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Padel

Meno tattica, più esplosività e caos: largo al padel 2.0

I piani alti della classifica mondiale sono sempre più popolati da giocatori di potenza, perché è quella la direzione intrapresa dal padel dei “pro”. L’ordine tattico sta lasciando spazio all’esplosività e i giocatori vecchio stile devono adattarsi al cambiamento. Altrimenti rischiano di non trovare più spazio ad alti livelli

di | 15 giugno 2022

Più passa il tempo e più la classifica mondiale non lascia dubbi: il padel dei professionisti è diventato uno sport di aggressività, a scapito della tattica. Basta guarda i nomi che popolano i piani alti del ranking per rendersi conto che la quantità dei “pegadores”, ossia di coloro che fanno della potenza la loro arma principale, ha superato abbondantemente quella dei pensatori vecchio stile, che per vincere il punto preferiscono altre soluzioni.

I motivi del cambiamento sono tanti, a partire da materiali più performanti, palline più rapide e superfici più veloci, che permettono di spingere di più avvantaggiando i giocatori che puntano tutto sull’aggressività, ma anche la migliore preparazione fisica dei padelisti di punta. Il livello della competizione si è alzato a tal punto – e lo farà ancora – che se fino a ieri la palestra non era la miglior amica dei professionisti, oggi è invece necessaria una condizione atletica in linea con quella degli altri sportivi di punta, altrimenti non c’è verso di portare a casa le partite che contano.

Mentre una volta la tattica rimaneva l’arma numero uno e permetteva di fare una distinzione fra giocatori d’attacco (generalmente a sinistra) e giocatori di difesa (a destra), oggi nel padel tutto è indirizzato verso potenza, velocità ed esplosività. Chi sa dominare l’arte dello smash domina il circuito: Galan, Lebron, Tapia, Navarro e chi più ne ha più ne metta.

Oggi, per avere successo nel padel, un giocatore deve avere la mente aperta ed essere pronto ad adattarsi al cambiamento. In una sessantina d’anni il padel ne ha vissuti tanti, alcuni più invasivi (come quelli regolamentari) ma nessuno importante come quello che sta avvenendo – o è già avvenuto – nei giorni nostri. Per gli amanti del padel più ragionato può essere un problema, ma la direzione presa dallo sport dice che spetta a loro adattarsi, sia all’evoluzione del gioco sia allo stile degli avversari.

Per il momento possono ancora essere complementari ai giocatori esplosivi, ma quando le coppie votate esclusivamente all’aggressività a mo’ di Galan-Lebron aumenteranno (e pare inevitabile) per un certo tipo di giocatori potrebbe non esserci più spazio. Per poter essere competitivi ad altissimi livelli, oggi, non bastano più difesa, tattica e cervello. A meno di chiamarsi Belasteguin, che però è un caso più unico che raro e ha al suo fianco uno dei più grandi picchiatori del circuito (Arturo Coello), è necessario saper usare a dovere l’aggressività.

Credo – ha detto Belasteguin – che questa evoluzione sia normale: tutto cambia, nella vita e quindi anche nel padel. Il modo di giocare di oggi è diverso da quello dello scorso anno e lo sarà da quello del prossimo anno. Sapersi adattare è fondamentale per non rimanere tagliati fuori. Un giocatore si allena in funzione delle condizioni che trova: oggi, con le palline così rapide, sono avvantaggiati i giocatori che hanno un ottimo smash. Quindi quello dobbiamo allenare”.

Fernando Belasteguin, argentino classe 1979, è stato numero 1 del mondo per 16 anni consecutivi

Detto dell’importanza dell’esplosività, Bela precisa però che alla base di tutto deve comunque esserci la solidità, altrimenti la potenza da sola non basta. “Non se ne parla perché vende sicuramente meno biglietti rispetto ai colpi spettacolari – continua la leggenda di Pehuajo –, ma ritengo che la solidità nel padel rimanga importantissima. È ciò che a 43 anni mi permette di lottare ancora per vincere i tornei, ed è anche uno dei punti forti di Galan e Lebron, che hanno saputo aggiungere grande solidità al loro gioco. Il padel, come tanti altri sport, ti obbliga a essere un giocatore completo”.

Secondo Bela i giocatori difensivi non spariranno, ma devono stare al passo coi tempi il più possibile. “Martin Di Nenno – dice ancora – forma con Navarro la coppia numero 2 del mondo, Sanyo (Gutierrez, ndr) la numero 3 con Tapia. È la prova che la solidità è ancora determinante, anche se per giocatori come noi è ancora più importante cercare di adattarci al gioco degli avversari, per cercare di individuarne i punti deboli”.

Tutto vero, ma quando la solidità è a certi livelli, a fare la differenza, oggi, è chi sa chiudere il punto per primo. Così il padel organizzato di una volta, con solidità difensiva, schemi, posizioni e ordine tattico, ha lasciato spazio a un gioco più caotico, sia in fase offensiva sia in fase difensiva. Perché la palla viaggia al doppio e spesso non c’è tempo per organizzare una difesa ragionata. A chi si è avvicinato al padel da poco, questo stile piace un sacco. A chi invece era abituato a un gioco più lento e pensato, piace molto meno. Ma fa parte dell’evoluzione del gioco. E diventerà sempre più evidente.

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