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Un mese di Premier Padel... su SuperTennis: i primi temi dell’anno nuovo

Nei primi 4 tornei della nuova stagione, il circuito Premier Padel ha già offerto tanti spunti interessanti. Dal ritrovato dominio di Coello/Tapia a un circuito femminile che sembra più aperto. E poi Lebron che divide il pubblico, le difficoltà di Belasteguin e i tornei in location splendide (che aiutano la promozione) del padel

di | 05 aprile 2024

I primi 4 tornei del calendario Premier Padel, prima in medio oriente (Riyadh e Doha) e poi in America (Acapulco e Puerto Cabello) hanno già fornito indicazioni preziose sul genere di stagione che vivremo, in attesa del primo assaggio di Europa con due P2 ad aprile in altrettante location affascinanti quali il Tour & Taxis di Bruxelles e lo Stadio Olimpico de la Cartuja di Siviglia. Ecco i cinque temi più interessanti.

COELLO E TAPIA DI UN ALTRO LIVELLO

Lo erano già stati nel 2023, lo sono di nuovo quest’anno. In quattro tornei hanno conquistato tre titoli e perso una finale, contro Galan/Lebron, al termine di una maratona. Lo scorso anno avevano tirato il fiato nell’ultima fetta di stagione, lasciando un po’ di spazio anche alle altre coppie, ma quello che poteva sembrare un campanello d’allarme è sparito nei primi appuntamenti dell’anno nuovo. Coello e Tapia riescono a giocare (ancora) a un ritmo insostenibile per tutti, hanno una fame enorme di vittorie e in un anno e spiccioli sono già a quota 18 (!) titoli in coppia, 7 considerando il solo circuito Premier Padel. Numeri degni delle coppie più forti di tutti i tempi. L’unico neo è non trovare Tapia appaiato al compagno in testa al ranking mondiale, perché paga ancora i troppi tornei del nuovo circuito saltati nella stagione inaugurale 2022. Ma presto lo raggiungerà e se lo merita. Di certo, spodestarli da lassù sarà davvero difficile, specialmente ora che la principale (unica?) coppia di veri antagonisti si è sciolta.

SOLI TRE TORNEI PER MIGLIORARE IL 2023

Il trionfo ad Acapulco di Claudia Jensen e Jessica Castello è passato in secondo piano perché nello stesso giorno si è giocata l’ultima partita insieme di Ale Galan e Juan Lebron, in una finale che si annunciava supersonica (ma non è stata tale) contro Coello/Tapia. Ma la vittoria in Messico dell’italo-argentina e della spagnola, di nuovo insieme dopo che in avvio di 2023 si erano mostrate molto competitive, è una buonissima notizia per il movimento femminile. Sono bastati tre tornei per vedere conquistare un titolo a una coppia diversa dalle solite, come lo scorso anno non era mai successo in qualcosa come 26 appuntamenti, fra Premier Padel e World Padel Tour. La crescita del numero di giocatrici in grado di lottare per i trofei non può che far piacere, perché rende il circuito più avvincente. E poi Jensen e Castello giocano un gran bene, tanto che la prima è già arrivata nella top-10 ad appena 18 anni. Roba per pochissime.

LEBRON DIVISIVO: SI AMA O SI ODIA

Tutti gli sport hanno almeno un personaggio che non lascia indifferenti. O lo si adora, o lo si odia (sportivamente parlando). Nel padel il giocatore che divide a metà gli spettatori è Juan Lebron: c’è chi lo stima senza se e senza ma, e non vede l’ora di rivederlo a fianco di Paquito Navarro, fregandosene se a volte va decisamente sopra le righe. E c’è chi invece non sopporta più i suoi atteggiamenti e continua a invocare una sanzione che a un mese esatto dal fattaccio di Doha non è ancora arrivata. I colleghi sembrano schierati nella seconda frangia, ma non tutti. Da segnalare un pensiero di Francisco “Xisco” Gil: “non so se i modi siano stati corretti – ha scritto su Instagram il numero 24 del ranking FIP – ma Juan ha fatto ciò che ha sentito. Abbiamo bisogno di più persone così, persone reali che non recitano, ma vivono al cento per cento”. Un prezioso attestato di stima. Oltre che una critica nemmeno così velata ad altri colleghi.

PADEL IN RIVA AL MARE (E NON SOLO)

Il torneo di Puerto Cabello non è stato dei più fortunati di sempre, prima per l’intossicazione alimentare che ha messo k.o. una lunga serie di giocatori e poi per l’interruzione per pioggia durante la finale maschile. Ma va riconosciuto a Premier Padel il merito di lavorare per portare il circuito in location sempre più affascinanti, perfette per promuovere la disciplina anche fra i non aficionados. In Venezuela si è giocato in riva al mare, in un clima di festa che ben si sposa col padel, e c’è da scommettere che la relativa facilità nell’installare un buon campo centrale (almeno se paragonata al cugino tennis, per fare un esempio) ci regalerà altri palcoscenici di rilievo. C’è ancora da lavorare sul numero di spettatori, che nei primi appuntamenti stagionali non è stato all’altezza delle aspettative, ma anche questo fa parte del gioco e della scommessa di internazionalizzare sempre di più la disciplina. Un lavoro che richiede tempo.

ALLA RICERCA DI… BELA

Per rendere l’idea dell’impatto avuto da Fernando Belasteguin su questo avvio di stagione basta cercare una sua immagine nelle gallery di Premier Padel: nei primi 4 tornei sono state pubblicate circa 800 foto e il “Boss” compare in… due. Ergo, davanti agli obiettivi dei fotografi il giocatore più importante per la storia del padel si è visto pochissimo, perché fra Riyadh, Doha e Acapulco ha vinto una partita in tutto, mentre a Puerto Cabello ha rinunciato dopo aver deciso di compere la partnership – appena nata – con Lucho Capra. È bastato poco per capire che fra i due non funzionava, così la leggenda ha deciso si spostarsi a destra per lasciare il rovescio a Juan Tello, uno dei giocatori più aggressivi del circuito. Insieme al “gato” dovrebbe migliorare il rendimento generale, per vivere un’ultima stagione da professionista almeno sufficiente. Se la merita lui come se la meritano gli appassionati, che non possono accettare di vederlo salutare così.

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