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Puntava alla carriera diplomatica e doveva rimanere in Spagna soli due mesi, per scrivere la tesi di laurea. Invece cinque anni dopo Carlotta Casali è ancora a Madrid. Colpa del padel: la romana è stata la prima azzurra a entrare nella top-100 del World Padel Tour, e punta in alto con Carolina Orsi. “In campo siamo una persona sola: fa vincere le partite”
di Marco Caldara | 25 aprile 2021
Quando nel 2016 è arrivata a Madrid, in valigia Carlotta Casali aveva i libri per scrivere la tesi di laurea in Giurisprudenza, nel borsone le racchette da tennis (come passatempo) e nella mente l’obiettivo di fare il Concorso Diplomatico del Ministero degli Affari Esteri. Padel? Giusto un paio di tracce per diletto, nella sua Roma, senza particolare feeling. Poi è successo che in Spagna faticasse a trovare qualcuno per giocare a tennis, così si è lasciata trascinare dall’onda del padel. È andata a fare una prova sui campi dell’università, ha conosciuto Alejandro Morel (che è tutt’ora il suo coach) e cinque anni dopo i suoi “due mesi a Madrid per imparare lo spagnolo” non sono ancora terminati. La laurea in Giurisprudenza è arrivata, seguita dagli studi di Scienze Politiche e ora da un Master in economia, ma oggi i suoi affari esteri sono i tornei del World Padel Tour, come la prima giocatrice italiana capace di arrivare fra le top-100 del ranking mondiale.
“Ho preferito portare comunque avanti gli studi – racconta –, così da avere delle alternative qualora le cose non dovessero andare secondo i piani, ma adesso la mia priorità è il padel. Il sogno è di raggiungere un ranking che mi possa permettere di vivere di tornei e sponsor”. Oggi Carlotta è numero 87 al mondo, e in passato è stata anche più su, ma nel padel i guadagni veri si vedono solo ad altissimi livelli, tanto che persino delle signore giocatrici continuano comunque a esercitare altre professioni. La 28enne laziale, per esempio, dà qualche lezione di padel, anche se fra studi, viaggi e allenamenti il tempo che resta non è granché. “Emergere – dice ancora – è difficilissimo, ma io mi alleno ogni giorno come se fossi la numero uno del mondo. Senza risparmiarmi un secondo”. Sta funzionando, a maggior ragione da quando lo scorso ottobre ha unito il suo percorso a quello di Carolina Orsi, romana come lei.
“Con Carolina – spiega Carlotta – c’è stata immediatamente grande sintonia, e i risultati l’hanno dimostrato”. Sono arrivate subito in finale alla tappa di Roma del Circuito Slam by Mini, poi – sempre lo scorso anno, a Barcellona – sono diventate la prima coppia azzurra a qualificarsi per il tabellone principale di un Master del World Padel Tour, e adesso fanno davvero sul serio. Tanto che da qualche settimana anche la compagna si è trasferita in pianta stabile a Madrid. “La possibilità di allenarci insieme a tempo pieno – continua – ci ha permesso di compiere un importante salto di qualità. Siamo una coppia più solida, il nostro livello medio si è alzato e giocando sempre insieme nascono dei meccanismi che diventano di grande aiuto, sia nel gioco sia dal punto di vista psicologico”.
Nei primi due tornei del World Padel Tour le “SuperCar” hanno superato la Pre Previa, e nel secondo ad Alicante hanno sconfitto anche Sussarello/Pappacena, che contro due connazionali non perdevano da una vita. “Raggiungere la Previa per due volte su due – dice ancora – non è un risultato banale. Tutte le avversarie sono fortissime, ci sono giocatrici che potrebbero stare tranquillamente nel tabellone principale, e viceversa”.
Le due compagne si completano alla grande: la Orsi, che come il 99% delle mancine gioca a destra, esprime un padel di potenza e talento. Ma sta via via prendendo maggiore confidenza col padel del WPT: meno vincenti rispetto a quello italiano, ma più tattica e molti meno errori. Carlotta (da sinistra) ha invece uno stile più “spagnolo”, con un buon mix fra attacco e difesa. E soprattutto non molla mai una palla. “È una delle caratteristiche di cui vado più fiera – spiega –, perché non è una dote naturale. Quando giocavo a tennis non ero così (è stata fra le migliori giovani del Lazio, ma ha messo via l’idea del professionismo intorno ai 18 anni, ndr), mentre nel padel ci ho lavorato tantissimo e oggi è fra i miei punti forti”. Un altro dei fattori che giustificano ambizioni importanti. “Quest’anno disputeremo tutti i Master e gli Open del World Padel Tour, più qualche Challenger e i tornei del Cupra FIP Tour. Il calendario è diventato molto fitto, quindi ci sono tante chance di fare punti. E ci piacerebbe molto giocare anche delle tappe del circuito italiano, anche se al momento le restrizioni nei viaggi sono un bel problema, sia logistico sia economico, fra tamponi e obblighi vari. Ma quando la situazione ce lo permetterà, ci saremo”.
Per il 2021, l’obiettivo è quello di salire il più possibile in classifica, così da evitare almeno di dover partire sempre dalla Pre Previa, il primo dei tre tabelloni dei tornei WPT. “E – aggiunge Carlotta – da lì in poi giocarcela a livelli sempre più alti. Abbiamo dimostrato di averne le possibilità”. Lo conferma il campo: ad Alicante hanno perso per 7-5 7-5 contro la baby promessa italo-spagnola Claudia Jensen (in passato compagna di Carlotta) e la catalana Sandra Bellver, poi capaci di vincere agevolmente i due match successivi e arrivare agli ottavi del Cuadro.
“Ce l’aspettavamo: iniziamo a conoscere le avversarie, e prima della sfida contro Jensen/Bellver ci siamo dette che chiunque avesse vinto avrebbe fatto strada nel tabellone. Ci abbiamo azzeccato, ma purtroppo a vincere non siamo state noi”. Eppure ci è mancato poco. “Ci siamo trovate avanti per 5-3 nel primo set e 5-4 nel secondo, ma abbiamo commesso qualche errore di troppo. È una questione di abitudine a certi incontri. Quando arriva il momento più importante, devi andare avanti a giocare nello stesso modo che ti ha portato fino a lì. A noi è mancato il sangue freddo, ma sono tutte esperienze che servono per migliorare e ripresentarsi più forti”.
Il prossimo appuntamento nel World Padel Tour è a Vigo, dal 10 maggio. Ma oltre ai tornei individuali, il 2021 sarà anche l’anno degli Europei, a Marbella a cavallo fra giugno e luglio, e dei Mondiali, a novembre in Qatar. Carolina Orsi è una veterana della nazionale, mentre per Carlotta sarebbe un’attesissima prima volta. Nel 2018, infatti, non era stata fra le giocatrici selezionate per la spedizione in Paraguay, mentre nel 2019 era stata costretta a rinunciare in extremis alla chiamata per gli Europei romani, a causa di un infortunio accusato alla vigilia. “L’episodio di due anni fa mi ha rovinato un sogno – dice –, quindi ora ci spero doppiamente. In ottica nazionale il fatto di giocare a tempo pieno con Carolina può essere importante. Ognuna sa benissimo cosa aspettarsi e cosa pretendere dall’altra, quali palle colpire e quali palle lasciare, come muoversi e così via. Quando giochiamo, è come se in campo ci fosse una persona sola. Un dettaglio che fa vincere le partite”. La storia della loro coppia ne è la prova.
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