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Padel

La rivincita di Gala León, con la "pala" come alleata

Sono passati quasi sei anni dai conflitti nel tennis spagnolo che portarono alla cacciata di Gala León dalla panchina di Coppa Davis. Un episodio che aveva mandato in depressione la 47enne madrilena, prima della ripartenza in questo sport. Oggi gioca nel World Padel Tour, è fra le prime 100 del ranking e ha ripreso a insegnare

di | 10 aprile 2021

Sul sito del World Padel Tour è una delle sole quattro top-100 sprovviste di foto nel profilo personale, ma il suo volto è ben noto nel panorama spagnolo della racchetta. Perché a Gala León García, oggi numero 90 del WPT e sempre più lanciata nel mondo del padel, è associato uno dei periodi più accesi nella storia recente del tennis ispanico. Un capitolo che ha segnato profondamente la storia personale e professionale della 47enne di Madrid, ex numero 27 del mondo con un titolo WTA e due ottavi al Roland Garros nel palmarès.

I fatti risalgono al 2014: per sostituire il dimissionario Carlos Moya sulla panchina della nazionale di Coppa Davis, l’allora presidente Jose Luis Escanuela, ormai al termine di un mandato caotico e molto contestato, decise senza consultare nessuno di affidare la panchina di Coppa Davis alla León, rendendola la prima donna alla guida di una nazionale di punta nel mondo del tennis. Una decisione che fece scalpore e generò una serie di polemiche da parte di chi non era d’accordo con la scelta, Toni Nadal su tutti. Non era maschilismo, tanto che dopo la madrilena fu scelta Conchita Martinez, semplicemente non la ritenevano all’altezza del compito di rilanciare una nazionale appena retrocessa dopo 18 anni nel World Group.

Gala León con la nazionale spagnola di Coppa Davis

Ne seguì una lunghissima battaglia combattuta a suon di dichiarazioni e comunicati: la León chiedeva soltanto fiducia e la possibilità di fare il proprio lavoro, mentre un lungo elenco di giocatori e persone coinvolte (compreso Rafael Nadal) firmarono una lettera indirizzata alla RFET nella quale sostenevano le proprie posizioni, chiedendo la nomina di un capitano diverso. Ma la Federazione continuò sulla propria strada, fino a quando alla vigilia dell’impegno successivo tutti i big negarono alla capitana la disponibilità alla trasferta in Russia, portando la León a rassegnare le dimissioni.

Finita? Altroché. Inizialmente la RFET le respinse, gettando ulteriore benzina sul fuoco, salvo tornare sui propri passi qualche giorno più tardi, licenziando la León a quasi dieci mesi dall’inizio dell’incarico, e senza una sola sfida sulla panchina della nazionale. Una storia controversa dalla quale Gala è uscita a pezzi e con una diagnosi di depressione, decidendo che la soluzione per rilanciare la propria vita fosse quella di lasciarsi il tennis alle spalle.

Gala León (destra) con Estela Francés: nel 2019 si sono qualificate per il cuadro final del Master di Marbella

“È stato uno dei momenti più duri della mia vita – ha raccontato a Marca –, ma per fortuna ho scoperto la meditazione, che è stata la mia salvezza. Ho letto tanti libri, ho imparato a controllare la mia mente, a liberarmi dall’ansia e a prendere tutto con leggerezza”.

Proprio in quel periodo, nel quale da Madrid si è trasferita nella più tranquilla Alicante, Gala ha intensificato il suo rapporto col padel, inizialmente praticato soltanto per divertimento. “Giocavo per tenermi in forma – continua –, poi un giorno ho conosciuto Mari Carmen León (la sua prima compagna nel circuito mondiale, ndr) e mi ha proposto di disputare un torneo del World Padel Tour, senza troppe pretese”. Hanno giocato nel 2018 a Valencia e le hanno prese di santa ragione, ma per l’ex tennista la scoppola ha rappresentato lo stimolo per iniziare a fare sul serio. “Sono una persona molto competitiva, quindi mi sono promessa che se mai avessi giocato di nuovo l’avrei fatto con alle spalle la giusta preparazione, in modo da andare in campo per provare a vincere”.

Così si è presa qualche mese per allenarsi, si è ripresentata nel 2019 riuscendo per la prima volta a qualificarsi per il quadro final di un torneo (al Master di Marbella), e da quando il circuito è ripreso dopo la pausa per la pandemia ha giocato sette delle ultime dieci tappe. Era in campo anche a inizio settimana nell’Adeslas Madrid Open, dove in coppia con Ana Alicia Seijas Cali ha superato la pre-previa vincendo due partite, prima di fermarsi all’esordio nella previa, contro Nuria Rovira e Maite Gabarrus Alonso.

“L’obiettivo è di giocare tutti i tornei della stagione – ha detto – e di continuare a migliorare come giocatrice. Mi sto ancora adattando a questo sport: mi porto appresso alcune qualità da quando giocavo a tennis, come la tecnica e il gioco di volo, oppure l’esperienza che solo un’atleta di alto livello può avere. Mentre in altri aspetti ho ancora tanto da migliorare. Il mio obiettivo non è diventare una delle più forti, ma solo continuare a divertirmi  dare il massimo, per andare il più avanti possibile”.

Il padel le ha fatto anche ritrovare la voglia di insegnare, attività che – dopo aver allenato ottime giocatrici, compresa l’ex top-10 Ekaterina Makarova – aveva abbandonato in seguito alla vicenda Coppa Davis. Di recente ha aperto la sua Gala León Padel Academy, all’interno del Padel Club Alicante, con l’obiettivo di aiutare i giovani a fare strada nella disciplina.

Quello che è successo mi ha cambiato completamente e mi ha insegnato molto. Facendomi crescere come persona. Cresciamo credendo che il successo nella vita sia una conseguenza del successo sul lavoro, e quindi ci spingiamo sempre verso certi obiettivi, trascurando gli aspetti personali. È stato un errore: ho capito che non sono le cose materiali a renderci felici. Puoi avere tutti i soldi del mondo, ed essere una persona vuota. Conta molto di più stare bene con se stessi”. Ci sono stati periodi nei quali le veniva difficile, mentre oggi il suo equilibrio l’ha ritrovato. Anche grazie al padel.

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