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Padel e Olimpiadi: la strada è in discesa

Al momento il padel non fa parte del programma dei Giochi Olimpici estivi, ma dopo il recente ingresso ai Giochi Europei del 2023 l’ammissione nella rassegna a Cinque Cerchi sembra molto più vicina. Il padel soddisfa tutti i requisiti della Carta Olimpica, e ha le caratteristiche per funzionare benissimo in un contesto come i Giochi

di | 29 luglio 2021

Dando una sbirciata ai Giochi Olimpici di Tokyo, ai tanti che hanno scoperto il padel negli ultimi mesi sarà capitato di chiedersi se la disciplina della pala è parte o meno della rassegna a Cinque Cerchi. Per il momento la risposta è no, ma l’ingresso ai Giochi è il più grande obiettivo dell’International Padel Federation (FIP), che sta lavorando in quella direzione fin da quando nel 2018 ne è stato eletto come presidente l’italiano Luigi Carraro. E il terreno non è mai stato così fertile, come provato dal recente inserimento del padel come disciplina indipendente nei prossimi Giochi Europei di Cracovia, in programma dal 21 giugno al 2 luglio 2023.

Una novità che ha proiettato il mondo del padel in una nuova dimensione conferendogli un riconoscimento mai avuto in precedenza, grazie ai rapporti che si creeranno fra le varie federazioni nazionali di padel e i Comitati Olimpici dei paesi di appartenenza. Dettagli più politici che sportivi, ma che accresceranno enormemente lo spessore del padel e potrebbero rappresentare una delle spinte decisive verso un ingresso alle Olimpiadi che pare sempre più probabile.

A Rio de Janeiro 2016 è toccato a golf e rugby; a Tokyo 2020 a skateboard, baseball (ma si tratta di un ritorno), arrampicata, karate e surf, che hanno portato a 33 il numero di discipline dei Giochi Olimpici estivi. A Parigi 2024 può essere il turno del padel? La disciplina soddisfa tutti i criteri necessari per l’ammissione ai Giochi, sostanzialmente riassumibili in quattro punti.

– La disciplina deve essere regolamentata da una Federazione Internazionale approvata dal Comitato Olimpico, che ne segua il codice etico e che stabilisca le normative internazionali della disciplina, oltre a organizzare campionati e a occuparsi dello sviluppo internazionale dello sport.

– La disciplina deve applicare il Codice antidoping del Movimento olimpico, in particolare effettuando dei controlli fuori gara secondo le regole stabilite.

– La disciplina deve essere diffusamente praticata in almeno settantacinque Paesi di quattro continenti per gli uomini, e in almeno quaranta Paesi di tre continenti per le donne.

– Non possono essere accettati gli sport, le discipline o prove le cui prestazioni dipendono essenzialmente da una propulsione meccanica.

Per quanto riguarda il primo criterio, il padel è regolamentato su scala internazionale dall’International Padel Federation, che si occupa di regolamenti, organizza i Campionati Mondiali ed Europei, e ha anche un suo circuito sempre più sviluppato (il Cupra FIP Tour), che nel 2021 è già transitato da una decina di paesi e ne raggiungerà tanti altri nei prossimi mesi della stagione.

La prova dell’internazionalità della disciplina è anche nelle sedi delle competizioni per nazioni del 2021, divise in tre continenti: gli Europei in Spagna, i mondiali assoluti in Qatar, i mondiali dei veterani negli Stati Uniti e quelli dei giovani in Messico. Il Codice antidoping in atto nel padel internazionale è – come richiesto – quello del Comitato Olimpico (CIO/WADA), e dal punto di vista della diffusione globale il padel supera ampiamente il numero di nazioni richieste, perché è praticato in 95 paesi nel mondo. Assente, anche se sembra inutile dirlo, la propulsione meccanica: regola che tiene alla larga dei Giochi tutti gli sport motoristici.

Lavoro per portare il padel alle Olimpiadi da quando ho presentato la mia candidatura per la presidenza della FIP – ci disse a maggio Luigi Carraro, in occasione dell’ammissione del padel ai Giochi Europei –, ed è un sogno che tutti ci auguriamo di riuscire presto a trasformare in realtà. L’inserimento nei Giochi Europei ci ha permesso di fare un passo importantissimo in quella direzione. Dovremo continuare a lavorare per la crescita e la diffusione del padel, ma oggi la trasformazione è decisamente più vicina”. Sarebbe un enorme – e meritato – riconoscimento all'esplosione vissuta dal padel, e anche un bel regalo a tanti atleti professionisti che sognano un futuro sul podio Olimpico, con una medaglia al collo.

Guardando oltre ai requisiti richiesti dal CIO, il padel ha anche tanti altri punti che giocano a proprio favore. Partendo dall’enorme diffusione degli ultimi anni, che ha letteralmente conquistato Italia, Svezia e altri paesi, e ha anche visto il padel farsi sempre più strada in Asia e anche accrescere la propria fama nell’America Centrale, grazie all’enorme spinta argentina. In più, si tratta di un gioco di squadra: divertente, dinamico e di grande socialità. Lo si può praticare a buoni livelli a tutte le età, piace un sacco alle donne, abbatte le differenze di genere e ha una lunga serie di testimonial di enorme spessore (calciatori in primis) che l’hanno sposato, e ne facilitano la diffusione e la popolarità soltanto mettendoci il cognome.

Ultimo, ma non meno importante, il valore del prodotto dal punto di vista televisivo: la palla è quasi sempre in gioco, i tempi morti sono ridottissimi ma ci sono i giusti spazi per le pubblicità, e durante un match c’è tantissimo pathos perché ogni situazione può trasformarsi in quella decisiva. È una delle chiavi della diffusione tv del World Padel Tour in un numero di paesi in costante crescita, e potrebbe funzionare benissimo anche in un contesto Olimpico. Magari già fra tre anni a Parigi.

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