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Kyrgios, Djokovic, Jabeur, Berrettini, Osaka… Quanti ritorni e mezzi ritorni nel 2025!

L'australiano guida un nugolo di protagonisti stoppati da infortuni e che comunque si sono staccati dalla scena più importante che però tornano a bussare alla porta principale

di | 01 gennaio 2025

Tutta la delusione di Nick Kyrgios (foto Getty Images)

Tutta la delusione di Nick Kyrgios (foto Getty Images)

Bentornati! Nick Kyrgios, così antipatico nei confronti degli italiani e così spaccone e ruvido in generale, si merita come atleta e come persona tutti gli auguri degli sportivi per un grande 2025 dopo 18 mesi senza partite per l’operazione al polso e i problemi al ginocchio. Il tennis ha bisogno di un intrattenitore e di un giocatore di tanta qualità, come s’è visto subito a Brisbane, in doppio al fianco di Djokovic e da solo contro il bombardiere Giovanni Perricard. Con quei guizzi e quelle invenzioni nel gioco, con le esaltazioni agonistiche e quei sorrisi di chi davvero si diverte e vuole divertire accendo il pubblico e lo coinvolge come pochissimi altri giocatori rendendolo, anzi, sicuramente unico.

Speriamo che i risultati gli ridiano fiducia dopo aver sbattuto col naso contro i tre tie-break e soprattutto i 36 aces del 21enne gigante francese, speriamo che si impegni davvero e in profondità, speriamo che si alleni con assiduità per sostenere questi doni che gli ha regalato la natura e sopporti il dolore che lo accompagnerà al nuovo impatto col tennis professionistico. Perché un giocatore capace di arrivare in finale a Wimbledon come ha fatto lui nel 2022 in modo tanto scanzonato e relativamente facile può ambire a qualsiasi obiettivo, soprattutto adesso che ha assaporato il duro pane del forzato allontanamento dalle gare, con i 30 anni che incalzano ad aprile.

Il diritto di Novak Djokovic (foto Getty Images)

Il diritto di Novak Djokovic (foto Getty Images)

NOLE I DI SERBIA
Malgrado certi giochetti politici e dialettici in materia di doping e di sindacato, malgrado quel retrogusto che trasmette ancora almeno agli ex tifosi dei gentlemen Federer e Nadal, malgrado la macchia no-Vax, insomma, malgrado il suo carattere particolare, il tennis tutto spera ardentemente che Novak Djokovic, a dispetto dei 37 anni e delle botte che ha rimediato fra fine 2023 e l’anno scorso dai due ragazzi terribili, Sinner ed Alcaraz, sia ancora in grado di sparare qualche cartuccia Slam.

Lui ci crede di sicuro, tanto che è sbarcato in Australia con una borsa che portava l'immagine di Pikachu: il numero 25 nella lista dei Pokémon e, come noto, il bottino-record di Majors del Campione dei gomma è a quota 24 e Melbourne è la sua miniera d’oro con 10 trionfi. Ci crede talmente, Nole I di Serbia che ha assoldato come super-coach il “gemello” Andy Murray, sperando di poterne guadagnare stimoli tecnici ma anche umani, motivazioni, spirito, allegria, proprio come dal connubio con Kyrgios nel doppio di Brisbane.

Anche nel quadro dell’operazione-simpatia col pubblico locale dopo i fattacci del 2022 quando sbarcò in un’Australia in ginocchio per il Covid malgrado non fosse vaccinato, scatenò proteste e reazioni in strada della popolazione e fu rispedito in Europa come un profugo. A Parigi come a Wimbledon, anche per via dell’antagonismo con gli amatissimi Nadal e Federer, che ha battuto spesso, non ha mai avuto grandi estimatori. Che succederà quest’anno in Australia?  

Il rovescio di Ons Jabeur (foto Getty Images)

Il rovescio di Ons Jabeur (foto Getty Images)

OPERAZIONE SORRISI
Bentornata anche all’Ambasciatrice del sorriso e di tutto il mondo africano ed arabo, la tunisina Ons Jabeur, anche lei bloccata già a settembre da un serio infortunio (alla spalla), anche lei alla ricerca del tempo perduto, cioé delle tre finali Slam fallite, anche lei preoccupata dalla clessidra del tempo (a 30 anni compiuti), costretta a confrontarsi con un tennis sempre più fisico e potente, e ora anche con tante giovanissime che bussano senza paura ai quartieri alti.

Dalla sua, la finalista di due Wimbledon e un US Open, può mettere in campo un talento tecnico di primissima qualità e una varietà sorprendente che mette in difficoltà tutte le top 10, e può scardinare qualsiasi situazione tattica. Quanto ci metterà la simpatica Ons a ritrovare il ritmo partita e la fiducia, fondamentale, per sostenere la sua fantasia di gioco? 

POVERA RADUCANU
Un altro personaggio molto atteso al rientro è Emma Raducanu, ma la britannica sei da una parte continua a moltiplicare i suoi introiti fra pubblicità, sponsor ed indotto, tennisticamente parlando, dall’altro continua anche ad inanellare infortuni. Ferma anche lei sul Tour da settembre, dopo i segnali positivi offerti alla Billie Jean King Cup di novembre a Malaga contro Niemeier, ha dovuto rinunciare all’esordio stagionale previsto ad Auckland per via della schiena scricchiolante e sta lottando contro il tempo per recuperare per gli Australian Open del 12 gennaio. 

VECCHIA TIGRE
A settembre è uscita dal campo in lacrime a Guadalajara ritirandosi dal torneo e dal circuito WTA per l’ennesimo problema fisico, alla spalla. Vika Azarenka rientra adesso, spinta dalla grande passione e dai fantastici ricordi in Australia, dove ha vinto i suoi due Slam e, sullo slancio del primo, nel 2012 è anche salita al numero 1 del mondo.

Ricca, ricchissima, con oltre 38 milioni di dollari vinti di premi, con 21 titoli di singolare e 10 di doppio, la 35enne bielorussa verifica se il fisico regge ancora dopo tante battaglie. Lo spirito è sempre quello, come il gioco aggressivo.

TENTATIVO TSITSIPAS
Anche per Stefanos Tsitsipas il 2025 può essere l’anno del rientro. Almeno nel tentativo di riposizionarsi al vertice dopo le troppe recenti delusioni e il distacco del cordone ombelicale da papà Apostolos, per affidarsi sempre più alla compagna, la collega Paula Badosa, per alleggerire quella tensione che l’ha soffocato per anni impedendo al suo talento tecno-fisico di esprimersi compiutamente. Le motivazioni saranno decisive, ma gli servirà anche un po’ di fortuna negli incroci dei sorteggi per ritrovare fiducia. Dopo essere uscito dai top 10 e non essere più riuscito a graffiare ancora a livello più alto e contro i più forti.

Matteo Berrettini colpisce in allungo di diritto (foto Getty Images)

Matteo Berrettini colpisce in allungo di diritto (foto Getty Images)

RILANCIO MATTEO
Per Matteo Berrettini si tratta di un ritorno a metà, dopo i due-tre sprazzi dell’anno scorso, a seguito dell’ennesimo stop di 6 mesi per infortunio. Ha rivinto tre titoli ma è andato a sprazzi per poi piazzare il gran finale di stagione conquistando la Coppa Davis in tandem con Jannik Sinner ed affidandosi come estremo segno di buona volontà al preparatore atletico Umberto Ferrara.

Conscio più che mai della necessità di avere sempre una grande base fisica, di gambe, per scaricare la potenza del motore, cioé nella parte superiore del suo corpo. Fuori dai primi 32 del mondo e quindi dalle teste di serie almeno agli Australian Open dovrà avere un po’ di fortuna in più nei sorteggi, ma a Malaga ha dimostrato di valere già almeno i top 20.

Naomi Osaka in azine (foto Getty Images)

Naomi Osaka in azine (foto Getty Images)

SECONDO RITORNO
Come Berrettini, anche Naomi Osaka vorrebbe completare il ritorno al vertice dopo essersi riaffacciata sul circuito l’anno scorso. Vedremo subito se ha lavorato a fondo sulla condizione atletica che era apparsa insufficiente e, condizionandola negli spostamenti e nella resistenza, le impediva di sviluppare il suo gioco di potenza che l’aveva condotta a vincere gli Slam e a salire al numero 1 del mondo.

Prima della crisi di rigetto, alla ribellione, alla fuga davanti alle immani pressioni di un personaggio doppiamente importante sul mercato giapponese e statunitense.

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