Alcaraz), con in mezzo un'altra finale di Fabio nel 2015 (persa contro Rafael Nadal). Da segnalare che il torneo è stato un Masters 1000 (o corrispondente) dal 1990 al 2008, prima di retrocedere a 500.
Difficile, invece, scovare presenze tricolori a Washington, evento nato nel 1969 e tra i più importanti dell'estate americana sul cemento. Almeno, fino al 2021, quando Jannik Sinner è riuscito a sfatare il tabù diventando il primo trionfatore azzurro nella Capitale degli Stati Uniti: per Jannik, in finale, arrivò un successo su McDonald al termine di un match durissimo, chiuso per 7-5 al terzo set. Se poi parliamo del 500 di Tokyo, i migliori risultati dei nostri colori risalgono agli anni 70, con Corrado Barazzutti finalista nel 1976 (sconfitto da Tanner) e Adriano Panatta a segno nel 1978 (sul famoso Du Pré, quello che poi un anno dopo sarebbe divenuto il suo incubo, nei quarti di Wimbledon). Una vittoria e una finale anche nell'altro evento asiatico, quello di Pechino, anche se i due risultati in questo caso appartengono a epoche diverse: ultimo atto per Renzo Furlan nel 1995 (sconfitto da Michael Chang) e trionfo per Jannik Sinner – sempre lui – lo scorso anno, con un match vinto in due tie-break di fronte a Daniil Medvedev.
Jannik Sinner con il trofeo di Pechino (foto Twitter Jannik Sinner)
Per ultimo, l'accoppiata di fine stagione, quella composta dalle prove indoor di Vienna e Basilea. In Austria, c'è una finale del barese Gianluca Pozzi risalente al 1992, quando tuttavia il torneo non aveva ancora lo status degli attuali 500: l'azzurro perse in quattro set contro Petr Korda, stretto nell'albo d'oro fra altri campioni come Stich, Ivanisevic e Agassi.
In tempi recenti, abbiamo vissuto col cuore in gola la splendida cavalcata di Lorenzo Sonego nel 2020 (con Novak Djokovic demolito nel percorso, prima della sconfitta in finale con Rublev), mentre il primo e unico titolo lo abbiamo portato a casa col solito Sinner, lo scorso anno, sempre su Medvedev nel match decisivo. Niente successi e niente finali, invece, nell'evento di Basilea, dominato per anni dal padrone di casa Roger Federer, a segno in 10 occasioni dal 2006 al 2019.
VITTORIE ITALIANE ATP 500 (O EQUIVALENTI)
Jannik Sinner 3
Matteo Berrettini 2
Fabio Fognini 1
Lorenzo Musetti 1
Omar Camporese 1
Adriano Panatta 1
Martin Mulligan 1
Nicola Pietrangeli 1 (pre Era-Open)