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Gracheva si sente finalmente a casa, ma oggi gioca allo specchio contro la bimba che era…

Varvara Gracheva, 23enne russa naturalizzata francese, dai 16 anni si allena a Cannes e due anni fa ha abbracciato la russa Mirra Andreeva all’accademia di Lisnard. Oggi la ritrova davanti come avversaria!

di | 03 giugno 2024

Varvara Gracheva al Roland Garros (Getty Images)

Varvara Gracheva al Roland Garros (Getty Images)

“Chez moi” è un’espressione davvero francese. Come baguette e croissant. E Varvava Gracheva l’ha pronunciata fiera e anche un po’ commossa. “Qui sono a casa”, ha confidato a migliaia di tifosi che l’hanno abbracciata sotto il tricolore per la prima volta da quando ha scelto di abbandonare la patria Russia. Sì, l’ultimo rappresentante della Grandeur è nata il 2 agosto 2000 a Mosca, a gennaio era 39 del mondo, ora è 88, dopo averla allenata fino ai 14 anni, mamma Natalia Kazakova l’ha spedita in Germania e poi a Cannes, a 16 anni, con Gerard Solves al centro di René Lisnard.

Vivendo in Francia da più di 5 anni, a marzo dell’anno scorso, ha chiesto la naturalizzazione e da giugno, al torneo di Bad Homburg, gioca sotto la bandiera francese ma solo adesso, superando Sakkari, Pera e Begu, ha toccato i primi ottavi in un Major col fondamentale aiuto del pubblico del Roland Garros. A quel punto, d'incanto, è scoppiato il vero amore, quando dagli spalti s’è alzato il grido di battaglia, che a Parigi coincide con l’inno nazionale. “Che ancora non ha imparato”, ironizzava fino all’altro ieri qualcuno della stampa libera dei propri eroi. “Che amo”, dice lei stemperando le perplessità di un paese che abbraccia da sempre gli stranieri, soprattutto russi, ma intellettuali, esiliati, transfughi, mentre stavolta storce il naso per via dell’invasione dell’Ucraina e anche, magari, per protesta verso la potente e ricca FFT che proprio non riesce a produrre giocatrici di casa.

Il sorriso di Varvara Gracheva (Getty Images)

MARSIGLIESE

Quando cantano l’inno, tutti insieme appassionatamente, tutti abbracciati, i francesi si alzano in piedi, proprio sulla punta dei piedi, particolarmente fieri e innamorati di quella musica solenne e appassionante. Quando la suonano sul campo da tennis, sulla scia del successo sulla Begu, Varvara si commuove: “Per me è stato immenso, ha voluto dire che mi hanno accettata come una di loro, che sono davvero a casa, e mi spingono col cuore a fare ancora di più”.

E sorride come non faceva prima. Anzi, metteva su una maschera per nascondere le emozioni, ma non funzionava: fra febbraio e marzo ha perso 6 volte al primo turno, scatenando ogni forma di ilarità fra chi sottolineava la similitudine negativa con le francesi doc. “E’ un cambiamento che ho deciso da qualche mese, ero in una situazione particolarmente negativa e ho deciso di rovesciare i miei sentimenti ed apprezzare di più il momento. Al primo turno contro Sakkari, quando partivo nettamente sfavorita, ha funzionato: “Perché dovrei avvertire tanto la pressione?”. Sono andata via sciolta e poi, felice, ho pensato: “Bene, a 70 anni, ti potrai ricordare di questi magnifici momenti che hai vissuto sul Suzanne Lenglen”.

 

Il capitano di FED Cup, Julien Benneteau l’ha già adottata come esempio: “Ragazze, sorridete come lei, lasciatevi andare, date al pubblico, soprattutto ai più giovani, un motivo in più per sostenervi, per apprezzare quello che fanno anche loro con la racchetta in mano. Varvara è iper-positiva”. Coach Lisnard strabuzza gli occhi, quasi non riconosce la donna felice di oggi alla ragazzina timida e introversa che sbarcò nel 2016 alla sua scuola: “Non parlava, stava in disparte, viveva in un mondo tutto suo”.

 

RITORNO AL FUTURO

Ma, c’è un ma, come al solito la vita si diverte un mondo con noi poveri umani. E alla nuova Gracheva, sorridente e vincente, mette davanti un avversario molto particolare, Mirra Andrea, russa doc, talento spregiudicato e frizzante di 17 anni che potrebbe essere la Varvara di un tempo. Curioso questo ritorno al futuro, contro una ragazzina che parla la sua lingua madre e che ha abbracciato a Cannes quando è sbarcata impaurita e chiusa a riccio, facendole da sorella maggiore per due anni finché Mirra non s’è trasferita da Mouratoglou. Come reagirà Varvara? L’attaccherà come non avrebbe fatto ai suoi tempi, l’aggredirà, seguendo la nuova via del suo tennis e del suo io personale, sentirà nelle orecchie, nel cuore e nel cervello la Marsigliese e si caricherà al massimo, oppure si scioglierà davanti a questo scherzo del destino? 


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