Nato a Bari il 17 giugno 1965, Gianluca Pozzi compie i suoi primi 60 anni. Nel 1999 superò un giovanissimo Roger Federer in Davis (a risultato acquisito), mentre nel giugno dello stesso anno diventò numero 1 d'Italia. Nel 2001, a 35 anni, raggiunse il best ranking al numero 40 Atp
Sempre schivo, poco incline a farsi notare, Gianluca parlava poco da giocatore ma è diventato poi un ottimo insegnante di tennis, contribuendo alla crescita di tanti giovani. E pensare che ha passato una intera carriera senza coach.
Il cemento è la superficie dove ha ottenuto più risultati, ma si ricorda anche lo straordinario torneo del Queen's del 2000, quando giunse in semifinale perdendo da Hewitt.
Con la maglia azzurra, Pozzi vanta 4 partite giocate tra 1998 e 1999, con due vittorie e due sconfitte. Ma anche con quella vittoria su Federer che resterà negli annali.
Gianluca era nel team che ha giocato la finale di Davis a Milano nel 1998, quando l'Italia perse dalla Svezia. Dovette cedere a Gustaffson, ma a risultato ormai acquisito.
La terra del resto non era la sua superficie. Al Roland Garros solo in due occasioni ha passato il primo turno.
Molto meglio gli è andata a Wimbledon, in particolare con gli ottavi di finale raggiunti nel 2000. Lo stesso traguardo lo aveva raggiunto anche agli Us Open del 1994.
Con Diego Nargiso e Stefano Pescosolido. Pozzi ha esordito da pro nel 1984, chiudendo la carriera nel 2005 a Milano, dopo 21 anni.
In totale, per lui, un titolo Atp (nel 1991 a Brisbane) e 10 Challenger, 9 sul cemento e uno sull'erba. Con il numero 40 al mondo come best ranking e il ruolo di numero 1 d'Italia ricoperto più volte dal 1999.
Gianluca, una volta lasciata l'attività dei pro, ha cominciato presto a insegnare, diventando un punto di riferimento importante in Lombardia, in particolare a Milano.
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Gianluca Pozzi con Stefan Edberg a Doha, quando il pugliese perse con un 'double bagel'. Ma in realtà Pozzi ha spesso fatto tremare (o battuto) i big: da Federer, superato in Davis, ad Agassi. Da Pioline a Roddick e Safin.