La prima carriera di Donati, aspettando la seconda

Dopo un 2019 da dimenticare a causa degli infortuni, Matteo Donati è pronto e determinato per ripartire in quarta nel 2020. L'alessandrino vuole riprendere le redini di un potenziale che prometteva grandi cose, ma troppo spesso ha dovuto fare i conti con problemi fisici. Riviviamone insieme i momenti più significativi.

Matteo Donati è stato una grande promessa del tennis azzurro sin da juniores. Ha raggiunto la 27esima posizione della classifica mondiale under 18, disputando tutte le prove del Grande Slam. Con Pietro Licciardi è arrivato in finale a Wimbledon, perdendo contro Kyrgios/Kokkinakis.

I suoi primi squilli fra i professionisti sono arrivati nel 2013, anno nel quale ha vinto quattro dei suoi cinque titoli Futures. Prima ha firmato una doppietta in Finlandia, e poi ha trionfato anche a Trieste e Biella.

Il suo primo risultato importante a livello ATP è arrivato nell'aprile del 2015, nell'edizione più ricca di sempre del vecchio Challenger di Napoli. Da numero 355 del mondo l'alessandrino è arrivato in finale, battendo Michon, Golubev, Armaboldi e Cecchinato prima di arrendersi a Daniel Munoz-De La Nava.

La cavalcata napoletana è stata il prologo della sua magia agli Internazionali d'Italia: al debutto, sul Centrale in una soleggiata domenica pomeriggio, Matteo ha battuto il colombiano Santiago Giraldo, annichilendolo a suon di cannonate con il diritto. Un risultato che per qualche giorno l'ha reso il nome più chiacchierato al Foro Italico. Poi ha perso contro Berdych al secondo turno.

Grazie a un'estate segnata da grande continuità, che l'ha visto inanellare in serie una semifinale a Todi (battendo Lucas Pouille), i quarti a San Benedetto del Tronto, e una nuova semifinale sul cemento di Granby (Canada), Donati si è regalato il best ranking il 27 luglio 2015, arrivando al numero 159 ATP.

Nel 2016 Matteo ha raggiunto la finale al Challenger di Caltanissetta, al tempo il secondo torneo più ricco d'Italia, dietro solamente al Masters 1000 di Roma. L'ha persa 7-6 al terzo set contro Paolo Lorenzi, con una serie di rimpianti per i ben cinque match-point sfumati.

Nel 2017 per Donati è arrivata una delle vittorie più significative in carriera: al Challenger di Ortisei, nei quarti di finale, ha superato per 7-6 7-6 il padrone di casa Andreas Seppi, uno dei giocatori più rappresentativi del tennis azzurro dell'ultimo decennio.

Dopo un 2017 senza finali, Donati è tornato ad andare in fondo nei tornei Challenger nel 2018, arrivando due volte a giocarsi il titolo. La prima al Challenger di Vicenza, dove tuttavia è stato costretto ad arrendersi in finale al boliviano Hugo Dellien, a segno per 6-4 5-7 6-4.

A sole due settimane dalla finale a Vicenza l'azzurro ha avuto una nuova chance a Caltanissetta, ma è andata a finire esattamente come due anni prima. Senza Lorenzi e senza match-point falliti, ma con lo spagnolo Jaume Munar che si è comunque rivelato troppo forte, imponendosi per 6-2 7-6.

Complici ripetuti problemi, il 2019 è stata la peggior stagione nella carriera di Donati. Il piemontese ha disputato solamente undici tornei e vinto quattro partite, fermandosi dopo il Roland Garros per un'operazione al gomito. Dopo mesi lontano dai campi è tornato ad allenarsi a fine ottobre, per coltivare grandi ambizioni in vista del 2020.