

"Sfidare Jannik in questo momento - dice Ben - è il test più probante per ogni giocatore, la sfida più complessa. Ma non sono il tipo che si spaventa o che si mette paura: cercherò di dare il massimo come sempre"
06 luglio 2024
E così l'ottavo di finale atteso alla vigilia ci sarà. Jannik Sinner troverà dall'altra parte della rete Ben Shelton, capace di uscire indenne da tre maratone di 5 set. Tre incontri che hanno consegnato all'americano figlio d'arte una discreta dose di fiducia in se stesso.
“Posso dire che mi sento fiducioso nelle partite che vanno per le lunghe, quando arrivo al quinto set ho buone sensazioni e riesco ancora a esprimermi al meglio. Di fatto, più il match va avanti, meglio gioco. Un po' le stesse sensazioni di Alcaraz? Diciamo di sì”.
“Sono molto contento della relazione con mio padre. Con le nuove regole sul coaching parliamo molto durante il match e questo mi lascia tranquillo, perché lui mi aiuta a gestire le varie situazioni. Il servizio? Sto cercando di variare molto, anche perché sulla distanza del 3 su 5 non puoi sempre mettere alla prova il tuo braccio tirando al cento per cento. Tuttavia a volte spingo al massimo per mostrare al mio avversario che sono capace di farlo, che ho quest'arma da usare”.
Per Sinner c'è Shelton (con Roger spettatore ) - Le immagini
Con Roger Federer in tribuna per il match contro Shapovalov, Shelton ha guardato soprattutto al papà-coach Bryan, pure lui negli ottavi a Wimbledon negli anni 90.
“Qualche volta, papà vede che sto facendo la cosa giusta e ho solo bisogno di stare calmo per mettere in pratica i miei propositi. Altre volte invece ho bisogno che mi dia un'indicazione tattica per migliorare. Le cose in realtà erano più complicate al college, perché lui aveva altri 11 giocatori da seguire e io non potevo essere certo 'il favorito' solo perché ero il figlio. Entrando nel circuito, da professionista, le cose sono decisamente migliorate”.
“Cosa apprezzo dei 5 set? Tante cose. Soprattutto che sono un test per il fisico: devi essere in ottima forma per andare al set decisivo e vincere. Poi ci sono degli aggiustamenti che il tuo avversario fa in corsa, se sta perdendo, e bisogna adeguarsi cambiando il tipo di gioco. Per esempio, contro Shapovalov, lui a un certo punto ha cominciato a capire come rispondere, e io ho dovuto cambiare il servizio per non dargli sicurezze”.
L'erba è una superficie ancora da scoprire, ma siamo sulla buona strada. “Tutti mi dicono che l'erba potrebbe fare per me. Ok, ma fino a quando non ottengo risultati e non lo dimostro, sono soltanto parole. Rispetto allo scorso anno mi sento meglio, ma necessito ancora di tanti progressi. Sto cercando di adattarmi al meglio. Il fatto è che la stagione sul verde è corta, c'è poco tempo per lavorare sui dettagli. Per questo sono contento di poter andare avanti nel torneo, perché ogni partita è un insegnamento utile”.
Per un test più significativo, ecco pronto Jannik. “Sinner? Intanto, sarebbe stato meglio avere un day off, e non giocare i 5 set prima del match degli ottavi. In ogni caso, se dovesse andare di nuovo per le lunghe, mi sentirei pronto per essere competitivo. Sfidare Jannik in questo momento è il test più probante per ogni giocatore, la sfida più complessa. Ma non sono il tipo che si spaventa o che si mette paura: cercherò di dare il massimo come sempre, provando a capire come risolvere i problemi che si presenteranno”.
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