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Alcaraz, rischio-Zverev. E il fiato di Sinner sul collo per il numero 2…

"Carlitos", campione in carica a Indian Wells, deve fronteggiare un avversario che gli crea sempre problemi con la sua potenza e l’ha battuto le ultime due volte, accrescendo i suoi dubbi

di | 14 marzo 2024

La grinta di Carlos Alcaraz (foto Getty Images)

La grinta di Carlos Alcaraz (foto Getty Images)

Gli ultimi due incroci con Sasha Zverev non sono stati divertenti per Carlos Alcaraz. L’ex fanciullo d’oro, che, nel 2017, quando vinse Roma battendo Djokovic, sembrava il prescelto a raccogliere l’eredità dei Fab Four ma poi si è perso un po’ per strada anche per via di un grave infortunio alla caviglia, ha concesso due volte un tie-break al formidabile, precocissimo, "Carlitos", già due volte campione Slam e numero 1 del mondo.

Così ha portato sul 5-3 il bilancio dei confronti diretti e ha contribuito ad aumentare i dubbi nella testa dell’allievo di Juan Carlos Ferrero, vendicandosi in qualche modo del tecnico che, sbattendo la porta dopo poche settimane di lavoro assieme, gli aveva tirato le orecchie accusandolo di pigrizia ed anarchia. Due difetti che  il potente tedesco si porta dietro da sempre come una lettera scarlatta ma che rifiuta sdegnosamente almeno quanto le accuse di violenza privata da parte di un’ex fidanzata che ancora gli pendono sulla testa dopo un primo verdetto di condanna.

TORINO
Dopo il trionfo di Wimbledon domando in finale Djokovic, l’erede di Rafa Nadal non si è più espresso con la fluidità e la sicurezza da numero 1 in pectore che aveva. S’era anche fatto male, forse per una attiva programmazione, s’era trascinato i suoi acciacchi e sicuramente, dopo il ko d’acchito a Parigi-Bercy, sbarcando alle ATP Finals di Torino non era al 100%, come sottolineava lui stesso.

Non aveva partite nelle gambe e, all’esordio fra i magnifici 8 al PalaAlpitour aveva retto solo il primo set, vinto al tie-break, per poi cedere 6-3 6-4 a Zverev. Ai microfoni spagnoli aveva poi confessato tutte le sue perplessità e debolezze del momento, tutti i suggerimenti del maestro che lo voleva più libero e deciso. Mentre lui aveva mille teorie tecno-tattiche diverse per la testa.

Ma, da quella sconfitta, schiacciato dal servizio-monstre di Zverev e dalla sua capacità di cancellare le palle-break, aveva trovato la forza per esprimere almeno una buona versione di sé, battendo Rublev e Medevedv ed inchinandosi poi in semifinale a Djokovic. 

Il movimento di chiusura del diritto di Alexander Zverev (foto Getty Images)

MELBOURNE
Al primo test del nuovo anno, però, nei quarti degli Australian Open, proprio contro Zverev, è naufragato ancora, per 6-1 6-3 6-7 6-4, ancora incapace di fronteggiare l’arma paralizzante di Sasha, il servizio e quindi l’85% di prime e il 73%c (69/94) di punti dopo la prima. La partita poteva concludersi in una autentica catastrofe sul 6-1 6-3 5-2 se il tedesco non si fosse fermato di botto: “Ho pensato a che cosa stava succedendo, a chi stavo battendo e come e dove. Siamo esseri umani”. Lasciando quindi qualche scampolo di soddisfazione allo spagnolo. Poca cosa, considerando i risultati successivi di quest’anno, semifinali a Buenos Aires, battuto da Jarry (quasi isterico), e primo turno a Rio, ritirandosi in via precauzionale contro Monteiro per un problema alla caviglia.    

SNODO
In quest’ottica il confronto dei quarti di Indian Wells vale ancor di più. Alcaraz e Zverev hanno perso per strada solo un set: "Carlitos", il tie-break iniziale contro Matteo Arnaldi, liquidando poi Auger-Aliassime e Maroszan, mentre Zverev, dopo i successi in due set contro O’Connell e contro Griekspoor, ha concesso un 7-5 allo scatenato De Minaur di quest’inizio di stagione. Morale: considerata la caratura degli avversari e il loro stato di forma, ma anche la gestione in campo, Sasha, che pure non ha brillato dopo le semifinali di Melbourne perse da due set a zero avanti contro Medevedv, nel primo Masters 1000 dell’anno sembra più in condizione di "Carlitos".

Il duello sarà particolarmente interessante per capire se la motivazione extra dello spagnolo, campione uscente nel deserto della California, e con il fiato sul collo di Sinner che vuole strappargli il numero 2 in classifica, sarà positiva e determinante o si trasformerà in tensione e zavorra. Chissà se psicologicamente i due ultimi confronti avranno un peso sullo spagnolo chiamato a mille verifiche in una stagione molto densa e delicata, con un’estate da brividi: il possibile doppio olimpico al Roland Garros in coppia con Rafa e la difesa del titolo a Wimbledon.

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