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Il premio di “giocatore più amato dei fans” ha anticipato il numero 1 del computer: Sinner sta dimostrando in Germania perché si avvicina tanto a Federer più che a Nadal e a Djokovic
di Vincenzo Martucci | 19 giugno 2024
I social, a saperli maneggiare con cura, non sarebbero poi così negativi. Anzi. Possono fornire indicazioni preziose ed illuminanti. L’anno scorso, Jannik Sinner ha vinto il premio ATP per il “giocatore più amato dai fans”, facendo ingelosire - dopo vent’anni di dominio di re Roger - Nole I di Serbia, Novak Djokovic, all’epoca numero 1 per distacco della classifica ma mai del pubblico, figurarsi quello del web. Che segue (follower) ovunque e sbircia dal buco della serratura e da ogni angolazione per scoprirne i particolari più segreti, ancor di più sui personaggi pubblici, i campioni, analizzandoli dentro e fuori del campo di gara.
Cercandone il difetto, l’errore, la debolezze. Per sorridere poi fiero quando lo scopre umano, simile, vicino. Ma che accade quando a salire in cima alla scala della fama, dei denari e dell’attenzione è il ragazzo della porta accanto, il figlio, il fratello, l’amico ideale, che è rimasto uguale a prima ed è sempre spontaneo e diretto e sincero nelle sue reazioni? Ecco questo sta accadendo adesso con il Profeta dai capelli rossi, limpido ed evidente, senza scudi e barriere se non la sua semplicità da persona normale che vive esperienze straordinarie in virtù di qualità straordinarie.
EMBLEMA
Il riconoscimento dell’ATP a Sinner non dà punti, soldi o altri riconoscimenti tangibili, ma è una coccarda dal significato pesante: è il riconoscimento della capacità di penetrazione del beniamino nel cuore della gente, quello che supera la barriera del tifo e del campanilismo. Ecco perché ovunque giochi, con quel sorriso timido, il faccino smunto, l’espressione seria e rispettosa, mai un gesto inconsulto, mai un’imprecazione e quantomeno una protesta, Jannik, che è sceso dalle montagne per portare un verbo dimenticato come l’educazione, si fa comunque apprezzare, non solleva il coro degli anti, a prescindere, di pelle, d’istinto. Perché, dentro e fuori dal campo è il migliore, ancor prima della promozione del computer nella classifica agonistica dei tennisti professionisti ATP.
E se poi, da numero 1, fa anche quelle due-tre cose da campione, salvataggi miracolosi, colpi a effetto, recuperi quando sembra avere l’acqua alla gola, come contro Griekspoor ad Halle, allora eccoci all’equazione perfetta. O quasi. Perché, per renderla tale mancavano gli osanna dei colleghi. Che fanno a gara a tesserne le lodi. Possibile?
Possibile, abbiamo ascoltato gli elogi di Rublev, Tsitsipas, Medvedev ed Eubanks ed abbiamo pensato che quella era una delle partite più difficile da vincere per un numero 1. Al solito invidiato e imitato, ma più difficilmente amato dai colleghi.
The number one with that winning feeling ??@ATPHalle | #TerraWortmannOpen pic.twitter.com/gQbmHLAYFi
— ATP Tour (@atptour) June 18, 2024