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Alcaraz su Sinner: "Se lo lasciano giocare c'è un motivo". Djokovic accusa: "Poca coerenza nel sistema"

Le parole di Carlos Alcaraz e Novak Djokovic sull'assoluzione di Jannik Sinner dopo la positività al Clostebol

di | 25 agosto 2024

Tiene ancora banco in conferenza stampa la positività al Clostebol e l'assoluzione di Jannik Sinner. I due grandi rivali, Carlos Alcaraz e Novak Djokovic, hanno detto la loro rispondendo a domande specifiche dei giornalisti.

Il murciano non si è sbilanciato, un po' come aveva fatto Frances Tiafoe, l'ultimo ad aver affrontato il numero 1 del mondo prima che la sentenza fosse resa pubblica e che tutti venissero a conoscenza dei due controlli a cui era risultato positivo a marzo.

"E' un momento molto difficile per lui, è sicuro. E' complicato, non posso mentire. Ma che posso dire? Cercherò di spiegarmi anche se non è facile per me farlo in inglese - ha detto -. Credo in uno sport pulito. Della vicenda non so molto, sono sicuro che molte cose le sappiano solo all'interno del team. Ma se hanno permesso a Jannik di giocare è per un motivo. L'hanno dichiarato innocente, è tutto quello che so e che posso dire".

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Djokovic ha spostato l'orizzonte della questione alle regole, al meccanismo di controlli. Più che del caso specifico parla del contesto generale, e lo fa nel doppio ruolo di campione e co-fondatore di un'associazione giocatori, la PTPA.

"Sono proprio questioni come queste le ragioni per cui abbiamo fondato la PTPA. Al centro della nostra associazione ci sono i giocatori, i loro diritti. Ci assicuriamo di coprire ogni aspetto per cui i tennisti possano vivere nel circuito e della loro attività - ha detto -. Stiamo discutendo su molti temi, ci stiamo lavorando come PTPA che pure non è stata ancora riconosciuta come avremmo voluto nel mondo del tennis".

Per quanto riguarda la vicenda di Sinner e la decisione dell'International Tennis Integrity Agency di non squalificarlo, "in situazioni del genere come PTPA stiamo spingendo per avere protocolli equi e chiari, approcci standardizzati. Capisco la frustrazione dei giocatori perché ogni situazione viene affrontata diversamente. Da quello che ho capito, il caso di Sinner è stato reso pubblico quando è stato archiviato. Ma dal momento in cui la notizia è stata comunicata a lui e al suo team sono passati cinque, sei mesi. Ci sono tanti problemi nel sistema. Mancano protocolli chiari e standardizzati. Posso capire i sentimenti di giocatori che si chiedono se siano stati trattati nello stesso modo".

Djokovic ha anche un invito per le organizzazioni che governano il tennis. "Spero che possano imparare da questo caso e sviluppare un approccio migliore per il futuro. Credo che debba esserci un cambiamento collettivo. Tanti giocatori, non serve che faccia i nomi, hanno avuto casi abbastanza simili ma esiti diversi, e c'è da chiedersi se sia una questione di fondi a disposizione, se dipende dalla possibilità di un giocatore di pagare tanti soldi per ingaggiare uno studio legale che possa rappresentarlo in maniera più efficiente. Non lo so. E' così? Penso che dovremmo indagare tutti più a fondo sulla questione, comprendere il sistema e come fare per standardizzare tutto in modo che ogni giocatore, indipendentemente dalla classifica, dalla stroria, dallo status, possa essere trattato allo stesso modo".

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