
Chiudi
Chi l’ha detto che i professionisti del padel preferiscono necessariamente le pale più potenti presenti sul mercato? L’analisi delle forme delle racchette utilizzate dai big racconta una storia diversa: fra i primi 30 giocatori del ranking mondiale FIP, nemmeno la metà utilizza una pala a diamante
di Marco Caldara | 30 marzo 2024
Ogni giocatore di padel ha imparato a conoscere le differenze fra una pala dalla forma a diamante, una dalla forma a goccia (ibrida) e una dalla forma rotonda, caratteristiche che – anche se non esiste una scienza esatta – generalmente influiscono sul bilanciamento delle racchette e sull’ampiezza del punto dolce, rende una racchetta più o meno potente, più o meno adatta al controllo, più o meno maneggevole.
Tuttavia, è abitudine pensare che le pale in grado di fornire le migliori prestazioni siano quelle dalla forma a diamante, che spiccano per la potenza in grado di garantire, a scapito di un tantino di maneggevolezza. Se così fosse, la stragrande maggioranza dei professionisti del circuito Premier Padel punterebbe su quelle, e invece un’analisi delle pale impugnate dai primi 30 giocatori del ranking FIP racconta una storia diversa.
Fra questi, il numero di coloro che utilizzano una pala a diamante è inferiore al cinquanta per cento: 14 su 30. 11 i giocatori a scegliere una pala dalla forma a lacrima, soluzione a metà fra le altre due; 5 quelli ad affidarsi a una racchetta tonda. Numeri che più di ogni altro dato dimostrano come in realtà non esista una forma migliore e una peggiore, nemmeno per i professionisti. Semplicemente, ogni giocatore si muove a seconda delle proprie esigenze.
Il primo dato che emerge è che fra i top-10 della classifica mondiale le scelte siano equamente divise fra racchette a diamante e racchette ibride. Arturo Coello, Ale Galan, Juan Lebron, Martin Di Nenno e Paquito Navarro puntano sulle prime; Agustin Tapia, Franco Stupaczuk, Federico Chingotto, Fernando Belasteguin e Sanyo Gutierrez sulle seconde.
Vale lo stesso per la posizione: non sta scritto da nessuna parte (e i dati lo confermano) che un giocatore di sinistra debba sentirsi più indirizzato verso racchette a diamante, così come che un giocatore di destra debba orientarsi verso telai ibridi/tondi. Anche in questo caso la prova è data dai fenomeni: fra i 14 utilizzatori di racchette dalla forma a diamante ci sono cinque giocatori di destra, e se si stringe il raggio di analisi al top-10 si scopre che dei cinque solo due giocano nel “reves”, Ale Galan e Paquito Navarro. Non basta? A utilizzare una racchetta a diamante c’è pure Martin Di Nenno, emblema del tipico giocatore di destra. E pure Federico Chingotto, altro dalle caratteristiche simili al “rengo”, è passato negli ultimi anni da una pala tonda a una ibrida, alla ricerca di quel quid in più in fase offensiva.
Detto ciò, fra i 14 utilizzatori di racchette a diamante il bilancio rimane di 9-5 in favore dei giocatori di sinistra, mentre nelle altre due categorie è di conseguenza la destra prendere il sopravvento. Sempre fra i top-30, a utilizzare pale dalla forma ibrida sono 6 giocatori di destra e 5 di sinistra (dato prossimo al 7-4, con l’imminente passaggio nel “drive” di Fernando Belasteguin), mentre fra i cinque giocatori che scelgono una pala rotonda i giocatori di destra sono 4, col solo Momo Gonzalez a occupare il “reves”.