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Bye bye 2023, febbraio - A Dubai Krejcikova ferma Swiatek. A Merida sorride Giorgi

Rischio boicottaggio dell’Ucraina ai Giochi Olimpici di Parigi. A Lione “prima volta” per Parks, a Hua Hin per Zhu. Ad Abu Dhabi sorprese a go-go ma Bencic non delude. Potapova firma Linz. A Doha si rispettano le gerarchie con il trionfo bis di Swiatek

di | 19 dicembre 2023

Un bel primo piano di Elina Svitolina

Un bel primo piano di Elina Svitolina

“Le Olimpiadi sono il sogno più grande e il privilegio per eccellenza per gli atleti. Sono la più grande piattaforma per l'inclusione e la diversità nello sport. Per questo, dobbiamo insistere nel sostenere l'esclusione degli atleti russi e bielorussi". Prende una posizione forte l'ucraina Elina Svitolina, ex numero 3 del mondo e moglie del francese Gael Monfils. In una dichiarazione diffusa attraverso il suo profilo Twitter, la due volte vincitrice degli Internazionali d’Italia si oppone all’apertura da parte del presidente del CIO Thomas Bach verso la presenza di russi e bielorussi come atleti neutrali ai Giochi di Parigi 2024.

"Dobbiamo restare uniti nelle sanzioni verso russi e bielorussi, ci sono delle conseguenze per le azioni criminose dei loro governi – prosegue la 28enne di Odessa -. Le loro vite non possono andare avanti normalmente". Svitolina fa riferimento anche a Volodynryr Anirrshchuk, ventenne promessa del decathlon ucraino morto combattendo a Bakhmut, dove il presidente ucraino Zelensky ha invitato Bach affinché - dice - "veda con i suoi occhi che la neutralità non esiste".

A LIONE LA PRIMA DI ALYCIA
Grinta, coraggio, cuore: ci mette tutto Jasmine, ma non basta. Finisce nei quarti la corsa di Paolini nell’”Open 6ème Sens Métropole de Lyon” (WTA 250 - montepremi 239.477 dollari) sul veloce indoor del Palais des Sports de Gerland della città che sorge alla confluenza dei fiumi Rodano e Saona, in Francia.

La 27enne di Castelnuovo di Garfagnana, n.66 WTA - approdata per la seconda volta di fila tra le migliori otto a Lione grazie alle nette vittorie sulla spagnola Masarova, n.100 del ranking, promossa dalle qualificazioni (ma finalista nel “250” di Auckland a inizio gennaio), e sulla 18enne russa Andreeva, n.134 del ranking, anche lei qualificata - cede 75 75 alla francese Caroline Garcia, n.5 del ranking e prima favorita del seeding. Per la 29enne di Saint-Germain-en-Laye è il quarto successo in altrettante sfide con l’azzurra, ma indubbiamente quello più complicato.

Alycia Parks esulta

Ad essere sinceri Garcia fa fatica in tutta la settimana ma non in semifinale dove liquida con un periodico 62 la colombiana Camila Osorio, n.73 del ranking.

Non comodissimo nemmeno il cammino dell’altra finalista, la rivelazione Alycia Parks, n.79 WTA, che strada facendo si permette il lusso di eliminare ben due teste di seeie: la croata Martic, n.36 del ranking e 4 del seeding, al secondo turno, e la montenegrina Kovinic, n.67 del ranking e 7 del seeding nei quarti.

Le bastano invece due set (63 76) per imporsi in “semi” sulla belga Zanevska, n.93 WTA.

E due set sono sufficienti anche per regalarsi il primo trofeo nel circuito maggiore: in finale infatti Parks si impone 76(7) 75 su Garcia, con la beniamina di casa che commette doppio fallo proprio sul match-point incassando la quarta sconfitta su quindici finali disputate. Su Instagram, Alycia usa sempre l’hashtag #WalkByFaith, “cammina nella fede”. E’ sicura che ci sia una mano superiore, un disegno, nel suo percorso, ma ci mette molto del suo per guadagnarsi il suo primo successo. Un tennis che si basa su schemi semplici quello della statunitense, ma eseguiti con grande rapidità. Entrata per la prima volta in top 100 solo a dicembre dopo il primo trionfo in un WTA 125k, l’equivalente dei Challenger nel circuito femminile, al Crèdit Andorrà Open aveva detto in un’intervista pubblicata sul sito WTA: “Mi ero prefissata come obiettivo l'ingresso fra le prime 100 del mondo entro l'estate, ci ho messo un po' di più…”. Chissà per quando era in programma il primo trofeo WTA…. Intanto Alycia bussa alle porte della top 50 (salirà al n.51).

Tutta la gioia di Zhu Lin

HUA HIN: ANCHE ZHU “ROMPE IL GHIACCIO”
Per la prima volta dal torneo di Bad Homburg di giugno 2022 Bianca Andreescu torna a disputare un quarto nel tour maggiore. Accade nel “Thailand Open” (WTA 250 - montepremi 259.303 dollari) sul cemento di Hua Hin. Qui la canadese, n.43 del ranking e testa di serie n.1 per la prima volta in carriera (in tabellone con una wild card), supera la britannica Dart, n.104 WTA, e poi la russa Zakharova, n.186, eguagliando il risultato di Bouchard nel 2018. Poi però fa meglio di “Genie” battendo l’ucraina Kostyuk, n.60 del ranking e 5 del seeding, ma complicandosi non poco la vita visto che avanti 63 5-1 manca tre match-point consecutivi sul 5-3 prima di riuscire a chiudere per 7 punti a 3 in suo favore il tie-break. Ma in semifinale Andreescu è costretta al ritiro per un problema fisico sul punteggio di 75 4-0 per l’ucraina Lesia Tsurenko, n.136 WTA, che torna all’ultimo atto di un torneo da Brisbane 2018.

Per la 33enne di Vladimirec, n.23 WTA a febbraio 2019, però, sfuma il quinto titolo sul duro. Questa è infatti la settimana di Zhu Lin, n.54 del ranking, che alla terza semifinale dopo Kuala Lumpur 2016 e Nanchang 2018 approda per la prima volta in finale nel circuito maggiore. E per riuscirci supera 62 64 in un derby tutto cinese la compagna di doppio Wang Xinyu, n.59 WTA e terza testa di serie del torneo. Zhu Lin poi completa l’opera battendo in finale 64 64 Tsurenko. Grazie al suo primo titolo WTA la 29enne di Wuxi si assicura anche l’ingresso in top 50 per la prima volta in carriera andandosi ad accomodare sulla poltrona n.41.

Belinda Bencic colpisce di diritto (foto Getty Images)

QUANTE SORPRESE AD ABU DHABI
Una Martina Trevisan troppo brutta per essere vera esce subito di scena nel “Mubadala Abu Dhabi Open” (WTA 500 - montepremi 780.637 dollari) sul cemento all’aperto dello Zayed Sports City International Tennis Centre nella capitale degli Emirati Arabi Uniti. Il nuovo torneo è il primo di un mini-circuito di tre appuntamenti in Medio Oriente che comprende anche il “500” di Doha in Qatar ed il “1000” di Dubai di nuovo negli Emirati Arabi Uniti. La 29enne mancina di Firenze, n.25 del ranking, è battuta 60 62 dalla belga Mertens, n.32 WTA, in una giornata dove il diritto della numero uno azzurra proprio non vuol saperne di funzionare.

Badosa e Muguruza si cancellano a torneo già iniziato: la ex numero due del mondo si ritira per un’infezione virale, la due volte campionessa Slam per ragioni personali. E’ Qinwen Zheng, n.29 WTA, l’avversaria di Jelena Ostapenko, n.12 del ranking e 5 del seeding, negli ottavi di finale: la cinese sconfigge 63 63 la canadese Rebecca Marino, n.74 WTA, la lettone, quinta testa di serie, s’impone 75 16 75 sulla statunitense Collins, n.42 WTA. Ed il muro Zheng si rivela insormontabile per Ostapenko che esce battuta 76(10) 61 dopo aver mancato tre set-point nel tie-break del primo set.

E’ luminoso il futuro di Zheng: la cinese domina 61 62 la russa Kasatkina, n.8 WTA e prima favorita del seeding, e centra la sua terza semifinale in carriera nel circuito maggiore dove trova dall’altra parte della rete la russa d’Italia Liudmila Samsonova, n.19 del ranking ed 8 del seeding, che nel primo scorcio di stagione non aveva ancora messo in fila due partite in uno stesso torneo. Ad Abu Dhabi “Ljuda” batte la lucky loser statunitense Lu, n.56 WTA, la ceca Krejcikova, n.30 WTA, nei quarti la connazionale Kudermetova, n.11 WTA, sua compagna di doppio, mentre in “semi” stoppa la corsa Zheng alla quale non bastano 15 ace.  

Avanza anche Belinda Bencic, n.9 del ranking e 2 del seeding, che raggiunge la sua 27esima finale WTA (la 18esima sul veloce) grazie al successo per 76(5) 62 sulla statunitense Roger, n.46 WTA: molto più semplice per l’elvetica approdare in finale - la seconda stagionale dopo Adelaide 2 - perché la brasiliana Haddad Maia, n.14 del ranking e 6 del seeding, non riesce a conquistare più di cinque game (62 63 lo score).

AND THE WINNER IS…BELINDA!
I precedenti parlano chiaro: la 24enne di Olenegorsk ha vinto tutte e tre le sfide precedenti con la 25enne di Flawil, a cominciare da quella che le ha garantito il primo titolo WTA in carriera, sull’erba di Berlino nel 2021. L’altro dato sfavorevole per Belinda è che la russa è imbattuta in tutte e quattro le finali giocate nel circuito maggiore. L’elvetica, però, dal canto suo, dopo il trionfo di gennaio Adelaide va a caccia dell’ottavo titolo WTA in carriera che le permetterebbe di scavalcare la campionessa degli Australian Open Aryna Sabalenka per numero di vittorie stagionali.

E a vincere è proprio Bencic che conquista il trofeo battendo in rimonta 16 76(8) 64 Samsonova nonostante quest’ultima vinca sei punti in più. La russa può recriminare sui tre match-point non sfruttati nel tie-break del secondo set. Tre tornei giocati, due vinti. Difficilmente il 2023 avrebbe potuto cominciare meglio per Bencic, che dopo Adelaide 2 conquista anche il titolo Abu Dhabi. L’elvetica da inizio anno ha vinto più partite di tutte: nonostante la sconfitta può sorridere anche la russa, che entra per la prima volta in top-15.

La vincitrice del WTA di Linz Anastasia Potapova e la finalista Petra Martic (foto Twitter WTA Linz)

LINZ: GIORGI SPRECONA
Semaforo rosso per Sara Errani nel primo turno dell’“Upper Austria Ladies Linz” (WTA 250 – montepremi 235.238 dollari) sul veloce indoor della “Design Center” nella città austriaca. Il torneo, dopo un anno di pausa, riprende il suo posto in calendario anche se ad inizio anno invece che a fine della stagione: nuova anche la sede di gioco. La 35enne di Massa Lombarda, n.106 del ranking, promossa dalle qualificazioni, è battuta 62 63 dalla tedesca Friedsam, n.124 del ranking (ma con un passato da top 50: è stata n.45 nel 2016), anche lei qualificata. Subito fuori anche Lucia Bronzetti, n.66 WTA, che si fa rimontare dalla russa Potapova, n.44 del ranking ed ottava favorita del seeding (26 63 64 lo score), che forse nemmeno immagina come si concluderà la settimana….

Supera un turno Camila Giorgi: la 31enne di Macerata, n.73 WTA, vincitrice di questo torneo nel 2018 e finalista anche nel 2014, lascia solo tre giochi alla rumena Cristian, n.193 del ranking dopo il grave infortunio al ginocchio destro subìto un anno fa a Doha, finalista in questo torneo nel 2021, alla quale l’azzurra non concede nemmeno una palla-break (per la settima volta in carriera, la terza a Linz). Al secondo turno, però, Camila va a sbattere contro la danese Tauson, n.141 WTA, ripescata in tabellone come lucky loser, che si impone 16 63 64 dopo aver rimontato da 16 0-2.

IN AUSTRIA SI PARLA RUSSO!
Di strada Tauson, però, non ne fa molta di più perché a fermarla nei quarti ci pensa Petra Martic, n.28 WTA e sesta testa di serie. Non contenta la croata gioca un brutto tiro anche alla greca Sakkari, n.7 del ranking e 5 del seeding, che in semifinale si arrende 36 63 64. La semifinale della parte bassa del tabellone, altrettanto avvincente, vede invece prevalere la russa Anastasia Potapova, n.44 WTA ed ottava testa di serie, che supera 61 67(4) 63 la ceca Vondrousova, n.89 del ranking, centrando la sua quinta finale dopo Mosca e Tashkent 2018, Istanbul e Praga 2022.

Il bilancio dei confronti diretti tra le due finaliste è in perfetta parità: Petra ha vinto la prima sfida, giocata al secondo turno di Wimbledon 2019, Anastasia invece si è imposta negli ottavi di Istanbul 2022. A tornare a casa con il trofeo è Potapova che liquida 63 61 Martic centrando il secondo successo della carriera dopo Istanbul 2022 (partendo dalle qualificazioni e battendo Kudermetova in finale). Per la 21enne di Saratov “best ranking” in arrivo: va ad occupare la poltrona n. 31.

Iga Swiatek con il trofeo di Doha 2023 (foto Getty Images)

LA’ DOVE TUTTO HA AVUTO INIZIO
Ancora uno stop al primo turno per Martina Trevisan, uscita subito di scena nel “Qatar TotaleEnergies Open” (WTA 500 - montepremi 780.637 dollari) sul cemento del Khalifa International Tennis Complex di Doha. La 29enne mancina di Firenze, n.25 WTA, è battuta 62 62 dalla ceca Muchova, n.121 del ranking (ma top 20 meno di due anni fa), pagando la netta differenza con il rendimento al servizio ed un diritto meno affidabile del solito. Un anno fa a Doha Iga Swiatek iniziava una striscia di sei titoli e 37 vittorie consecutive nel mezzo del cammino da record, è diventata anche la prima polacca numero uno nel ranking WTA. Tornata in Qatar da campionessa in carica, la dominatrice del 2022 prova a non sentire il peso delle aspettative: “Ogni stagione, ogni torneo fa storia a sé: perciò per me non ha senso pensare a quello che è successo qui un anno fa. In dodici mesi possono cambiare tante cose”, dice alla vigila del torneo. Poi debutta direttamente al secondo turno (ottavi) lasciando un game soltanto (!) alla statunitense Collins, n.42 WTA, ma a lungo nell’élite mondiale….

Ottavi fatali, invece, per Kvitova, una delle quattro giocatrici il cui nome compare due volte nell’albo d’oro del torneo giunto alla ventunesima edizione, insieme quelli delle russe Myskina e Sharapova e della bielorussa Azarenka. La ceca, due volte campionessa di Wimbledon, batte in due set la cinese Zhang Shuai, n.22 WTA, grazie al suo proverbiale servizio ma poi cede alla statunitense Gauff, n.6 del ranking e 4 del seeding. Vika, n.17 WTA, invece, dopo i due game lasciati alla turca Oz, n.196 WTA, nella sfida tra wild card, dopo essere stata avanti 61 4-1 si fa rimontare dalla svizzera Bencic, n.9 WTA e settima testa di serie, che firma la 14esima vittoria in stagione, un record nel circuito WTA.  Stop anche per Ostapenko: la lettone, che proprio a Doha nel 2016 ha raggiunto per la prima volta la finale in un “1000”, dopo il successo sulla statunitense Keys, n.23 WTA, cede 7-5 al terzo ad un’altra americana, Pegula, n.4 WTA e seconda testa di serie, dopo aver mancato due match-point.

Sei delle prime dieci giocatrici del mondo si qualificano per i quarti di Doha, ma sarebbe meglio dire 8 delle prime 12 visto che le intruse eccellenti sono Kudermetova (n.11 WTA) e Haddad Maia (n.12 WTA). C’è chi approda in semifinale senza giocare e chi invece impiega quasi due ore e tre quarti per battere la rivale. Sulle due facce della medaglia ci sono la numero uno del mondo Swiatek, che non deve nemmeno scendere in campo per il forfait di Bencic che non recupera dopo la maratona con Azarenka, e la wild card Sakkari, che invece deve lottare fino al tie-break del set decisivo per domare la francese Garcia, n.5 del ranking e 3 del seeding.

In semifinale la greca gioca un’altra battaglia ma è costretta a cedere a Pegula, molto più fresca dopo i soli cinque giochi concessi ad Haddad Maia. Swiatek rifila invece il suo personale trattamento (un gioco uno) anche a Kudermetova, n.11 WTA ed ottava testa di serie, che nei quarti ha eliminato in tre set l’altra statunitense Gauff, facendo valere il suo tennis aggressivo e potente in una partita condizionata - un po’ come tutta la giornata dei quarti - dal forte vento che spesso impediva alle giocatrici di colpire in modo efficace.

SWIATEK CONCEDE IL BIS
Iga approda quindi all’ultimo atto di Doha lasciando per strada appena 2 giochi. Per la polacca è la prima finale del 2023: dall’altra parte della rete trova la statunitense Pegula, seconda favorita del tabellone, contro la quale è in vantaggio per 4-2 nel bilancio dei precedenti. In un match con poca storia Swiatek conquista il suo secondo titolo consecutivo a Doha battendo 63 60 Pegula. Nel 2022 la campionessa di Varsavia aveva lasciato due game all’estone Kontaveit: quest’anno tre alla statunitense e cinque in tutto il torneo. Per Iga è il dodicesimo titolo in carriera: il primo fu il clamoroso centro al Roland Garros 2020, nell’edizione disputata ad ottobre a causa della pandemia.

La grinta di Aryna Sabalenka (foto Getty Images)

AZZURRE DELUDENTI NEGLI EMIRATI
Sorteggi non proprio fortunati ma cinque giochi in due sono davvero pochini. Tanto però raccolgono Jasmine Paolini e Martina Trevisan nel “Duty Free Tennis Championships", primo WTA 1000 della stagione (montepremi 2.788.468 dollari) sul cemento di Dubai, negli Emirati Arabi Uniti: tabellone stellare con 14 delle prime 15 del ranking in gara (unica assente la tunisina Jabeur, n.3 WTA, infortunata). Al via anche la campionessa in carica, la lettone Ostapenko, n.20 WTA e 14esima testa di serie, e la finalista dell’edizione 2022, la russa Kudermetova, n.11 del ranking e del seeding. La 27enne di Castelnuovo di Garfagnana, n.64 del ranking, promossa dalle qualificazioni, si arrende 61 61 alla statunitense Keys, n.23 WTA. La 29enne mancina di Firenze cede invece 62 61 a Kvitova, n.15 del ranking e 12 del seeding, vittima della combinazione servizio/diritto della ceca, anche lei mancina, vincitrice di questo torneo nel 2013 (superando in finale Sara Errani) e finalista ancora nel 2019 (battuta dall’elvetica Bencic).

Perde l’imbattibilità la numero 2 del mondo Sabalenka che, dopo aver lasciato negli ottavi il primo set ad Ostapenko, n.20 del ranking e del seeding, dilagando poi nel secondo e nel terzo, nei quarti vede interrompersi 13 la striscia di vittorie consecutive facendosi rimontare dalla la ceca Krejcikova, n.30 WTA, ed incassando così la prima sconfitta della stagione (06 76 61 lo score). Swiatek continua invece la sua marcia praticamente senza ostacoli: tra il successo a Doha, che ha richiesto solo tre partite per il ritiro di Bencic, e i primi due turni a Dubai perde complessivamente otto game. Poi arriva anche la notizia del forfait della ex numero uno del mondo Karolina Pliskova, attuale n.18 WTA, per un’infezione virale e la 21enne di Varsavia si ritrova automaticamente in semifinale.

“SEMI” DA FAVOLA
Due incontri di semifinali migliori di così quasi non si potevano sperare: in campo tre delle prime cinque teste di serie più la campionessa del Roland Garros 2021. La 18enne statunitense Gauff, n.6 del ranking e 5 del seeding, che nei quarti ha stoppato la corsa della connazionale Keys guadagnando per la seconda volta in carriera un posto nel penultimo atto di un “1000”, va a sbattere contro Swiatek, alla quale riesce a strappare sei giochi (64 62 lo score) non riuscendo nemmeno stavolta, come nelle cinque precedenti (finale del Roland Garros compresa) a strapparle nemmeno un set. 

Nella sua seconda “semi” a Dubai dopo quella del 2021, la regina di Parigi Krejcikova, n.30 WTA, si prende la rivincita sulla statunitense Pegula, n.3 del ranking e del seeding, che l’aveva battuta in due set negli ottavi degli Australian Open di gennaio. La 27enne ceca di Brno si impone infatti per 61 57 60 rovinando il compleanno alla 29enne di Buffalo e raggiungendo la sua seconda finale in un WTA 1000: nel 2021 proprio a Dubai perse poi contro la spagnola Muguruza.

Barbora Krejcikova mostra il suo primo titolo WTA 1000 conquistato a Dubai (foto Getty Images)

DUBAI: KREJCIKOVA RUBA LA SCENA A SWIATEK
Con il sorriso sulle labbra fin dal riscaldamento, Barbora diventa la prima campionessa da “1000” della stagione liquidando 64 62 nella finale del “Duty Free Tennis Championships” Iga, la regina incontrastata. Con una prestazione solidissima la 27enne di Brno conquista il sesto titolo in carriera, il primo in questa categoria di tornei. E si assicura anche un bel salto in classifica: guadagna infatti 14 posizioni e risale al n.16 lei che è arrivata fino al secondo gradino del podio mondiale esattamente di questi tempi nel 2022. In più, grazie ai successi su Sabalenka (n.2 WTA) nei quarti e Pegula (n.3) in semifinale, Krejcikova diventa la quinta giocatrice nella storia del tennis femminile a sconfiggere tutte le prime tre giocatrici del mondo in uno stesso torneo. Prima di lei ci erano riuscite solo Graf al Roland Garros 1999, Serena Williams a Miami 2002, Venus Williams alle WTA Finals 2008 e Aryna Sabalenka alle WTA Finals 2022. 

Questo titolo significa tutto per me”, sottolinea la campionessa di Brno, che tra 2021 e 2022 ha quasi perso un anno per un problema al gomito, che chiude nel migliore dei modi un torneo per lei semplicemente fantastico, che sarebbe però potuto finire già al secondo turno se non avesse annullato quattro match-point alla russa Kasatkina, n.8 del ranking e 7 del seeding (una delle quattro top ten battute nel torneo).

Il rovescio di Elisabetta Cocciaretto

MERIDA E’ TRICOLORE…
Azzurre protagoniste, nonostante il disco rosso per Lucia Bronzetti, nel "Merida Open Akron" (WTA 250 - montepremi 259.303 dollari) sul cemento della capitale dello stato federale dello Yucatàn, in Messico. La 24enne di Villa Verucchio, n.65 del ranking, si fa rimontare (46 62 61) dalla statunitense Volynets, 21enne californiana di Walnut Creek, n.96 del ranking. La romagnola vince di misura un primo set in cui è avanti 5-1, rimane in partita fino al due pari della seconda frazione: poi subisce un parziale di dieci giochi ad uno.

Fa meglio Elisabetta Cocciaretto. La 22enne di Fermon.54 WTA e settima favorita del seeding, lascia tre game all’esordio all’elvetica Golubic, n.85 WTA ma che un anno fa di questi tempi firmava il "best ranking" (n.35), quindi ne concede sei alla cinese Xinyu Wang, n.67 WTA, semifinalista a Hua Hin ad inizio febbraio. Nei quarti - raggiunti per la seconda volta in stagione, la quarta in carriera - però va a sbattere contro la ceca Siniakova, n.47 del ranking e quarta favorita del seeding, che si impone 61 57 60 facendo saltare il derby tricolore.

Ma la più brava è Camila Giorgi. La 31enne di Macerata, n.68 del ranking, all’esordio elimina 64 62 l’egiziana Sherif, n.53 WTA e sesta favorita del seeding, poi batte 76(5) 62 la spagnola Parrizas Diaz, n.79 del ranking: quindi nei quarti rifila un 60 60, in appena 47 minuti di partita, alla statunitense Stephens, n.41 del ranking e seconda favorita del seeding. “Wow”, dice Camila, che non è stata mai una giocatrice particolarmente loquace nelle interviste - post match e non - ma stavolta non ci sono davvero altre parole per commentare una prestazione perfetta, il primo doppio “bagel” della carriera nel circuito maggiore (il primo doppio 6-0 in assoluto la marchigiana lo aveva messo a segno nel 2011 nell’ITF da 50mila dollari di Carson, in California, contro Ashley Weinhold). La cosa curiosa è che anche per la 29enne di Plantation, Florida, è la prima volta: non aveva mai subìto un punteggio così duro in un torneo di qualsiasi livello.

Il movimento di chiusura del rovescio di Camila Giorgi (foto WTA tennis website)

In semifinale - la 19esima in carriera - Camila supera 75 76(2) la ceca Siniakova, n.47 del ranking e quarta favorita del seeding (che nei quarti ha stoppato Cocciaretto facendo saltare un interessante derby), evitando di complicarsi troppo la vita in una partita di tennis “da Playstation” con l’azzurra - che non ha ancora perso un set nel torneo - capace però di alzare ulteriormente il livello al momento giusto. Nell’altra semifinale successo della svedese Rebecca Peterson, 27enne di Stoccolma, n.140 del ranking (arrivata al n.43 WTA nel 2019), proveniente dalle qualificazioni, che si impone 62 67(4) 64 sulla statunitense McNally, n.92 WTA

…E CAMILA TORNA A SORRIDERE
Un sorriso timido e qualcosa più di velo di commozione negli occhi. E’ una gioia contenuta, o meglio trattenuta, quella di Giorgi dopo il punto della vittoria che vale il trofeo, il 77esimo vinto da una tennista italiana nell’Era Open. Nella decima finale della carriera, Camila batte 76(3) 16 62 la svedese Peterson, proveniente dalle qualificazioni e rivelazione del torneo, vincendo tutti gli ultimi sei game dell’incontro. Per l’azzurra si tratta del quarto titolo WTA in carriera dopo i “250” di s’-Hertogenbosch 2015 (erba) e Linz 2018 (veloce indoor) ed il “1000” di Montreal 2021 (cemento), che era stata anche l’ultima finale giocata.

“Sono molto felice di essere venuta qui per la prima edizione di questo torneo: è stata una settimana fantastica e mi sono trovata benissimo - le (poche) parole della vincitrice, che poi ringrazia il pubblico in spagnolo. Camila, che vince due punti in più rispetto alla svedese, mette a segno 40 vincenti a fronte di 44 gratuiti (22 contro 31 il bilancio di Peterson). Grazie ai punti conquistati Giorgi si assicura il rientro in top 50, risalendo al n.46, lei che vanta un "best ranking" di n.26 siglato ad ottobre del 2018.


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