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Carlitos ambizioso: "Obiettivo Big 3". Djokovic onesto: "Lui superiore"

Lo spagnolo ammette di puntare ai 'big guys' ma di non sapere quale sarà il suo limite. Mentre Novak Djokovic ammette di non avere avuto chance: "Mi ha dominato, mai visto servire così bene. Ha fatto tutto meglio di me"

14 luglio 2024

Al termine della finale più semplice tra quelle giocate negli Slam, Carlos Alcaraz non perde l'umiltà che lo contraddistingue. Resta di poche parole, lo spagnolo, ma tutto sommato si lascia andare a considerazioni importanti. Sempre con lo sguardo rivolto al futuro.

CARLOS ALCARAZ

“Ho letto le statistiche, che dicono che sono il più giovane a vincere questo e quello. Ma il mio obiettivo è un altro, è arrivare a fine carriera e trovarmi a livello dei 'big guys' (li chiama così, probabilmente riferendosi ai Big 3, ndr). Avere 4 Slam a 21 anni è straordinario ma io devo continuare a spingere sull'acceleratore”.

“Adesso posso dire di essere orgoglioso di ciò che abbiamo fatto col mio team. Non so quale sarà il mio limite: non so se a fine carriera avrò vinto 15, 25 o 30 Slam, oppure solo 4. Vedremo. Quello che voglio è continuare a divertirmi”

“Per me vincere qui era un sogno, quando ero piccolo era il mio obiettivo e aver vinto due volte è incredibile. È il più bel torneo e il più bel campo del mondo. Tre match-point? Djokovic è un fighter, sapevo che avrebbe avuto altre chance, che non si sarebbe arreso. È stato difficile, ma cercavo di stare calmo, positivo. Ho provato a giocare il mio miglior tennis, alla fine ho trovato la soluzione, e ho giocato un gran tie-break. Lui onestamente non ha giocato al meglio, soprattutto nei primi due set ha commesso tanti errori”.

Lo strapotere di Alcaraz in immagini

Carlos, con questo trionfo, è entrato in una cerchia ristretta di campioni capaci di vincere nello stesso anno Parigi e Wimbledon. “Roland Garros e Wimbledon? Crederci, lottare, questo è il segreto. Per me è un onore essere parte di questa cerchia ristretta. Non mi considero ancora un campione come loro, ma continuo nel mio cammino per fare ancora meglio”.

Poi, tornando sul match: “Complimenti a Novak per il lavoro straordinario dopo l'operazione. Ne parlavo con il mio team, è incredibile cosa hanno fatto appena poche settimane dopo l'intervento. Per me lui rimane sempre un Superman”. 

Infine, parole al miele anche per Sinner. “Jannik? Bello essere lì con lui in vetta a giocarci i grandi titoli e le prime posizioni nel ranking. Abbiamo 21 e 22 anni, è bello vedere questo ricambio al vertice e con lui ci divertiremo a lungo nei prossimi anni”.

NOVAK DJOKOVIC

Più loquace dello spagnolo, come sempre, Novak Djokovic, perfettamente lucido nell'analisi post match e molto onesto con se stesso. 

“Carlos era troppo caldo oggi... Non è il risultato che volevo, soprattutto nei primi due set non sono stato all'altezza, ma il merito è suo per avere giocato un tennis completo e continuo. Ho provato a spingere un po' oltre il match, salvando i 3 match-point, ma lui ha meritato, non potevo fare di più”.

“Onestamente, non credo che stavolta avrei potuto fare più di così. Mi ha dominato in ogni settore. E non l'ho mai visto servire così bene, in questo torneo o in altri. Non mi ha permesso di rispondere e non mi ha permesso di entrare nel match, magari di coinvolgere un po' il pubblico, come stavo cercando di fare alla fine”.

Il sapore è amaro, come sempre quando si perde. "Ma posso dire di aver perso dal giocatore senza dubbio migliore del torneo. E se qualche settimana fa mi avessero detto che avrei giocato la finale, nelle condizioni in cui ero, sarei comunque stato soddisfatto. Poi certo, io sono ipercritico con me stesso e posso sempre cercare di trovare i dettagli da migliorare. Ma stavolta francamente non sarebbe cambianto niente”.

Il primo game così lungo ha impresso il tono alla partita. "E lui ha fatto capire fin da subito quanto era pronto. Per quanto mi riguarda, cercherò di farmi trovare in forma per le Olimpiadi, anche se saranno su una superficie così diversa, quella sulla quale mi sono infortunato al Roland Garros. Non mi metto limitazioni, in termini di risultati o di carriera. Non penso a nessuna data limite”.

“Durante il torneo ci sono state partite in cui mi sono sentito meglio, altre in cui ho fatto fatica. Ma a dirla tutta in finale mi sentivo sempre un passo dietro di lui, questa è la verità e non si può nascondere. Mi sento in forma? Diciamo che il percorso di avvicinamento a Wimbledon è stato complesso, l'operazione al ginocchio ha ovviamente disturbato e ci ha obbligato a cambiare i piani, impostando una preparazione ibrida, tra tecnica e riabilitazione”.


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