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Bye bye 2023, gennaio - Melbourne incorona Sabalenka (finalmente!)

Di nuovo problemi di salute per Navratilova. Sabalenka ritrova il sorriso ad Adelaide: Gauff domina Auckland. Bencic rullo compressore ad Adelaide II: Cocciaretto da applausi ad Hobart dove Davis torna al successo. A Melbourne Camila è la migliore delle azzurre ma per la quinta volta si ferma al terzo turno. E’ il torneo delle sorprese, a cominciare dall’uscita di scena di Jabeur (secondo turno) e Swiatek (ottavi): in semifinale approdano Rybakina (n.22), Azarenka (n.24), Linette e Sabalenka (n.5). E alla fine vince la più forte

di | 18 dicembre 2023

Wimbledon 2019

Martina Navratilova

"La doppia minaccia è seria, ma spero in un esito favorevole. Lotterò con tutte le mie forze". Martina Navratiova rende noto di aver scoperto di avere un doppio tumore, alla gola e al seno. Si tratta di un papillomavirus al primo stadio, una delle tipologie per cui le cure hanno le maggiori possibilità di successo. Navratilova, che aveva già lottato contro un tumore al seno nel 2010, si è sottoposta a controllo dopo aver scoperto un linfonodo ingrossato al collo durante le WTA Finals dello scorso novembre. Dopo la diagnosi, l’ex numero uno del mondo ha rinunciato ai suoi impegni per Tennis Channel - avrebbe dovuto seguire gli Australian Open - e inizierà immediatamente i trattamenti a New York. Martina vanta ben 18 trofei Slam in singolare ed ha chiuso ben sette stagioni in vetta al ranking, una in meno della primatista Graf. 

SABALENKA RITROVA IL SORRISO AD ADELAIDE
Paolini esce di scena al primo turno delle qualificazioni dell’“Adelaide International” (WTA 500 - montepremi 826.837 dollari) sul cemento del Memorial Drive nella città sulla costa dell’Australia Meridionale.  La 26enne di Castelnuovo di Garfagnana, n.62 WTA e decima testa di serie delle “quali”, cede 36 76(6) 76(4) all’ungherese Bondar, n.77 del ranking, dopo aver mancato un match-point sul 6-5 del tie-break del secondo set.

A 20 mesi esatti dall’ultimo trofeo conquistato nel “1000” di Madrid, l’8 maggio 2021, Aryna Sabalenka, n.5 del ranking e 2 del seeding, torna al successo battendo in finale 63 76(4) la ceca Linda Noskova, n.102 WTA, passata attraverso le qualificazioni. Un torneo che la bielorussa domina senza perdere set, in cui riesce ad interrompere la maledizione delle finali perse, tre nel corso del 2022: Stoccarda contro Swiatek, 's-Hertogenbosch contro Alexandrova e WTA Finals di Fort Worth contro Garcia. Nella sfida per il titolo la 24enne di Minsk non perde mai la battuta, mette segno 12 ace (anche se commette 7 doppi falli…) e conquista il 94% dei punti sulla prima di servizio (29 su 31). Per Aryna si tratta dell’11esimo trofeo WTA: Sabalenka non è nuova a successi nella prima settimana della stagione: nel 2019 ha conquistato Shenzhen e nel 2021 Abu Dhabi.

La soddisfazione di Coco Gauff (foto Getty Images)

AD AUCKLAND E’ DOMINIO GAUFF
Cocciaretto è eliminata all’esordio nell’”ASB Classic” (WTA 250 - montepremi 259.303 dollari) sul cemento di Auckland, in Nuova Zelanda, uno dei due tornei che aprono la stagione del tennis al femminile. La 21enne di Fermo, n.64 WTA ("best ranking"), cede 64 46 75 alla russa Blinkova, n.73 WTA.

Gauff non arriva al penultimo atto di un WTA da Berlino lo scorso giugno: in un’edizione del torneo condizionata da cinque giorni di pioggia incessante, la statunitense, n.7 WTA e prima favorita del seeding, batte nei quarti 63 62 la cinese Zhu Lin, n.84 WTA, che aveva eliminato Venus Williams dopo aver salvato un match-point in un confronto iniziato outdoor e finito indoor (senza spettatori) con l’americana infortunata e costretta a rinunciare alla wild card per gli Australian Open.

In semifinale “Coco” lascia solo due game alla montenegrina Kovinic, n.60 WTA, mentre è assolutamente inattesa l’altra sfida che vede imporsi 63 63 la spagnola Masarova, n.130 WTA, sulla belga Bonaventure, n.95 WTA, entrambe passate attraverso le qualificazioni.

Nella sfida per il titolo Cori Gauff si impone 61 61 su Rebeka Masarova, campionessa junior al Roland Garros 2016. Presupposti nuovi e buoni propositi per iniziare una stagione nel migliore dei modi, con il terzo titolo WTA: in tutta la settimana la 18enne di Delray Beach lascia per strada appena 22 game in 10 set, ed il trofeo di Auckland va a far compagnia a quelli di Linz 2019 (veloce indoor) e Parma 2021 (terra).

“QUALI” AUS OPEN
Sono due le azzurre al via nelle qualificazioni degli Australian Open, primo Slam del 2023 dotato di un montepremi record (76,5 milioni di dollari australiani) sui campi in cemento di Melbourne Park: si ferma subito Sara Errani, settima testa di serie delle “quali”, mentre Lucrezia Stefanini conquista per la prima volta in carriera un posto nel main draw di un Major.

Tutta la grinta di Belinda Bencic (foto Getty Images)

BELINDA “NO LIMITS” AD ADELAIDE II
Pioggia di forfait (Swiatek, Jabeur, Pegula e Keys) prima del via dell’“Adelaide International II” ma anche durante. La giornata più eclatante è quella delle semifinali, che si conclude con un nulla di fatto. Daria Kasatkina, n.8 del ranking e 5 del seeding, e Belinda Bencic, n.13 WTA ed ottava testa di serie, approdano automaticamente all’ultimo atto dopo i ritiri delle due avversarie, Badosa, n.11 WTA, e Kudermetova, n.9 WTA, rispettivamente nona e sesta favorita del tabellone. La spagnola rinuncia a scendere in campo per un infortunio muscolare alla coscia destra: la russa per un problema all’anca sinistra.

Una finale lampo di appena 67 minuti consegna alla svizzera Bencic il trofeo: la russa Kasatkina non riesce a reggere il ritmo e la 25enne di Flawil chiude agevolmente 60 62. Partita a senso unico con la Bencic che ottiene l’88% dei punti con la prima di servizio senza mai offrire alla rivale una palla-break. Belinda conquista i primi otto game dell’incontro, poi Daria riesce a frenare l’emorragia ma non riesce ad impedire alla rivale di volare sul 5-1 e di chiudere poi 6-2. Per Bencic, che rientra in top-ten a 15 mesi di distanza dall’ultima volta (lei che vanta un “best” di n.4 firmato a febbraio 2020), è il settimo titolo in carriera. Ed è la prima volta dal 2019 che Belinda batte due top-ten nello stesso torneo: prima del successo su Kasatkina, ha infatti superato nei quarti la francese Garcia, n.4 del ranking e del seeding. 

Tutta la gioia di Elisabetta Cocciaretto (foto Getty Images)

HOBART: COCCIARETTO INCANTA, DAVIS VINCE
Semaforo rosso per Lucia Bronzetti nel primo turno dell’”Hobart International” (WTA 250 - montepremi 259.303 dollari) che dopo tre anni torna a disputarsi sul cemento di Hobart, in Tasmania (Australia), uno degli ultimi due appuntamenti per rifinire la preparazione in vista degli Australian Open (l’altro è Adelaide). La 24enne di Villa Verucchio, n.50 WTA ("best ranking"), reduce dalla finale in United Cup con la squadra azzurra, cede 64 63 alla qualificata russa Blinkova, n.72 WTA.

Prima finale WTA e “best ranking”: un doppio colpo mica male per Elisabetta Cocciaretto. La 21enne di Fermo, n.69 WTA, elimina all’esordio la francese Cornet, n.34 del ranking e terza favorita del seeding, quindi si aggiudica il derby tricolore di secondo turno contro Paolini, n.64 WTA, nei quarti sconfigge in rimonta la mancina statunitense Pera, n.44 del ranking e sesta favorita del seeding, alla quale annulla anche due match-point nel tie-break del secondo set, ed in semifinale batte l’altra americana Kenin, n.280 del ranking (ma campionessa agli Australian Open del 2020 e con un "best ranking" di n.4 raggiunto nel marzo dello stesso anno), in tabellone grazie ad una wild card, centrando la sua prima finale in un torneo del circuito maggiore e l’ingresso per la prima volta in top-50 in classifica. Tutto questo grazie ad un tennis esplosivo fatto di colpi anticipati, geometrie esasperate e tanta, tantissima determinazione.

Manca solo l’”happy end” perché nella sfida per il titolo Cocciaretto cede 76(0) 62 alla terza statunitense affrontata in settimana, Lauren Davis, n.84 del ranking, proveniente dalle qualificazioni, che non lascia per strada nemmeno un set. L’azzurra aveva vinto l’unico precedente con la 29enne di Gates Mills, Ohio (top 30 nel 2017), disputato nei quarti del WTA di Guadalajara nel 2021. Nel dodicesimo gioco, sul servizio dell’americana, Cocciaretto non sfrutta due set-point, poi perde male il tie-break (7 punti a 0) e per una ventina di minuti buoni in campo c’è solo Davis: nel secondo set la statunitense vola sul 5-0, l’azzurra tenta un’ultima reazione d’orgoglio strappandole per la prima volta la battuta quando serve per il match ma oramai è troppo tardi (6-2).

"E' la prima volta che gioco qui e sono contenta del torneo che ho disputato. Ho imparato tante cose da questa partita: spero di metterle in pratica nel resto della stagione", dice Cocciaretto ringraziando il pubblico che l’ha calorosamente sostenuta e coach Fausto Scolari. Una settimana da applausi quella in Tasmania: grazie ai punti ottenuti Elisabetta firma un "best ranking" da favola salendo al n.48, seconda azzurra in classifica dietro Trevisan. Mica male per una che a marzo 2022, dopo un lunghissimo stop per un problema al ginocchio sinistro, era n.242 del ranking….

Naomi Osaka

NAOMI SARA’ MAMMA
Si scopre la motivazione della rinuncia di Osaka agli Australian Open 2023. La giapponese, ex n.1 del mondo e già quattro volte campionessa Slam, è incinta. La 25enne nata Osaka, che ha giocato l’ultima partita nel circuito al Pan Pacific Open a Tokyo a settembre, annuncia attraverso i suoi profili social di aspettare il primo figlio. "Non vedo l'ora di tornare in campo, ma c'è una piccola novità per il 2023 - scrive Naomi, la sportiva più pagata dell’anno appena concluso secondo la classifica della rivista specializzata Forbes -. So che in futuro avrò ancora tanti obiettivi, uno di questi è fare in modo che mio figlio, o mia figlia, mi veda in campo e possa dire: 'quella è la mia mamma'".

Melbourne Park (foto Getty Images)

SI ALZA IL SIPARIO SUGLI AUSTRALIAN OPEN
Neanche il tempo di metabolizzare un bel risultato che c’è subito un altro torneo da giocare. Elisabetta Cocciaretto è l’unica azzurra delle 6 nel main draw a debuttare nel day 1 degli Australian Open, primo Slam del 2023 dotato di un montepremi record (76,5 milioni di dollari australiani) sui campi in cemento di Melbourne Park. Lotta come sempre, anche contro la stanchezza (per la finale giocata appena due giorni prima in nuova Zelanda) ma non basta. Non troppo fortunata nel sorteggio la 21enne di Fermo, n.48 WTA, “best ranking” grazie proprio alla prima finale WTA raggiunta ad Hobart, cede 75 63 alla kazaka Rybakina, n.23 del ranking e 22 del seeding, campionessa a Wimbledon 2022. La marchigiana, alla terza partecipazione al main draw, deve dunque ancora rimandare l’appuntamento con la prima vittoria.

Nel day 2 la slovacca Schmiedlova, n.105 WTA, proveniente dalle qualificazioni, batte a sorpresa 63 62 Martina Trevisan, n.21 WTA (“best ranking”) e 21esima testa di serie. Per la 29enne mancina di Firenze una giornata da dimenticare: Martina è tutta un’altra giocatrice rispetto a quella vista in United Cup. Trevisan patisce le folate di vento, serve male ed è tradita dal diritto. Contro un’avversaria apparsa tutt’altro che ingiocabile, la numero uno azzurra è sempre costretta ad inseguire. Non molla fino all’ultimo Martina, ma la grinta non basta.

Fuori anche Jasmine Paolini. La 27enne di Castelnuovo di Garfagnana, n.66 WTA, si arrende 62 64 alla russa Samsonova, n.20 del ranking e 18 del seeding. Troppa la differenza in termini di potenza, soprattutto al servizio. Per la tennista toscana è la quarta partecipazione al main draw del Major “aussie” dove deve ancora rimandare l’appuntamento con la prima vittoria.

E si ferma subito pure Lucia Bronzetti, n.52 WTA, che perde 26 64 63 contro la tedesca Siegemund, n.158 WTA, in gara grazie al ranking protetto, brava a far innervosire l’azzurra ma anche a cambiare tattica in tempo.

Lucrezia Stefanini colpisce di rovescio (foto Getty Images)

PRIMO HURRA’ SLAM PER LUCREZIA
Finisce al secondo turno, invece, l’avventura di Stefanini. La 24enne di Carmignano, n.141 del ranking, promossa dalle qualificazioni, dopo aver centrato la sua prima vittoria in un main draw Major (alla prima partecipazione) battendo in rimonta la tedesca Maria, n.71 WTA, semifinalista a Wimbledon 2022, cede 63 61 alla russa Gracheva, n.98 WTA, che sorprendentemente aveva lasciato solo due game alla connazionale Kasatkina, n.8 del ranking e del seeding.

Grazie alle quattro vittorie tra qualificazioni e main draw Lucrezia si assicura comunque il “best ranking”: virtualmente è n.114 WTA, 26 posizioni più su rispetto al primato precedente -n.140 - firmato lo scorso dieci ottobre.

La delusione di Camila Giorgi (foto Getty Images)

OTTAVI STREGATI PER GIORGI
La più brava è Camila che però non sfata il tabù terzo turno. La 31enne di Macerata, n.70 WTA, cede 62 75 all’elvetica Bencic, n.10 del ranking e 12esima favorita del seeding, che alla decima partecipazione replica così gli ottavi già raggiunti nel 2016, suo miglior risultato a Melbourne. Punteggio un po’ troppo severo per l’azzurra, che probabilmente paga anche la mancanza di partite. Rientrata nel circuito per le qualificazioni di Adelaide II (subito fuori) dopo quasi quattro mesi e mezzo di stop, la marchigiana non vinceva due match di fila nello stesso torneo dal “1000” di Toronto lo scorso agosto. Giorgi, all’undicesima partecipazione, per quinta volta esce dunque di scena al terzo turno (2015, 2019, 2020 e 2022 le precedenti), suo miglior risultato nello Slam Down Under.

A Melbourne Camila lascia un solo game all’esordio alla russa Pavlyuchenkova, n.364 WTA (in tabellone con il ranking protetto perché ferma da Roma per un problema al ginocchio sinistro), quindi batte sempre in due set la slovacca Schmiedlova, n.105 WTA, proveniente dalle qualificazioni, “vendicando” l’eliminazione di Trevisan. Segnali positivi ce ne sono, considerata la lunga assenza, ma la classifica per Giorgi resta quella.

BANDIERE RUSSE VIETATE
Durante il day 1 degli Australian Open un’immagine attira l’attenzione di Vasyl Myroshnychenko, ambasciatore dell’Ucraina in Australia e Nuova Zelanda: qualche tifoso espone infatti una bandiera russa durante il match tra Rakhimova, in campo come atleta neutrale, e l’ucraina Baindl (che poi ha vinto). “Condanno fermamente l’esposizione pubblica della bandiera russa durante partita e chiedo a Tennis Australia di prendere provvedimenti”, scrive il diplomatico su Twitter. Ed i provvedimenti arrivano: la federazione “aussie” stabilisce il divieto di esporre bandiere russe a Melbourne Park. “Avevamo inizialmente deciso di consentire ai tifosi di portare le bandiere ma a patto che non venissero usate per causare disturbo - si legge in un comunicato -. Dopo l’incidente per una bandiera esposta a bordo campo, il divieto entra in vigore immediatamente”.

Donna Vekic (foto Getty Images)

STORIE DOWN UNDER
Con una prestazione solida e fisicamente impeccabile, la 18enne statunitense “Coco” Gauff, n.7 del ranking e del seeding, si aggiudica 63 76(4) la “sfida green” contro la 20enne britannica Emma Raducanu, n.77 WTA, vincitrice degli Us Open 2021, e accede al terzo turno centrando già la sua 100esima vittoria a livello WTA.

Che ripartenza per Marketa Vondrousova! La 23enne mancina ceca, n.86 WTA (ma n.14 a luglio 2019), trova una conferma importante dopo il suo rientro dal lungo periodo di recupero seguito all’intervento al polso ed elimina 61 57 61 la tunisina Jabeur, n.2 del ranking e del seeding, in un confronto tra finaliste Slam che vale l’accesso al terzo turno. Un rapporto complicato quello tra Marketa ed il suo polso sinistro: è stata costretta a stare fuori per sei mesi dopo aver raggiunto la sua prima finale al Roland Garros nel 2019, e poi per altri sei mesi nel 2022 per recuperare da un intervento chirurgico.

La croata Donna Vekic, n.64 WTA, confessa di aver pensato al ritiro ma agli Australian Open raggiunge il suo secondo quarto di finale in un Major (dopo quello agli Us Open 2019). Il suo “Happy Slam” inizia col brivido di un tie-break nel set decisivo contro la qualificata russa Selekhmeteva, n.179 del ranking: quindi lascia tre giochi alla russa Samsonova, n.20 del ranking e 18 del seeding, e quattro alla spagnola Parrizas Dias, n.75 WTA, prima del successo in tre set sulla maggiore delle sorelle Fruhvirtova, n.82 WTA.

Iga Swiatek in azione (foto Getty Images)

ANCHE SWIATEK E’ UMANA
A sorpresa il torneo perde la numero uno del mondo, Iga la polacca, eliminata con un doppio 64 da Elena Rybakina, campionessa in carica a Wimbledon, n.25 WTA e 22esima testa di serie. E' la prima volta in carriera che la kazaka batte una regina del ranking. Oltre che nei turni di battuta, la 23enne nata a Mosca è brava e coraggiosa ad attaccare quasi sempre la seconda di servizio della 21enne di Varsavia. A decidere il primo set è una risposta di rovescio vincente di Rybakina che le dà il break nel fatidico settimo game. Nel secondo parziale Elena gioca ancora più sciolta, nonostante la reazione della polacca che prova ad allungare sul 3-0: la kazaka conquista sei degli ultimi sette game senza pensare troppo all’impresa che sta per realizzare.

SI RIVEDE JELENA
Nei quarti Rybakina trova Ostapenko, n.17 del ranking e del seeding, che negli ottavi fa fuori 75 63 “Coco” Gauff. Forse una delle migliori partite della carriera della lettone dai tempi del trionfo al Roland Garros 2017. Jelena mette a segno 30 vincenti in 21 game, salva 7 delle 8 palle-break concesse e ne sfrutta a sua volta 3 su 3. Ostapenko non vinceva contro una top ten in uno Slam da Parigi 2020 quando aveva eliminato al secondo turno l’allora n.4 del ranking Karolina Pliskova. “La vittoria al Roland Garros 2017 - racconta Jelena - ha cambiato la mia vita e ho avuto bisogno di tempo per abituarmi a quello che era successo. Ero molto giovane e questo ha complicato le cose. Ho sempre creduto nel mio tennis. Se gioco al meglio posso battere qualsiasi giocatrice”.

Il saluto a fine match tra Victoria Azarenka e Jessica Pegula (foto Getty Images)

QUARTI ANCORA FATALI PER JESSICA
Nella parte alta del tabellone conquista un posto tra le migliori otto anche la statunitense Pegula che supera 75 62 la ceca Krejcikova, n.23 WTA e 20esima testa di serie, campionessa al Roland Garros 2021. Un match sempre saldamente nelle mani dell’americana, deciso probabilmente dall’interminabile undicesimo game del primo set nel quale la 28enne di Buffalo trasforma la quinta palla-break per poi chiudere 7-5.

Per Pegula è la terza presenza consecutiva nei quarti degli Aus Open: Jessica, n.3 del ranking e del seeding, la giocatrice con la più alta classifica rimasta in gara, si ferma però ancora una volta, sconfitta 64 61 da Victoria Azarenka, la bielorussa n.24 del ranking e del seeding, che proprio a Melbourne ha vinto i suoi due titoli Slam, trionfando nel 2012 (quando poi avrebbe conquistato lo scettro mondiale) e nel 2013.

Il diritto di Aryna Sabalenka (foto Getty Images)

ARYNA “NO LIMITS”
Con l’ottava vittoria stagionale in altrettante partite Sabalenka si garantisce un posto nei quarti: la bielorussa, n.5 del ranking e del seeding, vincitrice a inizio mese del “500” di Adelaide I, supera negli ottavi per 75 62 la svizzera Bencic, n.10 WTA e 12esima testa di serie, imbattuta da sette match dopo il successo nel “500” di Adelaide II alla vigilia dello Slam “aussie” che l’aveva riportata dopo un anno e mezzo nell’élite mondiale. Nei suoi primi quarti a Melbourne Sabalenka strapazza 63 62 Vekic e poi in semifinale controlla la polacca Magda Linette, n.45 WTA, imponendosi 76(1) 62 e centrando la sua prima finale Slam.

Applausi comunque per la 30enne di Poznan, che in carriera non era mai andata oltre il terzo turno in uno Slam (peraltro raggiunto in tutti e quattro i tornei). Linette arriva infatti in semifinale dopo aver eliminato ben quattro teste di serie: la 16esima Kontaveit (n.19 WTA), la 19esima Alexandrova (n.18 WTA), la quarta Garcia (n.4 WTA) - quarto successo in carriera su una top ten, tutti ottenuti nei Major - e la 30esima Pliskova (n.31 WTA). Ma in semifinale contro Sabalenka rimane in partita di fatto per un set soltanto.

La grinta di Elena Rybakina (foto Getty Images)

ELENA IN “VERSIONE WIMBLEDON”
Evidentemente ci ha preso gusto e le piacciono i palcoscenici importanti. E non soffre di timori reverenziali nei confronti di nessuna. La calma olimpica - almeno apparente - sembra essere l’arma vincente di Ribakina, che a Melbourne centra la sua seconda finale Major (dopo Wimbledon 2022) e si assicura l’ingresso per la prima volta nella top-ten mondiale.

Nella sfida tra regine Slam - e tra la giocatrice più anziana e quella più giovane ancora in corsa - la kazaka, n.25 WTA e 22esima testa di serie, campionessa a Wimbledon 2022, alla sua prima “semi” Down Under”, batte 76(4) 63 la bielorussa Victoria Azarenka, n.24 del ranking e del seeding, che giocava la sua terza semifinale a Melbourne, dove nel 2012 e nel 2013 ha conquistato i suoi due trofei Slam. Vika è stata la terza campionessa Major eliminata da Rybakina dopo la regina del tennis mondiale Swiatek negli ottavi ed Ostapenko nei quarti (62 64 lo score).

“Sono davvero super contenta di essere in finale e devo ringraziare il mio team per essere di nuovo arrivata all’ultimo atto di uno Slam - commenta a caldo Rybakina -. Giocare davanti alle ‘Original 9’ (le campionesse che hanno reso il tennis femminile una realtà, festeggiate sul campo prima delle semifinali; ndr)? E’ stato un onore farlo, mi sono emozionata. E’ incredibile quello che hanno fatto per il tennis femminile”. 

La vincitrice dell'Australian Open 2023, Aryna SAbalenka, con la finalista, Elena Rybakina (foto Getty Images)

SABALENKA, FINALMENTE!
Sono lacrime di gioia quelle di Aryna Sabalenka, 24enne di Minsk, nuova regina degli Australian Open. Al termine di una finale tesa e combattuta, la bielorussa batte in rimonta 46 63 64 la kazana Elena Rybakina. Un match all’altezza delle attese, deciso da pochi punti e vinto meritatamente dalla giocatrice che ha dimostrato più coraggio e voglia di vincere. Certo, l’inizio non promette proprio benissimo: doppio fallo di Aryna con tanto di sorrisetto per stemperare la tensione, seguito da un ace con una smorfia rabbiosa.

A dominare sono i servizi vincenti di entrambe: 7 dei primi 13 punti sono ace fino al 40-0 del terzo game, servizio Sabalenka che si incasina la vita, la Rybakina trova la risposta, è fortunata con un nastro, passa la rivale e fa il break. La kazaka lo difende fino al 4-2, la bielorussa la riagguanta (4-4) ma poi rovina tutto. Sabalenka reagisce nel secondo set, poi nel terzo mette a segno il break decisivo nel fatidico settimo gioco: nel decimo Aryna commette doppio fallo sul primo match-point, ne spreca un secondo con un gratuito di diritto, annulla una palla-break alla kazaka, manca il terzo match-point con un errore di rovescio ma sul quarto il diritto di Rybakina è lungo e Sabalenka si lascia cadere a terra singhiozzando per il traguardo finalmente raggiunto. 

Sabalenka è la 128esima nuova campionessa nella storia dei tornei del Grande Slam. Dal 2015 - con Flavia Pennetta trionfatrice agli Us Open - in avanti ogni stagione c’è stata almeno una nuova campionessa Major. In classifica Aryna torna n.2 alle spalle di Swiatek, eguagliando il “best ranking” raggiunto per la prima volta il 23 agosto del 2021. Prima volta in carriera in top-ten, invece, per Rybakina.

ARYNA, INNO ALLA GIOIA
“Questo è il più bel giorno della mia vita. Sono felice e sono orgogliosa di me stessa. L’ultimo game? Sapevo che era difficile, nessuno mi aveva mai detto che sarebbe stato semplice vincere uno Slam, così mi sono detta di lottare, di crederci fino alla fine - dice Sabalenka con un sorriso che non conosce confini -. Dopo il doppio fallo ho pensato che lì cominciava la parte divertente... La verità è che sono riuscita a tenere i nervi saldi e a gestire la situazione fino al termine. Le sconfitte che ho subìto in passato sono state dure da digerire, ma mi hanno fatta diventare quella che sono oggi, la nuova Aryna che avete davanti. È stato un percorso complicato che però rende ancora più dolce questa vittoria”.

Barbora Krejcikova e Katerina Siniakova (foto Getty Images)

KREJCIKOVA E SINIAKOVA INARRESTABILI
Da oltre un anno Barbora e Katerina non perdono una partita in uno Slam. Hanno conquistato tre Major su tre giocati nel 2022 e allungano la serie agli Australian Open. In finale sconfiggono 64 63 le giapponesi Shuko Aoyama e Ena Shibahara, si confermano le leader indiscusse della specialità e festeggiano il settimo titolo Slam conquistato insieme. Un traguardo raggiunto nell’Era Open solo da altre quattro coppie: Navratilova/Shriver (20), Zvereva/Fernandez (14), Serena/Venus Williams (14), Ruano Pascual/Suarez (8).

Le ceche, seconda coppia dopo le Williams sisters ad aver vinto almeno una volta in doppio i 4 Major e l’oro olimpico, sono le prime a vincere per due anni di fila il titolo a Melbourne dopo la doppietta di Errani e Vinci (2013-2014).


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