Nel torneo che ha visto Claudia Fernandez diventare la più giovane di sempre a vincere un titolo nel circuito maggiore, la coppia Llaguno/Sainz, quasi 80 anni in due, ha raggiunto la sua prima finale. Una dimostrazione di come, in un padel sempre più fisico e veloce, l’intelligenza tattica può funzionare ancora
09 giugno 2024
“Il padel? Negli ultimi 5 anni è cambiato tantissimo, ma noi abbiamo saputo resistere e stupire. Lo faremo ancora”. Così diceva Patty Llaguno qualche settimana fa e aveva perfettamente ragione. Già, perché anche se lei e la compagna Lucia Sainz fanno quasi 80 anni in due, il meglio della loro carriere è passato e il gioco continua a evolversi, le spagnole riescono ancora a togliersi tantissime soddisfazioni.
Reduci dalla finale persa nel P1 di Santiago del Cile, contro Gemma Triay e quella Claudia Fernandez che nello stesso torneo è diventata la più giovane di sempre a vincere un titolo nel circuito maggiore, Lucia Sainz e Patty Llaguno continuano a guardare con ottimismo al futuro, visto che il ritiro non è un’opzione nel breve periodo. E così, senza avere le accelerazioni dall’alto di Bea Gonzalez e Gemma, sprovviste della freschezza atletica di Delfi Brea e della fantasia infinita di Ari Sanchez, Patty e Lucia si stanno comunque ritagliando uno spazio da protagoniste.
In ogni torneo arrivano come minimo ai quarti di finale e lo sanno fare grazie all’esperienza. Ne è servita molta a Santiago per battere in semifinale le giovanissime Ustero e Alonso, le quali hanno capito a proprio spese che nel padel la carta d'identità può essere soltanto un numero. E ora, che in questo 2024 sono tornate in finale, Lucia e Patty vogliono provare a vincere un torneo Premier Padel, qualcosa che manca al curriculum di queste straordinarie giocatrici.
Il curriculum di Lucia Sainz, che a ottobre farà 40 anni, racconta di una carriera enorme. E lei, che sogna di giocare alle Olimpiadi, è stata la numero 1 del mondo proprio al fianco di Gemma Triay, grazie a una collaborazione nata nel 2016. L’exploit, rapidissimo e indimenticabile, le ha portate subito a vincere il Campionato spagnolo assoluto, a diventare campionesse del mondo con la nazionale, a posizionarsi seconde nella classifica del mondiale di coppia, a giocare le prime finali nel circuito.
Soltanto l’inizio di un’ascesa con Pablo Aymà in panchina e perfezionata negli anni successivi da Rodri Ovide. Il numero 1 del ranking, arrivato per un breve periodo nel 2018, non è durato quanto si sperava, ma è nei primi mesi del post pandemia che Lucia e Gemma sono riuscite a riaffermarsi, tornando sul tetto del ranking prima della separazione – con un totale di 12 titoli vinti in coppia – che avrebbe portato Gemma a dominare il mondo anche con Alejandra Salazar.
E pensare che prima Lucia era un giocatrice di sinistra: è stata la partnership con Gemma a trasformare il suo ruolo sul campo. E anche con Patty Llaguno è rimasta a destra. La “ragazzina” della coppia, che ha compiuto 39 anni a febbraio, è stata (ed è ancora) una giocatrice di altissimo livello. Compagna per un breve periodo anche della nostra Carolina Orsi, Patty è stata la prima giocatrice nella storia a vincere il Master finale del vecchio World Padel Tour, nel 2013 in coppia con Eli Amatriain, insieme alla quale si è anche aggiudicata il mondiale a coppie nel 2014. Insieme ad Eli, Patty ha diviso il campo per quasi 9 anni, toccando il tetto del ranking.
Giocatrice di sinistra atipica per i canoni del padel moderno, Patty è una grande alchimista, sempre in grado di fare la scelta giusta a livello tattico. E in un padel dove il fisico è diventato essenziale, c’è l’eccezione che conferma la regola. A volte l’intelligenza fa ancora la differenza: è il caso di Sainz e Llaguno.