Chiudi
Giulio Zeppieri va avanti di due set ma cede al quinto contro Cameron Norrie. I progressi però ci sono e si vedono
di Dario Castaldo, da Melbourne | 18 gennaio 2024
La top 100 deve ancora aspettare, ma ormai è solo questione di tempo. Il tempo è stato galantuomo con Giulio Zeppieri, che a Melbourne Park si è fermato al secondo turno contro Cameron Norrie, ma ha dimostrato che i progressi ci sono e il livello anche. Lo ha fatto proprio sui campi che 5 anni fa lo avevano visto raggiungere la semifinale del torneo junior, dove era rimasto imbrigliato nella tela dell’amico Musetti. Da allora, zigazando tra qualche errore di gioventù e - forse - accusando il confronto inevitabile col suo gemello molto diverso, il 22enne di Latina si era ritrovato ai piedi di una montagna di aspettative e di giudizi. Un percorso ripido e dannatamente tosto, una sfida che il laziale aveva prima subìto e poi accettato, finché non aveva deciso di prendere il toro per le corna e di volare via dal nido d’infanzia. Una decisione non scontata per farsi crescere il pelo sullo stomaco e ispessire le ossa, e che lo aveva portato prima a Roma e poi – sempre più in alto - a Vicenza, da Max Sartori e Tommaso Castagnola.
Numero 381 del mondo a fine ’19, numero 324 nel ’20, 262 nel ’21 e 161 nel ’22. Giulio, per tutti Zeppo, faticava lungo i tornanti del tour, ma non mollava. Nel ’23 era arrivata la prima vittoria in un tabellone Slam, a Parigi, e il best ranking al numero 115, ma classifica di fine anno (135 ATP) era ancora un inno al vorrei ma non posso. Non del tutto, non ancora. Fino a questa settimana. Anzi, fino alla scorsa settimana, quando i tre incontri di qualificazione avevano inviato un segnale eloquente: stavolta Zeppo aveva le gambe per lanciare la volata. Merito anche di Massimiliano Pinducciu, il preparatore atletico, uno che di sudore, sacrificio e leg days se ne intende.
Passato come un trattore nel tabellone delle quali e dopo aver battuto con autorevolezza Dusan Lajovic all’esordio degli Australian Open, oggi il ragazzo di Latina si è trovato di fronte Norrie. Da una parte un mancino che non sopporta la crema solare sul naso (e che per questo sembra sempre più lo spaventapasseri del Mago di Oz), dall’altra il tennista che ad ogni match consuma mezzo tubetto di ossido di zinco, come i giocatori di cricket. Nato in Nuova Zelanda e cresciuto in Texas, la testa di serie numero 19 del tabellone era reduce da un fastidio al polso sinistro che lo aveva obbligato a ritirarsi prima dei quarti di Auckland, e non è apparso un altro di quei gran premi della montagna hors categorie. Piuttosto un ostacolo alla portata del laziale, sconfitto alla fine in 5 set (3-6 6-7 6-2 6-4 6-4) dopo 3 ore e 36 minuti pieni di rimpianti e di promesse.
Il giudice di sedia gli aveva comminato un warning per time violation prima ancora che il match cominciasse, ma Giulio Zeppieri era talmente in the zone che non se n’era neanche accorto. Tenuto comodamente il servizio nel game di apertura, il laziale ha operato il break nel secondo game, quando Norrie ha commesso un doppio fallo e nell’uscita dal servizio si è toccato il ginocchio destro. Il primo set non ha offerto altri spunti di cronaca, perché Giulio ha macinato ace e dritti vincenti fino a quando non ha intascato il parziale per 6-3 tenendo a zero il servizio nel nono game. In apertura di secondo, il canovaccio si è ripetuto: l’azzurro ha strappato subito il servizio al britannico, con Norrie che ha chiuso il gioco con un doppio fallo e si è nuovamente toccato il ginocchio, chiedendo poi un medical time out.
A differenza del primo set, però, i pedali di Zeppo si sono inceppati quando era il momento di chiudere e il 22enne di Latina ha ceduto la battuta nel decimo gioco. Norrie era andato a due punti dal set (6-5 e 15-30 su servizio di Giulio), quando un drittone incrociato in corsa – in teoria difensivo, ma in pratica uno scud - ha avvisato Cam che Zeppo c’era. Il tie-break, solidissimo, aveva indirizzato la sfida dalla parte di Zeppieri. Giulio era schizzato 2 set a zero e aveva cominciato ad intravedere il traguardo bellissimo con su scritto terzo turno e top 100. A rovinare la festa ci si mettevano i nuvoloni di Melbourne: due interruzioni di pioggia facevano perdere il ritmo all’azzurro e riordinare gioco e idee al britannico, che alla ripresa sembrava rigenerato. Zeppo perdeva prima il servizio, poi la sicurezza nell’efficacia del dritto, quindi due set senza storia.
Nel quinto set, Giulio – che a metà del quarto aveva chiesto a sua volta un MTO per un risentimento all’adduttore della coscia destra – non saliva su un paio di treni buoni (2 palle break sul 2-1 e un'altra opportunita' sul 4-3 30 pari) e alla fine restava a terra. Ad alzare le braccia era Norrie, ma a Zeppo, cui rimane l’amarezza per l’occasione perduta, restano anche alcune conferme e un nuovo best ranking. A fine torneo potrebbe entrare tra i primi 110 del mondo. Per la lode è solo questione di tempo: nella meglio gioventù del tennis mondiale c’è posto anche per lui.
Non ci sono commenti