Alla prima nel padel Roberta Vinci fa centro, imponendosi insieme a Camilla Scala nell’Open del Villaforte Tennis, in Piemonte. La tarantina non si sbilancia, ma lascia intravedere l'intenzione di competere sempre di più. Il coach: “Se continua ad allenarsi così può fare grandissime cose”
di Marco Caldara | 28 giugno 2021
La vittoria ce l’ha persino nel cognome, e Roberta Vinci ha impiegato ben poco a trasferirla dal tennis al padel. Precisamente un solo torneo, il primo della sua nuova avventura nel mondo della pala, subito inaugurata con un titolo. La tarantina, ex numero 7 della classifica Wta di singolare e numero 1 in doppio (con 5 Slam nel palmarès), si è aggiudicata il torneo Open del Villaforte Tennis di San Salvatore Monferrato (provincia di Alessandria), dominando il tabellone in coppia con l’imolese Camilla Scala. Una partnership azzeccata seppur nata così per caso, con qualche messaggio scambiato nella chat di Instagram, tanto che prima del torneo le due avevano avuto modo di giocare insieme una sola volta.
Ma si completano bene: Roberta disegna il gioco da destra, Camilla accelera più che volentieri da sinistra e il feeling è arrivato in fretta. Nel loro cammino Vinci e Scala hanno vinto sempre senza particolari difficoltà, battendo nei quarti di finale Valentina Azzali e Clarissa Aima (6-3 6-3), in semifinale Francesca Campigotto e Marianna Leo (6-3 6-3) e in finale Manuela Savini e Annalisa Bona, superate per 6-1 6-3 in un match mai in discussione.
Per la Vinci la “prima” in un Open di padel era una sorta di test, al quale è arrivata preparatissima dopo qualche mese di allenamento sempre più serio, e dal campo non potevano arrivare risposte migliori.
“L’adrenalina della partita – ha detto al microfono di Supertennis – non la provavo da tanti anni. Il padel mi diverte, e mi fa stare in movimento con quel pizzico di agonismo. Per ora il mio stile di gioco è ancora molto tennistico, devo imparare bene a gestire le pareti e capire tante dinamiche. Ma è normale: più giochi, più capisci il padel, più ti diverti. Molti pensano che siccome sono arrivata in alto nel mondo del tennis allora io debba essere automaticamente una buona giocatrice di padel, ma non è così. Sono due sport per certi versi simili, per altri molto diversi”.
È proprio in quelle differenze che si celano le difficoltà per chi ha passato trent’anni della propria vita a giocare con racchette, campi e regole diverse, ma è indubbio che una col talento, la tecnica e la visione di gioco di Roberta abbia delle qualità da far invidia a buona parte delle più forti al mondo.
Per affinarle, la 38enne pugliese si è affidata da un paio di mesi a Vinicius Trevisan, brasiliano trapiantato in Italia da una quindicina d’anni, e poi virato – come lei – dal tennis al padel. “La sto aiutando nel suo percorso padelistico – ha spiegato – nel quale stiamo lavorando in particolar modo sull’utilizzo delle pareti e su come gestire le palle alte. Roberta si sta mettendo in gioco, e grazie alle sue capacità motorie e a un’esperienza incredibile, seppur derivata da un altro sport, ha degli enormi margini di miglioramento. Se continuerà ad allenarsi sempre di più potrà ottenere risultati importantissimi”.
Alla prima uscita ha già sconfitto un paio di giocatrici da anni fra le migliori in Italia, e anche se Roberta non vuole pensare troppo al suo futuro, sono parecchi gli indizi che lasciano intendere come all’esperimento piemontese ne seguiranno presto altri, e poi altri ancora. Perché prima di esordire in un torneo la Vinci si è allenata più volte, dividendo spesso il campo con giocatrici più esperte, ha iniziato a lavorare con un maestro di padel e si è scelta un’ottima compagna, a testimonianza di come abbia in mente di fare le cose come si deve.
“Non so quello che sarà – ha aggiunto – ma non voglio mettermi dei paletti. Se ci saranno altri tornei vicino a casa (a Milano, ndr) che mi andrà di giocare, li giocherò. Se non avrò voglia, farò a meno. Sicuramente questo torneo può essere un inizio”.
Per chi ha negato il Grande Slam a Serena Williams nello stadio di tennis più grande al mondo, davanti a quasi 24.000 persone, vincere un Open in provincia dev’essere emozionante il giusto. Ma una vittoria è sempre una vittoria, e quando ci si abitua è difficile perdere il vizio. Roberta l’aveva messo in standby per qualche anno, dopo una carriera tanto lunga quanto felice, ma ora che l’ha ritrovato è pronta a farci divertire di nuovo. Senza più le corde sulla racchetta, ma con gli stessi gesti che i comuni mortali possono solo guardare. A bocca aperta.