Tradizione e novità: qui la nuova Davis ha fatto centro

Al netto di alcune lacune organizzative, le nuove Davis Cup Finals hanno saputo conservare buona parte delle peculiarità della competizione, quali suspance, tifo organizzato, protagonisti a sorpresa come Pospisil e storie da occhi lucidi come quella di Roberto Bautista Agut. E hanno anche saputo dare una rinfrescata all'evento in generale.

Fra le belle novità delle Davis Cup Finals c'è la cerimonia inaugurale, con la sfilata di tutte le bandiere e tutti i protagonisti. Qualcosa che nel mondo del tennis di così alto livello non era mai successo.

Da quanto tempo non capitava che la Coppa Davis riuscisse a portare cinque top-10 nello stesso posto? È capitato di nuovo a Madrid, con Nadal, Djokovic, Berrettini, Bautista Agut e Monfils.

Con la vecchia formula sarebbe stato solamente l'eroe di un week-end, magari oscurato da risultati più importanti, invece Vasek Pospisil è diventato il simbolo della sorprendente cavalcata del Canada fino a un'insperata finale. È stato uno dei principali protagonisti della prima edizione, e senza l'infortunio di Auger-Aliassime non avrebbe nemmeno giocato.

Il concerto di Shakira. Passino i doveri coniugali, visto che l'organizzatore del maxi evento madrileno è il marito Gerard Pique, ma l'esibizione della star colombiana è certamente fra le chicche dell'edizione inaugurale. Con un'intera settimana a disposizione, c'è anche più spazio per accoppiare al tennis degli eventi collaterali.

I cinque set non ci sono più, ma chi pensava che insieme se ne sarebbero andati anche suspance e spettacolo si sarà ricreduto nel vedere il doppio di Germania-Argentina. L'hanno vinto i debuttanti Krawietz-Mies per 20-18 al tie-break del terzo set, il più lungo nella storia della Coppa Davis.