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Padel

La prima in azzurro di Carolina: “il lavoro paga sempre”

Fra le otto convocate da Marcela Ferrari per gli Europei di Marbella, Carolina Petrelli è l’unica new entry della nazionale azzurra. Milanese, classe ’88, ha iniziato a prendere davvero seriamente il padel solo nel 2020, e ha impiegato ben poco per diventare una big. “La nazionale? Una grande emozione e un grande stimolo, per fare le cose ancora meglio”

di | 14 giugno 2021

Per le altre sarà un’emozione che si rinnova, per Carolina Petrelli, invece, è una meravigliosa prima volta. Perché fra le otto convocate in azzurro per gli Europei di padel in arrivo a fine mese a Marbella, la 32enne milanese è l’unica new entry, alla prima chiamata in una nazionale che nell’ultima rassegna continentale chiuse al secondo posto, e anche stavolta punta in alto. “La speranza di una chiamata c’era – racconta Carolina, classe 1988 –, ma non ero affatto sicura di un posto”. Invece, la mail della Federazione Italiana Tennis con la convocazione della ct Marcela Ferrari è arrivata anche nella sua casella.

“È stata una grande emozione, che mi ha reso felicissima. Mi sono impegnata tanto per raggiungere questo obiettivo, e averlo conquistato mi riempie di gioia. È la prova che il lavoro paga sempre, e ringrazio tutte le persone che hanno creduto nelle mie possibilità, a partire proprio dalla capitana. Conquistare una convocazione adesso rappresenta un risultato davvero significativo, visto che il numero delle giocatrici di alto livello è cresciuto tantissimo”.

Nel caso della milanese il posto fra le magnifiche otto vale ancora di più, visto che ha iniziato a giocare a padel più tardi rispetto alle compagne, ed è soltanto dallo scorso anno che una semplice passione si è trasformata in qualcosa di più serio. Superata l’emozione della prima chiamata, ora è il momento di lavorare duro, per arrivare a Marbella in formissima.

“Sento una responsabilità importante – continua la miglior giocatrice lombarda –, ma la sto affrontando nel modo giusto. Non è un peso, ma una spinta per allenarmi ancora meglio. Ho di fronte l’occasione più importante della mia vita, quindi voglio dare il cento per cento per farmi trovare pronta”. E non è tutto, perché l’approdo in nazionale può diventare uno stimolo anche dal punto di vista dell’attività individuale. “Sentire la fiducia delle persone mi spinge a prendere il padel ancora più seriamente, e a valutare certe possibilità che fino a qualche tempo fa avevo preso in considerazione raramente”.

L’allusione è ai tornei internazionali, sia del World Padel Tour sia del Cupra FIP Tour, il circuito – quest’ultimo – che di recente le ha regalato due semifinali insieme alla sua nuova compagna, Alessia La Monaca. Una coppia che sta funzionando bene, pur essendo nata per caso, dopo la separazione fra Carolina e la sua vecchia compagna Francesca Campigotto. “In questa prima metà di stagione – dice ancora la milanese – ho cambiato spesso compagna, ma per il torneo FIP Rise di Catania non riuscivo a trovare una soluzione. Poi ho saputo che anche Alessia era senza compagna, così siamo andate insieme in Sicilia e ci siamo subito trovate bene”.

Carolina Petrelli con la sua nuova compagna Alessia La Monaca

Le due sono arrivate in semifinale prima a Catania e poi a Riccione, e giocheranno insieme le sei tappe del circuito nazionale Slam by Mini, al via nella seconda metà di luglio. Con l’obiettivo sia di qualificarsi al Master finale sia – per Carolina, che gioca a sinistra – di ripetere la vittoria dello scorso anno nell’appuntamento di Riccione, il successo di maggior prestigio di una carriera padelistica iniziata senza un vero perché, dopo aver detto basta col tennis giocato a causa delle difficoltà a coniugare studi, lavoro e tornei.

Da anni insegno tennis al David Lloyd Malaspina di Peschiera Borromeo (alle porte di Milano, ndr), dove nell’estate del 2017 sono stati installati dei campi da padel. Noi maestri abbiamo iniziato a giocare fra di noi, e così è nata la passione”. In seguito, Carolina ha iniziato a prendere qualche lezione col messicano d’Italia Mauricio Lopez Algarra, poi con Simone Cremona e quindi (attualmente) col ct della nazionale maschile Gustavo Spector, al Padel San Siro Gescal Boys. È anche grazie a loro che è entrata in fretta nel giro delle migliori giocatrici italiane, ritrovando quella voglia di girare per giocare i tornei che col tempo era andata scemando.

“È normale – dice – che dopo tanti anni di tennis certi impegni inizino a pesare, ma nel padel vivo una situazione diversa. Sia perché non si è mai soli, nemmeno in campo, sia perché sono più matura rispetto a quando giocavo a tennis, e l’esperienza aiuta a gestire meglio tante situazioni. L’approccio più maturo è uno degli aspetti che rende stimolante ciò che sto facendo, e mi ha permesso di riprendere a 32 anni a pormi obiettivi importanti, come non succedeva da tempo”. Il primo è il mondiale di novembre in Qatar, da inseguire insieme alla scalata nella classifica mondiale.

“Sono entrata fra le prime 150, ma mi piacerebbe salire ancora. Per farlo, è necessario giocare sempre di più a livello internazionale. In questo senso, è prezioso lo sviluppo sul territorio nazionale dei tornei FIP, che ci danno una grossa mano per limitare le spese”. Anche perché, nella vita di chi insegna, viaggiare per i tornei significa rinunciare ai guadagni garantiti dalle lezioni. Fortuna che la richiesta è sempre più elevata. “Continuo a dare anche lezioni di tennis – dice –, ma ultimamente mi sto spostando di più sul padel. A Milano c’è davvero tantissima gente che si sta approcciando a questo sport, fra i quali sempre più bambini. Ci piacerebbe da settembre iniziare dei corsi specifici per i più piccoli. Senza dimenticare le donne: sono tantissime, giocano, si divertono e stanno insieme. È uno dei risultati di un gioco molto aggregante come il padel”. E anche – aggiungiamo noi – dell’avere una maestra che molto presto vestirà la maglia azzurra della nazionale.

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