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Le storie

Lungo la Senna/10: Tennis? Sì, grazie!

Una vittoria per tutto il movimento tennistico: l'aver piazzato atleti italiani nella lotta per le medaglie in due competizioni su cinque - comunque vada a finire - è già un’affermazione degna di rispetto e considerazione. E poi i numeri non mentono mai...

di | 02 agosto 2024

La Tour Eiffel con i cinque cerchi dei Giochi 2024 (Foto Getty, grafica Vecteezy)

La Tour Eiffel con i cinque cerchi dei Giochi 2024 (Foto Getty, grafica Vecteezy)

Comunque vada, sarà un successo. La formula valeva per i concorrenti del Festival di Sanremo introdotti da Piero Chiambretti (correva l’anno 1997). Vale per i nostri ragazzi ancora impegnati al Roland Garros, tutti arrivati puntuali all’appuntamento con la Storia. Vale, allargando lo sguardo al contesto in cui sono maturati anche questi risultati, per tutto il movimento tennistico italiano, che negli ultimi mesi ha impresso alla sua crescita – costante da un paio di decenni – un’accelerazione quasi violenta. Lo raccontano i numeri, innanzitutto. Proviamo a ricordarne qualcuno, in attesa di vivere l’epilogo di questa avventura, con la consapevolezza che aver piazzato atleti italiani nella lotta per le medaglie in due competizioni su cinque è già un’affermazione degna di rispetto e considerazione.

Dunque, corre l’anno 2024. Il tennis italiano va a medaglia in un’Olimpiade cento anni dopo l’unico precedente, il bronzo del mai così citato conte Uberto de Morpurgo. Diciamo pure che nell’immaginario collettivo il nostro tennis non aveva mai dato di sé notizie a cinque cerchi. Magari qualche connazionale nemmeno ricordava che fosse tra le discipline olimpiche. La spedizione parigina ha abbattuto pure questo muro.

Tra quattro anni, quando il Paese si sintonizzerà su Los Angeles, sede della prossima edizione, sarà automatico chiedersi: quali e quante chance di medaglia hanno i nostri tennisti? Bello (e magari sarà finalmente il turno di Jannik Sinner).

I numeri, dicevamo. A proposito di muri abbattuti, il 47 ci accompagnerà fino a novembre, quando si assegnerà, sempre a Malaga, l’edizione 2024 della Coppa Davis, il campionato mondiale del tennis. L’abbiamo riconquistata poco più di otto mesi fa, interrompendo un digiuno di 47 anni, appunto, e scatenando un’ondata emotiva in tutto il Paese, che da allora è attraversato da nord a sud da un giro d’Italia dell’antico trofeo che ad ogni latitudine ha richiamato sportivi e appassionati colti da una febbre tennistica che non ha precedenti nemmeno nei favolosi anni Settanta.

Con quella generazione che per prima rese popolare uno sport fino ad allora confinato in circoli esclusivi, questa condivide l’effetto traino generato dal grande campione e personaggio “trascina folle”: allora Adriano Panatta, oggi Jannik Sinner. Entrambi capaci di vincere un torneo del Grande Slam (Parigi nel magico 1976 quello; l’Australia nel magico 2024 questo) e una Coppa Davis (1976 e 2023).

Ma le similitudini finiscono qui. A parte che Jannik sta per compiere (il 16 agosto) 23 anni, c’è un numero, grande così, che li differenzia: l’1. Il rosso altoatesino è riuscito in un’impresa mai compiuta prima da un tennista italiano, né prima né dopo l’inizio dell’era moderna: arrampicarsi fino al numero 1 del ranking mondiale. Posizione che occupa saldamente, nonostante gli ultimi acciacchi, da quasi nove settimane. Già un bel traguardo, augurandoci che sia solo l’inizio di un percorso lunghissimo.

Jannik Sinner riceve il premio come numero 1 da Andrea Gaudenzi (Corinne Dubreuil/ATP Tour)

Ma Sinner è “solo” la punta di un iceberg: se fosse una squadra di calcio, sarebbe il numero 10 di una formazione molto competitiva. Prendiamo l’ultima classifica Atp: ci sono nove italiani nei primi 100, sei nei primi 50, cinque sono Under 23. Basta quest’ultimo elemento a comprendere quale e quanto lavoro ci sia dietro e quale e quanto futuro abbia assicurato al tennis italiano.

Le posizioni nel ranking sono ovviamente dettate dai risultati, che fanno del 2024 già un anno record: i nostri ragazzi hanno conquistato in singolare otto titoli Atp (4 Sinner, 3 Berrettini, 1 Darderi) in sette mesi, mai eravamo riusciti a vincere più di sette tornei in un anno. 

Un altro record. Ma i risultati sono più che lusinghieri anche nel femminile, dove però Jasmine Paolini, con un Masters 1000 e due finali Slam, fa la voce più grossa di Sinner. Per non parlare dei successi nei doppi: quello maschile, che qui a Parigi è incappato in una serata sfortunata, viaggia veloce verso le Finals torinesi; quello femminile, beh, che altro vogliamo dire?

Quando torneremo dalla Francia, probabilmente, scopriremo che la Federazione italiana tennis e padel ha superato il milione di tesserati. Un risultato impensabile solo pochi mesi fa. E del resto, che sia ormai lo sport più popolare in Italia lo dimostra l’andamento delle biglietterie dei grandi eventi che si disputano nel nostro Paese: Roma (Internazionali) a maggio ha battuto ogni record nonostante l’assenza di Sinner; Bologna (Davis) viaggia con un incremento del 50% abbondante rispetto allo scorso anno; Torino (Finals) sta per registrare il sold out di tutte le sessioni, a tre mesi dall’evento.

Ecco perché il tennis italiano ha già vinto.

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