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Padel

Mapi sfida anche la malattia: “Continuerò a combattere”

Ha iniziato a non avere sensibilità ai piedi, poi alle gambe e la diagnosi è stata di sclerosi multipla recidivante-remittente. Ma la spagnola Maria Pilar Sanchez Alayeto non molla: “Fino a quando il mio corpo me lo permetterà, lotterò su ogni palla”. Insieme alla gemella Maria Josè detiene il record di titoli nel World Padel Tour

di | 22 giugno 2021

State tranquilli: l’impegno, la volontà e il desiderio di combattere non mancheranno mai. Per ora nella nostra mente c’è solo la voglia di continuare a competere e lottare fino all’ultima palla”. È il messaggio ai fan di Maria Pilar “Mapi” Sanchez Alayeto, che insieme alla gemella Maria Josè ha formato per anni e anni la coppia simbolo del padel femminile, e alla quale è stata diagnosticata da circa tre settimane una sclerosi multipla recidivante-remittente. Si tratta della forma più frequente della patologia, ma comunque una malattia piuttosto seria per una sportiva professionista, che potrebbe trovarsi costretta a stravolgere i suoi piani.

La bella notizia, tuttavia, è che fino a quando il suo corpo glielo permetterà la giocatrice spagnola non ha alcuna intenzione di tirarsi indietro. “I medici – ha spiegato la 37enne di Saragozza in un’intervista al quotidiano 'Marca' – mi hanno garantito che l’attività non ha effetti negativi sul problema, quindi almeno per il momento non c’è motivo di fermarsi. Sarebbe più facile se facessi un lavoro d’ufficio e non la giocatrice di padel, ma sono pronta ad affrontare le difficoltà. Una delle conseguenze della malattia è la perdita di forza muscolare, ma per il momento non è il mio caso”.

Per Mapi, che in carriera ha vinto 32 titoli del World Padel Tour e chiuso quattro stagioni al numero uno del mondo (entrambi record), i problemi sono iniziati la settimana dell’Open di Alicante, dove infatti le due gemelle non parteciparono per un non meglio specificato problema di salute. Era come se i suoi piedi fossero addormentati, ma non gli ha dato importanza, sopportando il fastidio per qualche giorno e continuando ad allenarsi senza dire nulla a nessuno. Ma poi il problema si è esteso alle gambe, e quindi su fino all’ombelico. Lì ha capito che era qualcosa di serio. “Potevo muovermi – ha spiegato – ma non avevo sensibilità alle gambe. Camminavo, ma senza sapere dove poggiasse il mio piede. Quando il problema è arrivato al ginocchio, l’ho detto a Majo. Non si era accorta di nulla”.

Per fortuna, invece che ad Alicante è andata al pronto soccorso, dove l’hanno ricoverata per cinque giorni. “Mi hanno dato dei corticosteroidi per combattere la fase acuta, dicendomi che sembrava mielite. I test invece hanno evidenziato che si tratta di sclerosi multipla. Inizialmente, dopo le dimissioni la situazione non è migliorata particolarmente: a Vigo e Santander ho giocato con le gambe addormentate, senza sapere bene come ci sia riuscita (le “Gemelas Atomikas” hanno vinto due match in entrambi i tornei, raggiungendo i quarti di finale, ndr), mentre nelle ultime settimane il problema riguarda solo i piedi. Sono tornata a sentire le gambe”.

Un piccolo miglioramento figlio dei trattamenti ricevuti, anche se il problema è comunque di difficile soluzione. Presenta delle fasi acute, e altre di completo o parziale benessere. “Non tutte le persone – ha spiegato – reagiscono alle cure nello stesso modo. Possono bastare alcuni giorni o servire anni. Il trattamento punta a limitare gli effetti della malattia, ma dobbiamo ancora individuare il piano terapeutico giusto per le mie esigenze”. L’annuncio di Mapi ha fatto in fretta il giro del mondo del padel, e anche dello sport spagnolo, visto quanto le gemelle sono riuscite a fare dalla nascita del WPT. E quanto ancora stanno facendo: non dominano più come un tempo, quando le giocatrici da battere erano sempre e solo loro (e raramente le altre ci riuscivano), ma sono comunque fra le prime 5 coppie.

Dopo l’annuncio ho vissuto ore molto intense. Mi immaginavo qualcosa di simile, questa fase era un passaggio obbligato. Sono stata sorpresa dalla quantità di messaggi e di affetto ricevuti: in momenti come questo tutta quell’energia ti aiuta ad andare avanti. In linea di principio posso condurre una vita normale, ed è ciò che cercherò di fare. All’inizio la diagnosi è stata uno shock: senti la parola sclerosi e ti spaventi, pensi alla disabilità, alla sedia a rotelle. Ma quando capisci la situazione l’incertezza scompare, ed emerge tutta la voglia di combattere.

Nel primo torneo dopo la diagnosi, ricevuta a poche ore dalla partenza per Marbella, le sorelle sono arrivate ai quarti di finale, giocandosela alla pari con le future vincitrici Sanchez/Josemaria, segno che per ora Mapi sta riuscendo a convivere bene con la malattia. Ma non è detto che sarà sempre così. “Oggi sto bene – ha precisato – e per questo siamo in tabellone anche a Valladolid, ma non posso prevedere come andrà domani. Magari la situazione peggiora e devo cambiare i miei programmi. All’inizio ho anche pensato alla possibilità di smettere di giocare: avevo le gambe addormentate, e se la situazione non fosse migliorata avrei valutato seriamente la scelta. Si può fare uno sforzo in 2-3 tornei, ma non tutto l’anno. Ora va meglio e quindi fino a quando posso continuerò. Lottando con tutto ciò che ho e con la voglia di godermi ogni singolo momento. Oggi sto bene, domani non lo so. Pertanto desidero sfruttare ogni possibilità”.

Un messaggio positivo, da ammirare: spingerà molti a tifare per lei, o a guardare i suoi incontri con un pizzico di interesse in più.

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