

Aryna Sabalenka ha battuto per la quarta volta Iga Swiatek chiudendo al decimo match point e ha raggiunto la sua prima finale a Cincinnati. Tornerà numero 2 del mondo
18 agosto 2024
Dieci match point son serviti ad Aryna Sabalenka per completare il 63 63 su Iga Swiatek nella prima semifinale del Cincinnati Open. La polacca ha pagato la scarsa resa al servizio con la seconda (20% di punti, 6 su 30) e ha perso ben cinque volte il servizio. La numero 1 del mondo ha offerto il suo tennis migliore quando si è trovata sotto 1-5 nel secondo set. Ha salvato otto dei dieci match point al servizio e ha anche mancato un diritto tutt'altro che impossibile, che l'avrebbe potuta portare sul 4-5.
La campionessa dell'Australian Open è rimasta comunque fredda nelle fasi più calde di un secondo set iniziato con un paio di brevi interruzioni per pioggia, ma senza che le giocatrici abbiano lasciato il campo. Ha così raggiunto la nona finale in carriera in un Masters 1000, la prima a Cincinnati. In questo torneo, infatti, aveva perso le tre precedenti semifinali giocate contro Simona Halep (2018), Caroline Garcia (2022) e Karolina Muchova (2023).
Victory at last ??@SabalenkaA defeats Swiatek 6-3, 6-3 on her TENTH match point for a maiden Cincinnati final!#CincyTennis pic.twitter.com/kYaj1pj9Nr
— wta (@WTA) August 18, 2024
Sabalenka ha firmato la quarta vittoria in carriera contro Swiatek, la quinta contro una numero 1 del mondo, forte del 67% di punti vinti al servizio con la prima e del 53% con la seconda. Ha raggiunto così la quinta finale WTA del 2024, la terza sul duro. Grazie a questo risultato tornerà numero 2 del mondo, superando in classifica Coco Gauff.
In finale Sabalenka affronterà Jessica Pegula che è riuscita a sconfiggere 62 36 63 Paula Badosa in un match interrotto per pioggia sul 4-3 per la spagnola nel secondo set.
Pegula, numero 6 del mondo, ha raggiunto la quinta finale in un WTA 1000 e può puntare a diventare la prima tennista a vincere in Canada e a Cincinnati in singolare femminile dalla doppietta di Evonne Goolagong nel 1973.
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