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Gojo e Stricker, i guastafeste contro Djokovic e Fritz, e… i propri eroi

Il croato e lo svizzero esplodono dalle qualificazioni con il loro potente gioco offensivo che li esalta a rete. A sorpresa negli ottavi sono sfavoriti, ma hanno una motivazione extra

di | 03 settembre 2023

La grinta di Borna Gojo (foto Getty Images)

I guastafeste del Tour hanno come segno distintivo una patria con avi tennistici ingombranti, da Goran Ivanisevic a Roger Federer, un servizio disarmante e fiammate offensive inarrestabili. Due di loro, il 25enne croato Borna Gojo e il 21enne svizzero Dominic Stricker sono ancora in pista oggi, agli US Open, negli ottavi contro pronostico al cospetto di Novak Djokovic e Taylor Fritz. Chiamate a far saltare il prevedibile remake fra il Cannibale e il Californiano.

SOUVENIR D’ITALIE
Gojo è entrato nella storia della Davis azzurra nel capitolo dei carneade-eroi di un giorno. Da appena 279 del mondo, nel 2021, sgambettò Sonego, favorendo il 2-1 dei croati in casa Italia, a Torino. Giocava solo Challenger, ma i coetanei lo conoscevano bene per gli acuti clamorosi come le cadute, la discontinuità, la flebile tenuta nervosa, le radici tennistiche nell’università americana di Wake Forest dov’è diventato un eroe del campionato NCAA con tre coccarde di All American. Specialista del veloce, poco propenso agli scambi lunghi, con troppi buchi neri nel repertorio, ma terrificante nella spinta da fondo e nella ricerca della soluzione a rete sui campi veloci. Talento vero, marcato non a caso Lotto, nella scuderia dell’occhio fino Veso Matijas. Talento che, negli anni, ha imparato a soffrire, irrobustendo i colpi, alla ricerca del tempo perduto che è ancora in bilico fra tornei Challenger (due finali perse quest’anno, una contro Arnaldi) e qualificazioni ATP. 

A New York le ha passate, infilando poi Dellien, McDonald e Vesely sempre in  3 soli set. Mai lo spalatino che sfiora i due metri era arrivato così lontano negli Slam, peraltro appena al terzo tabellone principale nei Majors, mai aveva avuto tanta continuità al servizio (contro Vesely il 91% di punti con la prima e 38 ace contro appena 2 doppi falli fra i soli 12 errori gratuiti).

Mai si era tinto i capelli color oro, come ha fatto stasera per una scommessa con coach Delic alla vigilia dei New York proprio per esorcizzare l’ingresso nei 100. Che ha appena ottenuto, garantendosi già quota 76.

Il diritto di Borna Gojo (foto Getty Images)

SFIDA IVANISEVIC
Gojo è cresciuto nel mito del vicino di casa di Spalato, Goran Ivanisevic, mitico re di un Wimbledon mriracoloso e indimenticabile, oggi coach proprio di Novak Djokovic che il guastafeste incrocia negli ottavi. E, da orgoglioso patriota che si esalta quando vede i colori croati, è particolarmente stimolato dalla doppia sfida.

Che definisce “un’affascinante opportunità”. Sognando di battere il campione di gomma serbo, a caccia dei 24 Slaam-record di Margaret Smith Court, per diventare un super-eroe, superiore, per un giorno del suo idolo. E in qualche modo di battere anche l’eroe di casa Croazia.

Tutta la gioia di Dominik Stricker (foto Getty Images)

MI MANDA ROGER
I colpi magici delle 5 vittorie consecutive di Federer a New York - l’ultimo a concedere il bis consecutivo nel Major della Grande Mela, riecheggiano continuamente nei video storici e lo faranno per sempre. Quest’anno c’è anche un suo erede, il mancino Dominic Stricker, che, grazie a qualche consiglio proprio del Magnifico, il suo idolo di sempre (“Mi ha dato qualche dritta sul servizio, ora funziona meglio”), sta cementando i colpi tennistici pesanti - naturali - della sua struttura possente con la professionalità che gli sta inculcando il nuovo coach, Dieter Kindlmann, già 130 ATP e sparring di Sharapova e Sabalenka.

“Riesco anche a star lontano dalla mia amata cioccolata, me la concedo solo come premio quando vinco una partita importante, e niente bevande gasate e zuccheri in generale”. I milanesi l’avevano già ammirato nella sua micidiale e irresistibile potenza alle Next Gen Finals di novembre, e avevano capito quanto dovesse però lavorare per tradurre a rete quella spinta naturale da fondo con l’uno-due servizio-dritto. “Finalmente sto diventando più aggressivo e completo la transizione in avanti, diventando più pericoloso perché cerco di chiudere il punto più in fretta possibile con la volée”, racconta oggi che, dopo essere emerso anche lui dalle qualificazioni, ha infilato Popyrin, Tsitsipas e Bonzi, con gli ultimi due match vinti in 5 set, per presentarsi al test con l’altro picchiatore Fritz. Un miracolo nel miracolo considerando che la sua partecipazione a New York era in forse dopo l’ennesimo problema fisico della vigilia, stavolta alla spalla.

Dominic Stricker colpisce di diritto (foto Getty Images)

FIDUCIA
“Battere un giocatore come Stefanos, numero 7 del mondo, rimontando da 3-5 al quarto set, mi ha dato un’enorme fiducia per arrivare per la prima volta così lontano in uno Slam”, riassume il campione del Roland Garros juoniores 2020 di singolare e doppio (in coppia con Cobolli). “Del resto, quando salvi un match point, come me nel secondo turno delle qualificazioni contro Llamas Ruiz, poi succedono strane storie…”.

Sempre col suo bel sorriso aperto e pacioso, di chi si diverte un mondo in quel che fa, quando apre l’albumn delle curiosità, racconta di essere super-tifoso di calcio, degli Young Boys, che ama la pesca d’altura (“Sogno un viaggio nei laghi in Ecuador, con amici che non soffrano il mal di mare…”), che è patito dell’NBA con cui si distrae nelle lunghe trasferte lontano da casa (ora sta nella deliziosa Biel, vicino Berna), che si reincarnerebbe volentieri nel suo dio tennistico, Roger. Altrimenti? “Vorrei essere un pesce, così potrei respirare sott’acqua”. 
Vediamo come riaffiora dalla sfida con Fritz.


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