Chiudi
"Ho 30 anni - spiega l'americana - e questa era la mia prima finale in un 1000, ed è stato qualcosa di diverso da quello che mi era accaduto fin qui. È stato fantastico uscire oggi e sentire l'energia dai fan e sentirmi letteralmente come se stessi giocando davanti a migliaia dei miei migliori amici"
31 marzo 2024
L'ultimo anno della carriera – decisione presa da tempo e irreversibile, stando a quanto dice l'interessata – ma anche la stagione più bella. Miami 2024, sul fronte Wta, ha messo in mostra una donna forte, una giocatrice dal passato (recente) importante e dal futuro ormai scritto lontano dai campo. Nel mentre la pressione si fa meno pesante e il braccio si libera più sciolto che mai. Fino a un titolo imprevisto ma bellissimo, il più prestigioso della carriera.
“Per me - le parole di Danielle Collins - si tratta di un sogno diventato realtà, aver giocato al livello a cui ho giocato costantemente nelle ultime due settimane. Questo è stato davvero un viaggio inatteso. Ho 30 anni, questa era la mia prima finale in un 1000, ed è stato qualcosa di diverso da quello che mi era accaduto fin qui. È stato fantastico uscire oggi e sentire l'energia dai fan e sentirmi letteralmente come se stessi giocando davanti a migliaia dei miei migliori amici, è stato semplicemente surreale. Non dimenticherò mai questo giorno”.
Collins, sorpresa a Miami
Un'emozione e un'esperienza tali da riconsiderare l'ipotesi del ritiro? No, non scherziamo. “Sento che tutte queste domande sull'argomento hanno un sottinteso di bontà, perché immagino che molte persone vorrebbero continuare a vedermi giocare. Ma, come ho detto, ho alcuni problemi di salute e, con questi problemi, tutto diventa più difficile. Spero che tutti possano rispettare la mia scelta. È qualcosa di molto emotivo e personale”.
Non è solo il fatto di aver vinto il torneo più importante in carriera all'ultimo anno nel Tour. È anche il fatto di essere riuscita nell'impresa praticamente in casa. Lei, ragazza nata a Saint Petersburg, Florida, che trionfa a Miami. “Elena stava giocando bene, spingendomi indietro e costringendomi davvero a inventare qualcosa di nuovo, tirando più forte e cercando dei piccoli varchi nella sua difesa. Ma sono un essere umano, quindi a volte inizio a sedermi lì e penso: è troppo bello per essere vero? Perderò la capacità di gestire la palla oggi? Inciamperò e cadrò? È una cosa che ti passa per la mente. Così ho solamente cercato di rimanere concentrata e pensare alle cose che dovevo fare, tatticamente, tecnicamente e apportando modifiche quando necessario. Perché penso che il tennis sia proprio questo. È un gioco di adattamento. Ho dovuto farlo molto durante questa partita e ho dovuto avere una mentalità aperta e cercare di essere un po' creativa. In definitiva, ho fatto un buon lavoro. Mi sono detta: tieni queste emozioni per lo spogliatoio, e poi potremo emozionarci un po' più tardi. Ma è stato difficile trattenere tutto dentro di me”.
“Penso davvero - continua Danielle - che parte del motivo per cui ho giocato così bene oggi sia perché avevo quella mentalità secondo cui mi volevo godere ogni minuto di tutto questo. Questo è il mio ultimo anno, questa è la mia ultima stagione e queste sono le mie ultime finali. A volte guardo indietro a fasi diverse della mia carriera e mi dico 'wow, è tutto un po' confuso e non lo ricordo così bene'. A volte è solo quattro o sei anni, ma può sembrare un'eternità. Oggi ho pensato che questa sarebbe stata la prima volta in una finale nel mio stato d'origine e avrei avuto molto sostegno dal pubblico. Sono andata avanti negli ultimi mesi giocando diversi tornei consecutivi. Ora posso festeggiare con gli amici. Ho così tanti familiari e amici che sono arrivati da tutto il Paese e da diverse parti del mondo. Trascorreremo un bellissimo fine settimana. Domani avremo un torneo di pickleball. Spero di poter restare sveglia a lungo (risata, ndr) e indossare un outfit che finalmente non sia quello da tennis”.
Non ci sono commenti