Luce di pioggia e luce di conquista

Rafa Nadal domina la 39ma edizione della rivalità con Roger Federer. Chiude 63 64 62, centra la dodicesima finale al Roland Garros, su 12 semifinali, e il 92mo successo in 94 partite nella storia del torneo. Lo spagnolo ha messo in campo l'80% di prime, realizzato 32 vincenti e commesso 18 errori gratuiti

"La semifinale del Roland Garros non è una partita come le altre" ha detto Nadal, "poi di fronte c'era probabilmente il mio più grande rivale, e questo rende sempre le nostre partite un po' più speciali. Anche se negli ultimi otto anni non ci siamo incontrati molto. Lui ha un po' cambiato il suo modo di giocare, e io anche. Comunque, sono andato in campo determinato a fare il mio tennis: se pensi di cambiare radicalmente il tuo gioco contro un particolare avversario, allora sei nei guai"

"Nadal è incredibile, non c'è nessuno che giochi nemmeno lontanamente come lui" ha ammesso Federer, che col vento è stato costretto a cambiare piano di gioco. "Arrivi a un punto in cui sei soddisfatto di tirare la palla di là e non sembrare ridicolo. Era davvero difficile, per tutti e due. Non ci si può nemmeno allenare per giocare in queste condizioni. Non so davvero cosa avrei potuto fare di tanto diverso. Comunque non credo di aver giocato male. E' solo molto dura sulla terra. Rafa su questa superficie è il migliore, non faccio fatica ad accettarlo"

Nadal è avanti 10-3 negli scontri diretti negli Slam. Ha vinto tutte le quattro semifinali nei major contro Federer: al Roland Garros nel 2005 e 2019, all'Australian Open nel 2012 e 2014. A Parigi, lo spagnolo ha sempre battuto Federer, che ha incontrato anche in quattro finali (2006, 2007, 2008, 2011). E' diventato il quinto giocatore più anziano in finale alla Porte d'Auteuil

Federer, comunque, non esclude il ritorno. "Per l'anno prossimo vedremo. Non ho deciso ancora nulla, come del resto per gli altri tornei. Vedremo come evolverà la situazione. Ma quel che ho fatto qui quest'anno mi incoraggia per il futuro. Mi lascia buone ragioni per tornare sulla terra battuta"

Rinviata a sabato Djokovic-Thiem, con l'austriaco avanti 62 36 61. Decisiva la seconda interruzione per pioggia alle 17,51. Djokovic è avanti 6-2 negli scontri diretti, ma Thiem ha vinto due delle ultime tre sfide. Due anni fa, vinse in tre set a Parigi. Djokovic, che arriva da 26 successi di fila negli Slam, potrebbe spingersi a detenere tutti i quattro titoli Slam per la seconda volta in carriera

Il torneo femminile avrà una campionessa al primo titolo Slam. Ashleigh Barty rimonta in semifinale la teenager Amanda Anisimova 67 63 63 e affronterà Marketa Vondrousova. Diventa la prima giocatrice a raggiungere i 30 successi nel circuito WTA nel 2019. Arrivando in finale, sarà numero 3 del mondo, la posizione più alta per un'australiana dai tempi di Wendy Turnbull il 21 gennaio 1985

Amanda Anisimova entrerà comunque in top 30 la prossima settimana, grazie alla prima semifinale Slam grazie anche alla vittoria su Simona Halep, la prima su una top 5. "E' straordinario, anche se mi dispiace come sempre di aver perso" ha detto la diciassettenne, arrivata a Parigi da numero 51 del mondo. Ora può concentrarsi sull'erba con la possibilità di essere testa di serie a Wimbledon. "Tutti mi dicono che il mio gioco si adatta bene all'erba, anche se non ne sono del tutto sicura. Magari con un po' di allenamento potrei far bene"

"Sono molto felice di come ho risposto quando ero sotto di un set e 0-3 nel secondo. Così sono riuscito a girare la partita, anche se non ho giocato il mio tennis in condizioni decisamente difficili. E' la cosa di cui sono decisamente più fiera". Vincendo il titolo, Barty potrebbe diventare numero 2 del mondo. L'ultima australiana a salire in top 2 è stata Evonne Goolagong Cawley il 6 dicembre 1976.

Marketa Vondrousova salva tre set point nel primo set, rimonta da 3-5 in entrambi i parziali, ma riesce a superare la testa di serie numero 26 Johanna Konta 75 76. E' la prima teenager in finale a Parigi dai tempi di Ana Ivanovic nel 2007, e la prima ceca a riuscirci dopo Lucie Safarova nel 2015. La ceca è la quarta finalista fuori dalle prime 20 negli ultimi trent'anni al Roland Garros

Il tatuaggio rappresenta bene la ceca. "No rain, no flowers", "senza pioggia non crescono i fiori". In un giorno di pioggia, è fiorita la teenager, sicura di entrare per la prima volta in top 20. "E' stato un viaggio lungo, anche se ho solo 19 anni. Ma a 16 non ero così. Ora in campo mi sto divertendo di più e sto giocando bene: è strepitoso" ha detto

Johanna Konta si garantisce comunque di rientrare tra le prime 20 del mondo. "Non sono venuta qui pensando di dover provare qualcosa a qualcuno, nemmeno a me stessa" ha detto. "Ho giocato ogni torneo quest'anno e anche la scorsa per il mio divertimento, per il mio sviluppo. Ho guadagnato fiducia nel processo, credo di essere diventata una giocatrice migliore"