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Benedetta gioventù. Korda fa autocritica: “Io favorito a Wimbledon? Ma dai!”

Il promettente figlio dell’ex numero 2 del mondo Petr campione degli Australian Open, ringalluzzito dalla preparazione fisica, si era candidato fra i vincitori del torneo, ma ha perso subito con Vesely…

di | 06 luglio 2023

Un primo piano di Sebastian Korda (foto Getty Images)

Sebastian Korda è una delle attese ancora in bilico del tennis mondiale. Dopo il titolo juniores agli Australian Open 2018 e la finale dei NextGen di Milano contro Alcaraz di due anni fa. Alto quasi due metri e leggero come papà Petr, doveva per forza accusare un violento contraccolpo nell’impatto con l’esasperata fisicità del professionismo, e ancor più col secondo livello del gioco, cioé contro da top 20  (oggi è 25) e dei tornei più importanti, e quindi più lunghi e sfibranti.

Dopo qualche stop s’è ripresentato ai nastri di partenza di Wimbledon - proprio lì dove il tennista più famoso della famiglia era scivolato nella trappola doping per recuperare più in fretta dopo un infortunio - e, forte del quarto turno ai Championships 2021, ha annunciato: “Il mio fondoschiena è un più grande, ma sono anche 7 chili più pesante, senza per questo aver perso velocità, anzi, mi sento molto più rapido in campo, e sono più in forma che mai. Sull’erba, mi considero uno dei giocatori di punta: ho il gioco giusto, è solo questione di acquisire esperienze sul campo, ci sono tanti altri giocatori forti e di sicuro il tabellone è duro, ma credo proprio che farò un gran torneo. Aggressive come sono, per come amo andare a rete e le buone mani che ho, sento davvero di essere uno dei favoriti in questo torneo”. Peccato che al primo ostacolo, è inciampato nell’ex grande promessa Jiri Vesely, arrendendosi in 4 set.

MACCHINA - Seb ha l’entusiasmo e l’incoscienza dei suoi 22 anni, e in più la fiducia del preparatore atletico Vip, Jez Green, già famoso come mago della resistenza che ha cambiato la vita (e la carriera) di Andy Murray: “Ho lavorato davvero sodo sulla mia condizione fisica. Tutti i giorni dalle 8 del mattino alle 7 di sera, studiando per bene come fare il recupero dopo quegli sforzi che poi si ripropongono in partita. Abbiamo approfondito tutto per rendermi più facile la vita sul Tour e abbiamo pianificato dove posso arrivare nel prossimo futuro”. 

Il rovescio di Sebastian Korda (foto Getty Images)

L’altra grande preoccupazione di Korda sono gli infortuni che patisce sin da junior. L’anno scorso ha avuto problemi alle tibie e a un piede e ha dovuto saltare proprio Wimbledon, quest’anno s’è infortunato ai tendini del polso subito dopo i quarti agli Australian Open.

“Jazz ha lavorato anche con Zverev, un altro alto e filiforme come me e quindi sa bene come intervenire per potenziare il fisico e renderlo più stabile. Oggi sono molto più fiducioso e forte dentro”.

Un recupero in allungo di Sebastian Korda (foto Getty Images)

SOGNO LENDL - Seb ha assoldato anche l’ex fisioterapista di Murray, Mark Bender, scherzando, ma non troppo: “Sono pronto anche a prendere Ivan come allenatore, per completare il team Murray”. In realtà il suo angelo custode, insieme a papà, è Radek Stepanek, un altro ex pro ceco di qualità, sia pure inferiore al grande “Cannibale”. Che sia Korda padre che figlio hanno tentato inutilmente di convincere ad aggregare come super-coach. Ma Ivan Drago aveva già detto di no al ben più qualificato Tomas Berdych perché evidentemente non vuole impelagarsi con connazionali, peggio ancora con amici.

Per cui, in attesa dei risultati del grande lavoro fisico fatto, dopo lo schiaffo con Vesely, Korda jr ha già fatto autocritica: “Ho imparato di prendermi qualche minuto dopo il match per rimettere insieme le idee e rilassarmi un attimo. Sono andato un po’ più avanti di me stesso. Non so proprio come mi siano venute fuori quelle cose”. E così ancora una volta rimette via le grandi ambizioni del mondo ceco di papà e mamma ex pro, e del mondo Usa, dov’è nato e cresciuto, in Florida. Due mondi che lo schiacciano di aspettative sono troppi.

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