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Storia e curiosità della Daphne Akhurst Memorial Cup e della Norman Brookes Challenge Cup, i trofei messi in palio nel primo Slam dell’anno
di Francesca Paoletti, da Melbourne | 26 gennaio 2024
Daph è slanciata, è elegante; sembra un sontuoso ‘cigno’ d’argento. Norm è robusto, è regale; è un omaggio all’arte romana. Daph e Norm, come li chiamano amichevolmente gli australiani, sono gli oggetti più desiderati degli Australian Open, i trofei che sabato 27 e domenica 28 gennaio 2024 cambieranno per sempre la carriera di chi avrà il privilegio di abbracciarli.
La Daphne Akhurst Memorial Cup e la Norman Brookes Challenge Cup sono le prime due perle della prestigiosa collana Slam; riposti per 11 mesi nella bacheca blindata della Federazione australiana, e dopo un tour che nei primi giorni dell’anno li porta in posa davanti ai posti più iconici dello Stato di Victoria -davanti alla magnificenza dei 12 Apostoli, lungo la Great Ocean Road, sulle rive dello Yarra o davanti ai pinguini che sfilano ogni giorno a Phillip Island - , i trofei osservano pazienti per due settimane le vicende del torneo prima di fare il loro ingresso trionfale sulla 'Rod Laver Arena' per l'ultima scena.
I loro nomi sono entrati nel linguaggio comune degli appassionati di tennis, anche se non tutti conoscono le curiosità e le storie toccanti e appassionate delle due leggende down under a cui sono intitolati.
Campionessa degli anni ’20, Daphne Akhurst è la terza donna australiana più vincente di sempre in questo torneo (alle sole spalle di Margareth Smith Court e Nancye Mynne Bolton).
Con grazia e personalità in pochi anni è riuscita a lasciare una impronta indelebile nella storia di questo torneo e, più in generale, nella storia del tennis australiano. Classe 1903, ha vinto cinque edizioni dei campionati australiani in singolare (1925, 1926, 1928, 1929 e 1930), cinque in doppio e quattro in doppio misto.
E’ stata la prima tennista aussie in Top 10, riuscendo -per le classifiche dell’epoca- ad ottenere un best ranking numero 3. Scomparsa nel 1933 a soli 29 anni, rimarrà per sempre nella storia e nelle foto più iconiche di questo sport grazie a quel ‘gioiello’ di grazia e potenza che porta il suo nome.
Il trofeo maschile, una riproduzione in argento del ‘Vaso di Warwick’ (antico vaso romano noto anche come ‘Vaso di Adriano’, ritrovato nel 1771 tra le rovine della villa a Tivoli, ndr), porta il nome di Norman Brookes. Nato a St. Kilda (Melbourne) nel 1877, ‘il mago’ è stato un pioniere del tennis australiano, nei panni di giocatore prima e dirigente poi.
Elegante, mancino, dallo stile moderno, è nella storia di questo sport per aver vinto - primo non britannico a riuscirci- il torneo di Wimbledon (nel 1907 e nel 1914). Ha guidato la sua nazionale in cinque trionfi in Coppa Davis e nello Slam di casa ha trionfato nel 1911 in singolare e nel 1924 in doppio.
Le idee ambiziose e innovative, portate sempre avanti con lungimiranza e fermezza nei 29 anni alla guida della Federazione australiana, gli hanno permesso di lasciare una profonda impronta nella storia del tennis aussie… motivo per cui il paese lo ha voluto celebrare con la nomina a Sir, e il suo sport con l’onore di dare il nome al trofeo più prestigioso.
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