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Swiatek a Melbourne: “Ero preoccupata per come avrebbero potuto reagire pubblico e colleghe”

Iga ha parlato apertamente, come mai prima, della vicenda doping: ha detto di essere felice di poter competere ed ha sottolineato il grande sostegno ricevuto dalle altre giocatrici e dal suo nuovo coach Wim Fissette

di | 11 gennaio 2025

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Iga Swiatek in allenamento a Melbourne (foto Getty Images)

Si è detta felice di essere a Melbourne Iga Swiatek. Ed ha ribadito che le è piaciuto molto giocare di nuovo in United Cup a Sydney, dove per il secondo anno di fila la sua Polonia ha dovuto accontentarsi della seconda piazza. “Ho già giocato alcune partite emozionanti, a volte anche troppo lunghe (sorride). Sento anche che ho avuto momenti difficili, momenti in cui dovevo spingere - ha raccontato nel media day l’ex numero uno del mondo ed attuale n.2 WTA -. Penso che sia un'ottima preparazione in ottica primo Slam. Di sicuro in uno Major tutte lottano fino alla fine. Dato che l’ho già fatto la scorsa settimana, penso che sarà più facile ripeterlo nei momenti complicati. Penso che anche la qualità del mio tennis sia stata molto buona. E questo mi ha dato fiducia”.

Sono trascorsi oramai alcuni mesi da quando la 23enne di Varsavia ha ricevuto - nel più totale riserbo - la notizia della sua positività ad un test antidoping, resa pubblica solo diverse settimane dopo. Visto il tempo trascorso, Iga ne ha approfittato per aprirsi come mai prima d'ora, raccontando le prime sensazioni e come si è sentita dopo, tra paure ed incertezze. E riuscendo anche a sorridere (“Abbiamo due ore per parlare di questa cosa?”): “Sono stata la prima ad essere sorpresa - ha detto a proposito della faccenda antidoping -. Sapevo che avrei avuto uno stop o qualcosa del genere, però non avevo idea di cosa sarebbe successo. Non sapevo se la mia sospensione sarebbe arrivata presto o no. Le prime tre settimane sono state piuttosto caotiche: non c'era modo di ottenere risposte alle domande. Non è stato facile: avevo problemi anche solo a stare in campo. Probabilmente è stato il periodo peggiore della mia vita. Il fatto di non avere alcun controllo su questa situazione e di non avere modo di evitarla ha reso il tutto ancora più brutto, perché io sono un po' una maniaca del controllo". 

"Ed avere la sensazione che tutto ciò che avevo costruito potesse scomparire così rapidamente a causa di qualcosa su cui non avevo controllo è stata folle per me. Potrei raccontare decine di aneddoti, ma ora sono felice che sia finita, di poter giocare a tennis e di essere qui. Tutto questo processo è stato piuttosto assurdo per me, soprattutto perché so di non aver fatto nulla e non avevo idea che alcuni farmaci potessero essere contaminati”.

Tutta la gioia di Iga Swiatek (foto Getty Images)

Tutta la gioia di Iga Swiatek (foto Getty Images)

All’inizio - come detto - tutta la faccenda è passata sotto silenzio. “Onestamente il primo periodo non è stato semplice: non ero in un buon momento. Stavo lottando per dimostrare la mia innocenza. Mi sono concentrata su me stessa, non sono andata sui social e non ho letto nulla perché le mie priorità eravamo io e il mio benessere. Il seguito è stato abbastanza complicato. Per il primo torneo abbiamo scelto di dire ‘motivi personali’ perché credevamo sinceramente che la sospensione sarebbe stata revocata presto. Fin dall'inizio è stato evidente che cosa era successo, perché il livello di questa sostanza nelle mie urine era così basso che doveva trattarsi per forza di contaminazione".

"Ma non avendo alcun controllo sulla decisione dell'ITIA, non potevamo nemmeno fare un piano logico. A parte il fatto di non poter giocare - ha aggiunto Swiatek - che era sicuramente la cosa peggiore, ero molto preoccupata anche di quello che avrebbe detto la gente: ho sempre lavorato duramente per essere un buon esempio, per mostrare la mia integrità, per mostrare un buon comportamento. Non avere alcun controllo su questo caso mi ha spaventato un po', ma nello spogliatoio le ragazze sono state fantastiche. Molte di loro sono venute da me e mi hanno chiesto: ‘Come possiamo evitarlo, c'è un modo per stare più attente?’ Sono preoccupate che possa succedere anche a loro”.

Swiatek in allenamento con coach Fissette (Getty Images)

Swiatek in allenamento con coach Fissette (Getty Images)

L’Australian Open sarà il primo Slam con coach Wim Fissette, arrivato in un momento difficile, al suo angolo: “Di sicuro è stato di grande sostegno e comprensione. Onestamente siamo andati avanti. Quando ho assunto Wim, sapevo già che sarei stato in grado di giocare normalmente. No, un momento, non lo sapevo. Scusate, la linea temporale si è un po' incasinata", ha detto una Swiatek un po’ in confusione.

"Ribadisco, quando ho assunto Wim non lo sapevo. Il suo supporto è stato davvero fantastico e straordinario…. Nonostante l’incertezza sul futuro è stato meraviglioso che lui abbia avuto fiducia in me e nel processo. È stato di grande sostegno. Penso che in generale sia una persona solidale, molto empatica anche senza questi problemi extra. Sento che sa cosa provo e non giudica. Mi aiuta e basta. Quindi è fantastico. Mi dispiace per la cronologia. Devo scriverla un giorno. Forse scriverò un libro o qualcosa del genere” (sorridendo).

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