
A Roberta Vinci sono bastati appena una manciata di tornei del World Padel Tour per vincere la prima partita nel Cuadro Final e raggiungere la top-100. Un risultato figlio di esperienza e talento, ma anche di un approccio umile a una disciplina nella quale ha ancora molto da imparare. “Gioco per divertirmi – dice – e non mi pongo alcun obiettivo”
di Marco Caldara | 26 aprile 2022
Il suo debutto ufficiale nel mondo del padel risale ad appena una decina di mesi fa, nell’Open piemontese del Villaforte Tennis vinto con Camilla Scala, ma a Roberta Vinci è bastato pochissimo per diventare una big. Ha scalato in un amen le gerarchie tricolori della pala, poi ha deciso di fare un tentativo nel World Padel Tour e anche a livello internazionale ha lasciato subito il segno. Nel primo torneo giocato con Giulia Sussarello ha conquistato subito il Cuadro Final, e nel quinto le due hanno fatto ancora meglio, arrivando agli ottavi ad Alicante e poi strappando un set a due avversarie di altissimo livello come Delfi Brea e Tamara Icardo, coppia numero 4 del mondo.
Un risultato che ha dato all’azzurra le conferme che cercava quando ha deciso di intraprendere il nuovo percorso, e non poteva non attirare l’attenzione dello stesso World Padel Tour, che ha dedicato all’ex numero 7 del ranking WTA un’intervista sul proprio canale YouTube, intitolata “La nuova vita di Roberta Vinci”.
“Sono molto contenta di questa esperienza – ha raccontato la tarantina –, perché competere mi piace molto ed è come se fossi tornata indietro di dieci anni. Anche se in uno sport diverso, vivo di nuovo la mia vita di prima: i tornei, la players lounge, l’hotel delle giocatrici, ristorante, campi di allenamento e via dicendo”. Una routine da giocatrice professionista che aveva abbandonato nel 2018 al Foro Italico dopo una carriera ricca di soddisfazioni, ma ha ritrovato quattro anni dopo, con una racchetta diversa ma lo stesso talento di sempre, che le ha permesso di bruciare le tappe.
Come accennato, anche se i risultati sono già di altissimo livello, nel padel la Vinci è ancora in fase di apprendimento, con tutte le difficoltà del caso. “Ho un approccio molto umile – ha continuato –, perché all’inizio per me è stato molto difficile adattarmi a questo nuovo sport, e lo è ancora oggi. Non sono una padelista a tutti gli effetti, perché il mio approccio è ancora tennistico e continuo ad avere tanto da imparare. Mi capita ancora di trovarmi in campo nella posizione sbagliata, e con le pareti faccio ancora fatica. Nella fase offensiva, quando scendiamo a rete, mi sento a mio agio, mentre da dietro ho qualche difficoltà in più. Ma a poco a poco sto imparando, confrontandomi molto con la mia compagna e con il mio allenatore”.
La pugliese non è la prima ex tennista di alto livello a tentare con successo la strada del padel. È molto famoso il caso di Marta Marrero, che nel 2000 arrivò ai quarti al Roland Garros ad appena 17 anni, ma poi si dovette fermare per un grave infortunio e decise di cambiare sport, diventando una delle padeliste più vincenti di tutti i tempi. “Abbiamo la stessa età – ha detto ancora la Vinci –, ma lei è una campionessa di questo sport. A tennis ci siamo affrontate spesso, Marta giocava molto bene. Chi ha vinto di più? Non lo so, sono passati troppi anni”. Viene in soccorso il sito ITF, che parla di due precedenti da professioniste (e uno da under 18) tutti vinti dalla giocatrice delle Canarie, anche se poi la carriera tennistica di Robertina è stata di ben altro livello.
Venendo da uno degli sport storicamente più attenti alla parità di genere, la Vinci ha detto la sua anche sulla grande novità del 2022 del World Padel Tour, che ha equiparato quello degli uomini il prize money dei tabelloni femminili, in passato sempre inferiori. “Mi sembra una cosa normale – ha spiegato –, perché pratichiamo lo stesso sport e non vedo perché i compensi dovrebbero essere differenti fra uomini e donne. È importante garantire la parità nei montepremi, come è importante offrire dei premi sempre più alti e giocatori e giocatrici”. Un passaggio, quest’ultimo, che diventerà fondamentale per allargare la fetta di atleti professionisti, in un padel sempre più internazionale.
Lo dimostra il calendario del World Padel Tour, pronto fra maggio e giugno a far tappa da Belgio, Danimarca, Austria e Francia, con il duo Vinci-Sussarello sempre presente. Ma prima per le due azzurre c’è il Challenger di Albacete, dove fra martedì e mercoledì andranno a caccia di un posto nel Cuadro Final, e di altri punti per scalare la classifica mondiale, nella quale la Vinci occupa già la posizione numero 86. “Ma il mio obiettivo – precisa – è solo quello di giocare e provare a vincere il maggiore numero di incontri possibile. Non voglio pormi obiettivi di classifica: 20, 30 o 50 non fa differenza. Ho 39 anni, quindi non credo di poter arrivare chissà dove. Ma a poco a poco ci provo, con tanta voglia di divertirmi”.
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