Dopo il successo contro la n.1 Iga Swiatek, la ceca Linda Noskova racconta l’avvicinamento al match e la sua determinazione. “Se riesco a imporre il mio tennis posso giocarmela con tutte”. Alcaraz: “Quest’anno punto a mantenere lo stesso livello per tutta la stagione”. Medvedev: “In pace con me stesso”
20 gennaio 2024
Nel femminile è l’Australian Open delle sorprese. Insieme a una valanga di teste di serie è caduta prima degli ottavi anche la numero uno del mondo Iga Swiatek, battuta dalla ceca Linda Noskova, prima teenager a superare la regina della classifica a Melbourne da 25 anni a questa parte (Amelie Mauresmo contro Lindsay Davenport nel 1999). Una vittoria che ha sorpreso tutti, ma non la diretta interessata.
“Conosco il mio tennis – ha detto in conferenza stampa –, e so che nell’ultimo anno e mezzo sono cresciuta parecchio. Sono scesa in campo credendo di potercela fare, senza pensare di non aver nulla da perdere ma provando a trattare questa partita come tutte le altre. Avevo una gran voglia di vincere e sono onorata di esserci riuscita. So che quando riesco a imporre la mia aggressività posso giocarmela contro qualsiasi giocatrice. Non sempre riesco a esprimermi come vorrei, ma stasera, fin dal riscaldamento, mi sono sentita molto bene. Altre volte contro le giocatrici più forti non sono scesa in campo convinta al mille per cento di poter vincere, mentre stavolta sì. Ho sentito un po’ di tensione fin dal mattino, cosa che mi succede raramente. Ho capito che poteva essere un buon segnale”.
“Nell’ultimo anno e mezzo ho lavorato tanto sul mio servizio e sono migliorata nel modo di gestire le situazioni. Il mio gioco si basa sul tentativo di essere aggressiva ogni volta che ne ho la possibilità, quindi ho cercato di lavorare sulla precisione. In alcuni match, come quello di stasera, vinco molti punti quasi senza nemmeno accorgermene, senza un vero piano. Credo che continuare ad allenarmi e crescere ogni giorno, in questo momento, debba essere il mio obiettivo principale”.
CARLOS ALCARAZ
“Sin dall’inizio del match mi sono accorto che il mio avversario non era al massimo, non stava giocando al livello tenuto in questo avvio di stagione. Ho cercato di concentrarmi su mio tennis e ho fatto le cose giuste, anche se chiaramente Shang non era al meglio. Mi sarebbe piaciuto giocare un match migliore contro di lui, ma avremo altre occasioni in futuro. Un consiglio che gli posso dare? Non avere fretta, prendersi il giusto tempo per recuperare dall’infortunio e non pensare solo a tornare in campo il prima possibile”.
“Se devo dire come mi sento in questo momento, da 1 a 10 direi 7, 8. Sto migliorando ogni giorno e match dopo match mi sento sempre meglio, sia per come mi muovo in campo sia per come colpisco la palla. In più mi sto abituando a questo campo: non ci ho giocato molto. Sta andando tutto bene e mi auguro mi migliorare ancora”.
“A nessuno piace avanzare in questo modo, ma specialmente in un torneo del Grande Slam trascorrere meno ore in campo è positivo. So che Kecmanovic (il suo prossimo avversario, ndr) ha avuto degli incontri di cinque set, quindi il match rapido di oggi può essere un vantaggio per me. Ricordo la sfida contro di lui nel 2022 a Miami: un match incredibile da parte di entrambi. Mi aspetto una battaglia simile, lui nel corso del torneo ha battuto avversari di alto livello. Per avanzare ancora dovrò giocare il mio miglior tennis”.
“Dopo la vittoria del 2023 a Wimbledon il mio livello è un po’ calato e ho perso alcuni incontri che non avrei dovuto perdere, ma questo è il tennis. Un obiettivo per quest’anno è quello di riuscire a mantenere lo stesso livello lungo l’intero arco della stagione. Sono concentrato per provare a riproporre le cose buone fatte lo scorso anno, e migliorare invece quelle andate meno bene”.
VICTORIA AZARENKA
“Il fatto che sia una delle sole sei teste di serie arrivate agli ottavi non cambia il mio approccio nei confronti del torneo. Al quarto turno di un torneo del Grande Slam ci sono solo ottime giocatrici, gente che merita di essere ancora in corsa. Oggi il livello è davvero alto e sono numerose le giocatrici che, in giornata, possono vincere contro chiunque. Tutte possono essere pericolose. Magari alcune giocatrici mancano di continuità, ma non puoi sapere se contro di te l’avranno oppure no. Negli Slam non ci sono incontri facili, bisogna dare il cento per cento sin dal primo turno. Il fatto che molte teste di serie siano uscite è la prova che il livello medio è davvero elevato”.
“Mi piace cercare di comunicare le mie sensazioni e le mie emozioni a mio figlio Leo. Oggi lui pratica molti sport, e certe parole potranno tornargli utili, indipendentemente da quale deciderà di fare in futuro. È un aspetto molto importante, anche perché io quando ero una bambina non ho mai avuto nessuno che mi spiegasse certe cose. Voglio provare a trasmettergli un po’ della mia esperienza, a fargli capire come gestire certe situazioni ed emozioni. Da quando Leo è nato, non è che la mia versione precedente sia sparita, ma sicuramente oggi è molto lontana. Ho imparato cose nuove, ho cambiato le mie prospettive. Ciò che un tempo mi motivava, oggi non lo fa più. Ho vissuto una trasformazione personale, che continua tutt’ora”.
“Non mi piace paragonare l’attuale versione di me stessa a quella di magari una decina di anni fa. La gente da fuori lo fa molto di più di quanto lo faccia io stessa. Adoro la Victoria di oggi, e ho lavorato molto duramente per superare alcuni momenti della mia vita, maturare, imparare dai miei errori e da certe situazioni. Non vorrei assolutamente tornare indietro nel tempo. Credo di essere migliorata come giocatrice, indipendentemente dai risultati. Cerco di paragonare la me di oggi a quella del giorno prima: credo sia il modo ideale per capire dove posso crescere e come migliorare. Lo sto facendo ancora, costantemente. Sto provando a tirare fuori tutto il mio potenziale. Quando non sarà più così, vorrà dire che è arrivato il momento di voltare pagina. Ma fino a quando provo certe sensazioni, perché non continuare?”.
ARTHUR CAZAUX
“Sapevo di poter giocare a questi livelli, ma non l’avevo mai provato in partita. Dentro di me ne ero consapevole, ma l’averlo dimostrato al primo turno mi ha dato ancora più certezze. Adesso so di poter battere certi giocatori in un torneo così importante, e questo mi servirà. Tanti dei ragazzi che affrontavo da juniores oggi sono delle superstar: penso a Alcaraz, Sinner, Rune, anche Fils. Li conosco, è incredibile vedere cosa stanno facendo. Io ho avuto un percorso diverso: ho avuto tanti infortuni, ma ho comunque dato sempre il massimo. Sto andando per la mia strada, vedremo dove mi porterà”.
“Serve bene nonostante non sia un gigante? Credo sia stato importante praticare per tanti anni la pallamano, in età giovanile. Per sette anni ho fatto parte di una buona squadra, quindi sostanzialmente lanciavo palle ogni giorno. La mia spalla è molto sviluppata, e questo mi aiuta nel servizio. È sempre stato uno dei miei punti di forza, anche se penso di poter migliorare ancora”.
DANIIL MEDVEDEV
“In termini di movimenti non mi sono sentito benissimo, ma è normale. Il mio corpo non era al 100% dopo la partita di due giorni fa. Ma sono felice di come ho giocato e convinto che avrò il tempo necessario per recuperare al meglio in vista del prossimo incontro”.
“Sarebbe bello vincere tutti i match in tre set, ma non sempre va così. Di certo, credo che non vedremo mai un giocatore vincere uno Slam giocando sette partite di cinque set. Fisicamente e mentalmente sarebbe troppo difficile. Ma quando ti trovi sotto di due set, devi comunque cercare un modo per vincere”.
“In generale, credo di essere una persona felice, ultimamente ancora di più. Sono in pace con me stesso: so cosa devo fare nella mia vita, per me e la mia famiglia. Ho i miei obiettivi e lavoro per raggiungerli. Capiterà altre volte di sentirmi un po’ perso, nel tennis succede perché è un gioco di alti e bassi. Ma al momento sto molto bene con me stesso”.
“Rispetto alla mia prima sfida contro Djokovic sono maturato tanto. Sapere che già nel 2017 ero riuscito a tenergli testa è piacevole, anche perché al tempo avevo un approccio nei confronti del tennis così così. Non curavo l’alimentazione, mangiavo fast food prima degli incontri, credevo non fosse importante. Infatti dopo quel match accusai dei crampi, non riuscendo a muovermi per tre ore. Pensavo fosse importante solo colpire bene il diritto o il rovescio. Oggi ho capito che tanti dettagli contano. Ricordo che all’epoca di quella sfida, dopo un allenamento insieme, Djokovic mi offrì di viaggiare con lui per recarci insieme all’evento (si giocava a Nis, in Serbia). Inizialmente rifiutai, sono un po’ timido. Ma dopo un’ora andai a chiedergli se potessi cambiare risposta. La gente deve sapere come è davvero Novak: in campo può essere duro, come tutti, ma fuori no. Oggi sono numero 3 del mondo e suo rivale, mentre quando l’ho conosciuto ero numero 400. Il trattamento che mi riserva fuori dal campo non è cambiato affatto. È un aspetto di lui che mi piace moltissimo”.