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La top-100 di Lucrezia Stefanini: “Soddisfazione, ma non mi fermo qui”

A 25 anni la toscana conquista per la prima volta un posto fra le top-100: un traguardo figlio di una lunga rincorsa. “C’è grande felicità – dice –, è la prova che abbiamo svolto un buon lavoro. Ma non ho intenzione di accontentarmi”. Giocherà a tempo pieno nel Tour, ma non teme nulla: “Pronta per vincere anche lì”

07 agosto 2023

Lucrezia Stefanini (foto Sposito)

Lucrezia Stefanini (foto Sposito)

La rincorsa è durata a lungo, ma Lucrezia Stefanini ce l’ha fatta. A otto anni abbondanti dal suo ingresso nel ranking mondiale, la 25enne toscana di Carmignano ha raggiunto un posto fra le prime 100 giocatrici del mondo. Sembrava fatta già la scorsa settimana e pure quella prima, ma qualche collega si era sempre inserita in extremis fra lei e l’ambito traguardo, mentre l’aggiornamento di lunedì mattina ha cancellato ogni dubbio, consegnandole esattamente il numero 100 che si traduce in una delle più grandi soddisfazioni della sua carriera. “Sono molto felice – spiega –, perché l’approdo fra le top-100 ripaga anni di sacrifici da parte mia, del mio team e della mia famiglia che da sempre mi sostiene. Vuol dire che abbiamo fatto un buon lavoro, quindi siamo soddisfatti. Ma di certo non ho intenzione di fermarmi qui”.

La volta è arrivata a partire dal 2020: Lucrezia ha dimezzato la sua classifica in dodici mesi, ha capito che la top-100 era un traguardo alla portata ed è salita sempre di più, fino a completare l’aggancio con un’ottima prima metà di stagione. Si è qualificata e ha vinto la sua prima partita in uno Slam all’Australian Open, ha raggiunto il main draw anche a Wimbledon e due settimane fa a Varsavia ha giocato per la prima volta un quarto di finale nel Tour.

“Rispetto al passato – dice ancora – ho acquisito maggiore consapevolezza nei miei mezzi, ho capito che a questi livelli ci posso stare. Quando si giocano certi tornei per le prima volte si entra in punta di punti, capita di sentirsi inappropriati. Quest’anno, invece, sono partita più decisa, con la certezza di essermi guadagnata certe opportunità e la convinzione di poter fare ancora meglio. Naturalmente sono migliorata tanto anche nel gioco, e sto continuando a crescere. Ma è la testa a fare la differenza, così come saper credere in se stessi. Da quel punto di vista mi sento maturata tanto”.

Lucrezia Stefanini (foto Sposito)

Fra le ragioni della scalata della Stefanini, una in particolare ha nome e cognome: Ferdinando Bonuccelli. Nel 2016 il fratello di Lucrezia (Jacopo, ex giocatore con un best ranking nei primi 600 del mondo), lo chiamò per chiedergli se gli andasse di allenare la sorella. Ha iniziato come coach, poi è diventato anche il suo compagno nella vita, e sette anni dopo i due guardano sempre più lontano. Senza una base fissa per gli allenamenti (“ma ci appoggiamo in particolare ai centri tecnici di Tirrenia e Formia”, precisa lei) ma con la certezza di poter fare ancora tanto insieme.

Sono sicura – dice ancora la pratese – che senza di lui, oggi, non sarei qui. Mi ha sempre spronata, ha sempre creduto in me e non si è mai fermato, nemmeno dopo brutte sconfitte o momenti negativi. Anzi, proprio in quei momenti lo sentivo ancora più determinato. Più io vacillavo, e più lui si convinceva che si poteva fare. Il suo appoggio è stato la chiave di tutto ciò che ho ottenuto. E come detto non mi accontento”.

Il suo ingresso fra le prime 100 segna anche un risultato prezioso per il nostro tennis femminile, che in termini di quantità torna a superare quello maschile: oggi l’Italia ha sei top-100 WTA, una in più rispetto ai colleghi uomini. “Almeno a livello numerico l’Italia al femminile – spiega – è tornata forte. Ci sono tante ragazze di alto livello e altre che stanno arrivando. Sono sicura che anche il movimento femminile potrà tornare a dare al pubblico grandi soddisfazioni. È solamente questione di tempo”.

Questa settimana Lucrezia sarà in gara nel 125 di Kozerki, in Polonia, mentre la prossima si fermerà ad allenarsi prima di partire per New York, dove prenderà parte allo Us Open, ultimo torneo stagionale del Grande Slam. Le toccheranno ancora le qualificazioni, perché alla chiusura dell’entry list era numero 102 e quindi – causa giocatrici che hanno usufruito del ranking protetto – è rimasta fuori di qualche posizione dal main draw. Ma quest’anno le qualificazioni le ha già superate due volte su tre: un risultato di buon auspicio. “L’obiettivo – dice – è fare 3 su 4. In termini di punti arrivare al primo turno dopo aver superato le qualificazioni è più redditizio, e in più aiuta anche sotto altri punti di vista. Hai già rotto il ghiaccio, sei più sicura e più decisa. Permette di affrontare il primo turno con maggiore tranquillità”.

Al migliorare della classifica va di pari passo il livello dei tornei frequentati, sempre più prestigiosi. Da top-100, in sostanza, potrà giocare sempre a livello WTA, evitando i tornei ITF. “Mi sento pronta per questo passaggio – dice –, sia in virtù del buon momento che sto vivendo sia per la consapevolezza raggiunta, anche grazie all’esperienza. Sento di poter essere competitiva e vincere partite anche a livello WTA”.

Dovesse riuscirci con continuità, allora anche la top-100 potrebbe starle stretta. Infatti non perde tempo. Dove guardo? Ora alle prime 50”. Servono tanti punti, quindi tante vittorie, ma la determinazione non le manca di certo. “Non sarà facile – chiude Lucrezia – ma ora che siamo in ballo, balliamo”. Farlo da top-100 è più divertente rispetto prima.


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